Tra le varie direttive che Gesù ha dato alla Chiesa, ci sono i cinque ministeri che Lui ha istituito per il perfezionamento della Chiesa stessa. Ma in realtà oggi è evidente come molte chiese cristiane non riescono a decollare o, anche se decollano, sono continuamente appesantite, perché questo importante fondamento comunitario è snobbato, e la maggior parte delle chiese ha sotterrato questa dottrina perché scomoda. L’umanesimo ha preso il sopravvento lì dove lo Spirito Santo reclamava il comando, dunque non è più lo Spirito a chiamare i ministri ma, come si vede spesso, è il fondatore materiale di quella comunità o l’organizzazione religiosa che ne sta dietro a decidere in base ai “meriti” di ciascuno. Oltre a questo, ha preso piede nella Chiesa la strana dottrina che confuta i cinque ministeri istituiti da Cristo raggruppandoli tutti nella figura del pastore.
Sono molte le organizzazioni religiose anche evangeliche ad essersi chiuse a dottrine che si sono fatte da soli, per paura del movimento dello Spirito Santo nella Chiesa. Sembra strano a dirlo, ma è la verità. Infatti molte delle chiese nelle quali si invoca l’azione dello Spirito di Dio, quando e se essa si verifica, fanno un passo indietro solo perché non capiscono quello che Dio vuole fare. Sono chiese dove la libertà dello Spirito viene scambiata per “libertinaggio” e tutto ciò che non coincide con la loro dottrina è classificato come “dottrina di demoni”, anche se la Bibbia lo insegna.
Tali chiese hanno dimenticato il primo amore, divenendo sette e ritornando sotto le pesanti norme della legge, indurendo il loro cuore fino a renderlo incapace di gioire con la verità, essendo ormai talmente schiavi della loro abitudinarietà religiosa.
Questi cinque ministeri sono alla base della Chiesa, ma una chiesa senza questi ministeri è in balìa delle onde ed è una chiesa incompleta.
Alessio Sibilla
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