Rialza il suo viso con amore

Era seduta davanti a me e mi fissava chiedendomi se la trovassi ancora attraente. Sedeva indossando il pigiama, i capelli arruffati e quelle che sembravano due palline da tennis infilate nelle sue guance, come conseguenza di una chirurgia orale. I miei occhi erano diventati il suo specchio: era ancora bella? Senza aspettare la risposta, mia moglie mi chiese di non guardarla.

Questa richiesta rimase nella mia mente per ore. Dove l’avevo già sentita prima?

Non guardate se sono scura;
è il sole che mi ha abbronzata;

(Cantico dei Cantici 1:6)

Era una pastorella costretta dai fratelli dominatori a lavorare nei campi come una Cenerentola ebraica. Lavorava con le sue mani. Sudava. Aveva della sporcizia sotto le unghie. Non sedeva vestita di abiti ricamati. Le prove della sua classe sociale erano evidenti sulla sua pelle. Era guardiana della vigna, ma non curava la vigna della sua bellezza (Cantico dei Cantici 1:6). Quando il principe azzurro la trovò, lei gli disse: “non guardarmi”.

Figlie del “non guardarmi”

Viviamo in una cultura pornografica in cui la bellezza viene digitalizzata e professionalmente migliorata. Il nuovo standard è fuori portata per coloro che non desiderano morire di fame, drogarsi, usare “photoshop” e spogliarsi. Il mondo ha organizzato il suo concorso di bellezza, bandendo coloro che non vogliono partecipare, come la regina Vasti del vecchio testamento (Ester 1:10-19). Difficilmente vediamo una pubblicità che non sfrutti il corpo di una donna.

Abbiamo creato una cultura che si aspetta una bellezza riluttante. Alle ragazze viene fatta pressione affinché diventino (e rimangano) come delle Barbie. Le donne non possono invecchiare. Non possono ingrassare. Non possono avere problemi di salute. Non possono avere troppi figli. Non possono lavorare nei campi. Non possono essere viste mentre si rimettono dopo un intervento chirurgico. Non possono avere i capelli bianchi, come una corona d’onore (Proverbi 16:31). La loro bellezza deve rimanere immutata, incrollabile, plastica.

E il diavolo ha fatto i suoi danni anche nella chiesa. Le figlie di Dio, o regine e principesse, sono tentate di chiedere a Dio perché le ha fatte così. Troppe gridano nel loro intimo ai figli di Adamo: “non guardarmi”. Questo grido distrugge il cuore di Dio e di tutti i padri, fratelli, mariti e figli giusti. Da uomini credenti, non dobbiamo solo rammaricarci di questa tragedia; dobbiamo affrontarla. Rimproverare una società che non dà valore alle donne basate sull’imago Dei ma sull’imago Victoria Secret.  Decidiamo, con l’aiuto di Dio, di essere uomini secondo il suo cuore, disintossicati dalla droga della pornografia e dalla lussuria delle donne e comportiamoci come il marito del Cantico dei Cantici: deliziato da chi invece teme di essere spiacevole.

L’amore calma l’insicurezza

Lui si rivolge a lei come “o la più bella delle donne” (Cantico dei Cantici 1:8). Solleva il suo viso incavato, esamina la sua pelle segnata dalle intemperie e le dice con enfasi: “mostrami il tuo viso, fammi udire la tua voce; poiché la tua voce è soave e il tuo viso è bello” (Cantico dei Cantici 2:14).

Lui si delizia in ciò che lei considera essere spiacevole. Mentre i pagani sono così sfacciati da insultare colei che è il Suo ritratto vivente, il figlio di Dio osserva la sua amata e vede una tale grazia e bellezza che non può far altro che esclamare “mia bella” non una volta sola, ma ancora (1:15) e ancora (2:10) e ancora (2:13) e ancora (4:1) e ancora (7:6).

Per ogni nuova imperfezione che lo specchio le mostra, per ogni nuovo cedimento, cicatrice, ruga, per ogni balbettante “non guardarmi perché….” suo marito la corregge sinceramente: “Come sei bella, amica mia, come sei bella!”.

“I tuoi occhi… i tuoi capelli… Il tuo sorriso… Le tue labbra… Le tue mammelle… Tu sei tutta bella, amica mia, e non c’è nessun difetto in te” (Cantico dei Cantici 4:1-7). Lui è un intenditore delle belle arti e nei gloriosi confini di un patto che durerà tutta la vita, Dio gli ha dato un capolavoro da godere.

E non stiamo parlando di un marito al suo primo giorno di nozze, ma di quello che spinge la carrozzella di sua moglie lungo il corridoio verso la chemioterapia. Un uomo che guarda la sua non più giovane e quasi sorda colomba e le dice “Tu mi hai rapito il cuore, o mia sorella, o sposa mia! Tu mi hai rapito il cuore” (Cantico dei Cantici 4:9). Il suo cuore innamorato la rende affascinante ai suoi occhi. Il suo discorso insegna agli altri ad amarla come fa lui (Cantico dei Cantici 5:9; 6:1).

Combattere radici di amarezza che provengono dal passato

Il marito cristiano non è chiamato ad adulare, ma ad essere il miglior “amante”. Quel genere di amante il cui affetto va oltre la camera da letto per entrare in una camera di ospedale, in chiesa, nella cellula di casa, nelle gite in macchina, nei giochi dei bambini ed anche dove c’è stato un lutto. Un amante che parla per Dio quando le sue parole calmano le insicurezze della sua sposa. Un amante sempre  inebriato, rapito dall’amore di sua moglie (Proverbi 5:19).

Un uomo come il novantenne Roy. Recentemente mia moglie ed io siamo stati nel Regno Unito ed abbiamo visitato la tomba di C.S. Lewis. Al cimitero abbiamo incontrato Roy che stava curando la tomba di sua moglie morta quindici anni prima. Ogni mattina veniva a “combattere contro le radici” dei tre alberi che circondavano la tomba. Veniva talmente spesso, che la chiesa gli offrì di diventare il guardiano del cimitero e di fare da guida a chi visitava la tomba di Lewis. Quando gli abbiamo chiesto di sua moglie, il suo viso si è illuminato e, racconto dopo racconto, ci ha detto la stessa cosa da diversi punti di vista: “Era la più bella fra tutte le donne”.

Rialza il suo viso con amore 

Amici, forse vostra moglie non sarà la più attraente agli occhi di uomini lascivi in un mondo ridotto a fast food di seni e vagine. Ma loro non possono vedere ciò che noi vediamo. Noi la guardiamo come fa Dio: come una creatura di una bellezza eterna (1 Pietro 3:4). Una bellezza incontaminata, riservata allo sposo, profonda, senza macchia o rughe. Una bellezza che si rinnova giorno dopo giorno, anche se la cornice esteriore deperisce. Una bellezza che sopravvive nei secoli. Una bellezza che diventa più frizzante man mano che il suo bozzolo terreno si avvicina alla fine. Una bellezza eterna di cui il suo Dio la adorna anche ora.

Gesù vede la Sua chiesa in questi termini di bellezza. Gli occhi morti del mondo non trovano niente a parte un gruppo disprezzato ed ignorato di persone mediocri, ma lei è la delizia di Dio. La pupilla dei Suoi occhi. Lei è “la più bella”. Il Suo giglio tra le spine (Cantico dei Cantici 2:2), il Suo grano in mezzo all’erbaccia. Lei è unica, trascendente, superlativa. Il Suo amore l’ha creata così. Lei porta in sé la bellezza di essere Sua. Per sempre.

Paolo dice:  “Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei” (Efesini 5:25). Deliziatevi della sua bellezza. Parlate teneramente alle sue insicurezze. Rialzate il suo viso con il vostro amore.

Traduzione a cura di Aida González

Photo by Crystal Shaw on Unsplash

di Greg Morse | Coramdeo.it

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