Da sempre si discute dell’esistenza di Dio come fatto più o meno probabile ovvero più o meno certo; allo stesso modo si associa alla fede un connotato di astrattezza e di incertezza.
Qualsiasi tipo di evento può verificarsi o meno con una certa probabilità; nello specifico un evento si dice molto probabile se si prevede che si verificherà con una certa sicurezza, al contrario un evento si dirà improbabile quando si prevede sia praticamente impossibile che si manifesti.
Come si può notare la previsione dello studioso o più in generale dell’uomo, gioca un ruolo fondamentale nel calcolo della probabilità; egli valuta le sue conoscenze sul fenomeno oggetto di studio e le condizioni in cui si verifica l’esperimento e fornisce in base a queste una propria previsione. Ad esempio se si sa che sono soprattutto gli uomini che usano il pattino al mare, se uno stabilimento è frequentato soprattutto da donne si può prevedere che ci sarà un minore utilizzo di pattini rispetto a uno stabilimento frequentato maggiormente da uomini. Tuttavia non è sempre semplice effettuare previsioni sul verificarsi dell’evento in quanto esso può dipendere da molteplici condizioni osservabili che è difficile interpretare concomitantemente (ad esempio nello stabilimento maschile viene organizzato il torneo di beach volley e gli uomini potrebbero essere più interessati a giocare che al pattino) e dipende anche da condizioni inosservabili (eterogeneità latente): gli individui hanno una propensione diversa all’utilizzo del pattino che è personale non si può spiegare e varia da individuo a individuo.
Quando questi ultimi due aspetti sono preponderanti tanto che è impossibile prevedere il verificarsi dell’evento con una certa probabilità si dirà che l’evento è casuale, aleatorio e il suo verificarsi dipenderà dal caso.
Un evento perciò sarà certo, se è possibile prevedere con certezza il suo verificarsi, casuale, quando è imprevedibile e impossibile quando la probabilità che si verifichi è prevista nulla.
È curioso il ruolo della conoscenza, essa permette minore o maggiore certezza sulla previsione; è curioso tuttavia che anche nella più attendibile previsione ci sia sempre un margine di incertezza.
La conoscenza umana soffre di “incertezza” e su questa incertezza si gioca tutto.
Si dice “non c’è nulla di certo fuorché la morte”, ed effettivamente non si può prevedere sempre con certezza il quando ma certamente avverrà, tuttavia qualcuno ha cambiato questa certezza negativa in una certezza positiva…chi crede è certo che avrà la vita eterna, la morte diventa per i cristiani un evento come gli altri in termini di probabilità. Dio sa che per l’uomo è difficile vivere nell’incertezza e cosi gliene da una e anzi più di una.
Dio è la certezza in questo mondo incerto in cui non c’è per certo nessuna certezza, per usare un gioco di parole; “Or la fede è certezza di cose che si sperano e dimostrazione di cose che non si vedono (Ebrei 11)”. Non è curioso come la statistica sia una disciplina che ha come fine lo studio di un particolare fenomeno in condizioni di incertezza mentre la fede è certezza di cose che si sperano? Questo perché la speranza è biblicamente essa stessa certezza. Eppure tutti pensano il contrario e cioè che la scienza sia così certa perché razionale e basata sui fatti e la fede irrazionale e perciò incerta ma in realtà la definizione di fede e di speranza presuppone certezza. Credi, spera e vedrai “per certo”.
È bello pensare che per quanto si possa prevedere con una certa probabilità il verificarsi di un evento c’è sempre un parametro che viene messo in gioco ed è quello che il mondo chiama caso, fato, ma per i cristiani dietro quel caso c’è spesso la mano di Dio che trasforma in certezza le cose sperate e dimostra quelle non viste con gli occhi umani.
Allora la curiosità di sapere, conoscere e prevedere è insita nella natura umana; la conoscenza può aiutare il mondo e non si contrappone alla fede ma anzi quest’ultima la completa.
È bello poter prevedere le cose con una data certezza ma è meraviglioso poter dire e vivere che Dio può usare quel margine di incertezza per “prendere ciò che viene dal nemico e trasformarlo in bontà”.
Irene Rocchetti
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook