Una vita non facile

Fin da bambina, grazie ai miei genitori che mi parlavano sempre del Signore e mi portavano spesso in chiesa, ho ricevuto gli insegnamenti cristiani. Ma, nonostante conoscessi la verità, durante l’adolescenza scelsi di fare di testa mia e abbandonai Dio e la chiesa. Iniziai a fare le mie esperienze che mi portavano a trovarmi in situazioni e luoghi che mi allontanavano sempre di più dalle vie del Signore. Divenni ribelle, non volevo sentire niente e nessuno; gestivo la mia vita a modo mio. Iniziai a frequentare cattive amicizie che spesso mi mettevano in situazioni rischiose a causa della loro pericolosità. Proprio questi rischi m’indussero a riflettere sull’aldilà ed a dove sarebbe andata la mia anima in caso di morte! Dentro di me c’era la consapevolezza dei miei molteplici sbagli davanti a Dio. Cercavo la vita, ma mi rendevo conto che non era quello il modo giusto di vivere, anzi esso produceva in me soltanto paura e tristezza. Così vissi diversi anni nella tristezza più assoluta, carica di delusioni ed amarezze.

         C’é un verso nella Bibbia che afferma: «Dimoravano in tenebre ed in ombra di morte, prigionieri dell’afflizione e nelle catene; perchè si erano ribellati alle parole di Dio e avevano disprezzato gli avvertimenti dell’Altissimo. Perciò Egli umiliò i loro cuori nella sofferenza; essi caddero e nessuno li soccorse. Poi gridarono al Signore nella loro angoscia ed Egli li salvò dalla loro tribolazione; li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte, spezzò le loro catene» (Rif. Salmo 107 versi 10 a 13). Questi versi esprimono esattamente ciò che mi accadde. Infatti una profonda crisi familiare mise in discussione l’intera mia esistenza ed il mio bagaglio “religioso”. Rimasi sola nelle tenebre più fitte, angosciata, afflitta, bisognosa di aiuto ma non vi era nessuno che mi desse soccorso. Certo, sapevo che Gesù era accanto a me pronto a darmi il Suo aiuto, ma qualcosa dentro mi spingeva a non volerLo accettare. Qualcun’altro invece contrastava questo mio rifiuto e ad un tratto iniziai, mentre fiumi di lacrime uscivano dai miei occhi, a pregare: «O Dio, fatti conoscere anche da me, non ne posso più, aiutami ti prego! Tu, o Signore, hai patito tanto e sei giusto, ma se io ho sofferto tutto ciò è perché me lo sono procurato”.

         Questi dispiaceri o dolori, come vogliamo chiamarli, trasformano il cuore di una persona e io credo che due sono le strade che possiamo prendere: o ribellarci a Dio (ed io so che questo non conviene!) o arrenderci completamente a Lui. Quest’ultima fu la mia scelta: mi abbandonai nelle Mani del Signore ed oggi so (vista la pace e la gioia che ora regnano nella mia vita) di aver scelto la via giusta.

         Per spiegare quante difficoltà e problemi ho dovuto affrontare e quante sofferenze ho dovuto patire ci vorrebbe, più che pochi fogli, un libro intero, ma una cosa so: Dio è vicino a chi soffre. Ringrazio il Signore pure per avermi dato dei figli, anche in questo Dio non mi ha mai lasciata sola. Concludo questa mia testimonianza con un piccolo messaggio per voi, cari visitatori: Dio non promette una vita facile e sicura a coloro che lo vogliono seguire e servire, ma ha promesso che non ci lascerà da soli e non ci abbandonerà mai. Ed infine ricordiamoci: vivere secondi i desideri di Dio, è il migliore investimento della propria vita; lottare per conoscere la verità è più importante della vita stessa. Dio ci aiuterà pure in questo; infatti Gesù ci ha rivelato che Egli è: «la via, la verità e la vita». Amen!

Andreina

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