Martin Lutero e la musica

La mia citazione preferita su questo tema di Martin Lutero è questa:

“Una persona che riflette e tuttavia non consideri la musica come una meravigliosa opera di Dio, dev’essere proprio un ignorante e non merita di essere chiamato essere umano; non gli si dovrebbe fare ascoltare altro che il raglio degli asini e il grugnito dei maiali.”
– Martin Lutero
(da Carl F. Schalk in “Luther on Music”)

 

MARTIN LUTERO SULLA MUSICA

Martin Lutero venne a conoscenza della musica ecclesiastica a tenera età, conferendogli competenze adeguate ed un amore profondo per la musica. Si riferiva alla musica, come riportato da Carl F. Schalk in Lutero e la musica, come una “meravigliosa creazione e un dono di Dio”.

Diversamente dal precedente pensiero cattolico, Lutero sentiva quella devozione per la bellezza della musica, influenzato positivamente dallo sviluppo morale ed etico.

Disse – come citato in A Compend of Luther’s Theology (a cura di Hugh Thomson Kerr, Jr., Ph.D.), preso originariamente dal suo “Spiritual Hymn Booklet” (Opere di Martin Lutero): “Non sono dell’opinione che tutte le forme artistiche debbano essere soggette e distrutte dal vangelo, come reclamano alcuni fanatici; d’altra parte io considererei ogni tipo di arte, specialmente la musica, al servizio di Colui che le ha donate e create”.

Lutero credeva che la musica avesse un forte potere educativo ed etico, perciò voleva che l’intera congregazione partecipasse alla musica durante le funzioni. Inoltre, secondo Lutero, la musica era uno dei metodi principali per contrastare l’opera del diavolo. Forse, come suggerisce Joyce L. Irwin in “Ne’ la voce ne’ il cuore solo”, Lutero collegava la musica alla teologia in modo così forte a causa  della necessità di comunicare il vangelo oralmente – un’azione che poteva essere compiuta con successo tramite un testo cantato.

Il punto di vista di Lutero sull’istruzione fu grandemente influenzato dalla sua devozione alla musica. Ad esempio, egli riteneva che gli insegnanti incapaci di cantare non fossero degni nemmeno di insegnare. Lutero riteneva che gli studenti dovessero essere istruiti nel canto, ogni giorno dopo pranzo. In questo modo, come affermato da John Butt in “Music Education and the Art of Performance in the German Baroque” il carattere morale, spirituale, instabile ed intellettuale degli studenti sarebbe migliorato.

Un’altra importante opinione di Lutero sulla musica era l’importanza d’equilibrio tra la rigida osservanza delle regole della musica e la libertà nella composizione. Riteneva che gli standard delle pratiche compositive non dovrebbero inibire la creatività o l’espressione musicale. Comunque, in sostanza, egli non appoggiava l’idea della composizione casuale, o la completa libertà musicale. Egli incoraggiava fortemente un equilibrio tra le due cose.

La Prefazione alla raccolta di Georg Rhau, “Symphoniae iucundae”.

“Io, Dottor Martin Lutero, auguro a tutti gli amanti dell’incatenata arte della musica, grazia e pace da Dio Padre e dal nostro Signore Gesù Cristo!
Desidero veramente che tutti i cristiani amino e rispettino il meritevole e amabile dono della musica, che è un tesoro prezioso, degno, caro donato da Dio all’umanità.
Le ricchezze della musica sono così eccellenti e preziose che le parole non bastano ogni volta che provo a considerarle e descriverle… In sintesi, accanto alla Parola di Dio, la nobile arte della musica è il più grande tesoro al mondo. Essa controlla i nostri pensieri, le nostre menti, i nostri cuori e spiriti…
I nostri cari padri e profeti desideravano, non senza ragione, che la musica fosse sempre utilizzata nelle chiese. Perciò abbiamo così tanti canti e salmi.
Questo dono prezioso è stato donato solo all’uomo, in modo che egli possa ricordarsi che Dio ha creato l’uomo con il preciso scopo di lodare ed esaltare Dio.
Ad ogni modo, quando il talento naturale di un uomo per la musica viene stimolato o ravvivato nella misura in cui diventa arte, allora notiamo con grande sorpresa la grande e perfetta saggezza di Dio nella musica, che è, dopo tutto, il suo frutto e il suo dono; ci meravigliamo quando ascoltiamo la musica in cui una voce canta una semplice melodia, mentre tre, quattro, o cinque altre voci suonano e viaggiano bramose attorno alla voce che suona la sua semplice melodia e adornano in modo meraviglioso, con effetti musicali artistici, che ci rimandano così ad una danza celeste, dove tutti s’incontrano in uno spirito di amicizia, carezze e abbracci.
Una persona che riflette, e tuttavia non consideri la musica come un’opera meravigliosa di Dio, dev’essere proprio un ignorante e non merita di essere chiamato essere umano; non gli si dovrebbe fare ascoltare altro che il raglio degli asini e il grugnito dei maiali”.
– Martin Lutero

ULTERIORI RIFLESSIONI SU MARTIN LUTERO E LA MUSICA

Martin Lutero non solo esercitò un’influenza potente sulla vita religiosa e culturale del 16° secolo. Lutero rivoluzionò anche la musica (all’epoca dominata dalla Chiesa) del suo tempo.
Fondamentalmente, l’inno cristiano moderno fu creato da Lutero con l’aiuto di collaboratori al fine di riportare il messaggio delle Scritture alle comunità.

Lutero fu un ardente amante della musica e suonò il liuto, il flauto, e cantò con una voce tenore poco potente ma molto diligente. Dopo la sua sfida a Papa Leone X (“Le 95 Tesi”), durante il suo nascondiglio forzato nel castello di Wartburg, Lutero nel 1521 completò la sua traduzione in tedesco volgare del Nuovo Testamento. Ritornò a Wittenberg, sorvegliando la pubblicazione di massa di questa opera (il Vecchio Testamento fu completato negli anni seguenti).

Prima del 1523 Lutero aveva già tradotto parti della Messa latina (“Deutsche Messe”). Compose anche delle melodie e limitò le armonizzazioni per queste traduzioni tedesche, ma riconobbe che queste non potevano avere lo stesso effetto come nuove opere concepite in tedesco (si riferiva ai suoi sforzi come qualcosa di meccanico, “come fatto dalle scimmie”, una tipica dose di auto-ironismo).

Inoltre, egli compose nuovi testi di inni, provvedendo almeno metà delle melodie (il numero esatto è ancora dibattuto). Introdusse un musicista professionista qualificato, Johann Walter, per armonizzarle e sollecitò i suoi amici a comporre nuovi inni.

Il primo libro di inni congregazionale “Geystliche Gesangkbuchlein”, fu già prodotto in una stampa di massa nel 1524. Questo libro di inni fu commissionato da Lutero in un’armonia di quattro parti al fine di dare ai giovani qualcosa al posto delle loro “canzoni carnali da bar”.

In altre parole, da ora in poi, i membri stessi della chiesa dovevano partecipare musicalmente alle funzioni della chiesa; i giovani pastori non sarebbero stati accettati per la loro formazione teologica se non avessero dimostrato competenze musicali.

Proprio come la pubblicazione di massa della Bibbia per lo studio individuale portò ad un’espansione della letteratura nelle zone della Riforma (che nel principio inclusero la Francia, i Paesi Bassi, la Polonia e l’Ungheria, oltre alla Scandinavia), così la distribuzione di massa degli innari favorì la letteratura musicale tra tutte le classi sociali. Il canto congregazionale conservò la sua presa persino in aree che furono riconquistate dalla Chiesa Cattolica Romana, come la Baviera.

Tuttavia Lutero esercitò un’ulteriore influenza potente sulla musica: introdusse l’uso degli strumenti musicali, così come le melodie di ogni origine nella musica di chiesa ed un attento accostamento di musica a testi semplici e comprensibili (piuttosto che musica polifonica e spesso testi latini intrecciati antecedentemente caratteristici nelle funzioni ecclesiali).

Così nacque la composizione tematica relativamente breve e pungente della musica tedesca, in contrasto con le più lunghe linee italiane cantabili e le complesse strutture melodiche russe.

Lutero rimase musicalmente attivo fino alla fine della sua vita, e un anno prima di morire Lutero supervisionò e scrisse l’introduzione all’innario di Johann Walter del 1545.

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