I cristiani, giovani e anziani, anche se sotto molti aspetti sono diversi, possono essere uniti da un amore per Cristo e da un amore reciproco.
Uno degli episodi più dolorosi e strazianti mai accaduti negli ottant’anni di storia della nostra chiesa fu la divisione che ebbe luogo all’inizio degli anni Ottanta. All’epoca, il pastore e metà dei membri si separarono dal resto della chiesa e ne fondarono un’altra a pochi isolati dalla nostra. Le divisioni all’interno delle chiese sono sempre dolorose e spiacevoli, ma a rendere quella divisione ancor più tragica fu il motivo per cui la chiesa si divise.
Mi è stato detto che uno dei motivi principali della divisione fu un disaccordo riguardo ai doni spirituali. È importante rendersi conto che la nostra chiesa non è stata la prima a sperimentare una divisione riguardo alla questione dei doni spirituali, infatti, Paolo dedicò un’intera sezione della Prima lettera ai Corinzi proprio a questo tema (1 Corinzi 12-14). A quanto pare, la scissione che avvenne nella nostra chiesa fu talmente aspra e dolorosa da provocare divisioni persino all’interno di alcune famiglie.
Tutto questo è accaduto trent’anni fa.
Nonostante la questione dei doni possa causare divisioni, Dio, nella sua grazia sovrana, sa come raggiungere l’obiettivo per cui esistono i doni, ovvero quello di unire il suo popolo, come disse Paolo ai Corinzi. In seguito alla scissione, la nostra chiesa rimase lì dov’era, mentre l’altro gruppo fondò una nuova chiesa lungo la stessa strada. Circa cinque anni fa, io e il pastore di quella chiesa, per l’amorevole provvidenza di Dio, diventammo amici e fu così che iniziammo a parlare della storia delle nostre chiese.
Dal momento che il motivo della divisione avrebbe dovuto tenere la chiesa unita invece che dividerla, ci chiedemmo se fosse nostro dovere riunire le due chiese. Per diversi motivi ci rendemmo conto che riunire le due chiese non sarebbe stata la cosa migliore, tuttavia, decidemmo di tenere un culto insieme come simbolo di quell’unità che sarebbe dovuta esistere tra le nostre chiese e che ora poteva esistere.
Circa cinque anni fa, una domenica mattina, la chiesa nata dalla scissione partecipò a un culto nella nostra chiesa. Il pastore di quella chiesa ed io guidammo il culto e chiedemmo a Don Whitney di venire a predicare. Fu un momento meraviglioso. Persone che non si erano più viste da ben venticinque anni si abbracciarono e si riunirono. Quel culto rimarrà per sempre un momento molto importante per me come pastore e per il ministero che svolgo nella mia chiesa.
La chiesa nata dalla scissione continuava a perdere membri, al tal punto che rimase solo un piccolo gruppo di anziani in un grande edificio perlopiù inutilizzato. Qualche mese fa, questo piccolo gruppo si è unito ad una chiesa nascente della nostra zona, una chiesa sana e in crescita. In quel periodo, quel primo nucleo di credenti era composto da membri attivi, giovani e provenienti da diversi paesi, ma non aveva né membri anziani né un locale di culto. Al contrario, la chiesa nata dalla scissione aveva membri anziani e un grosso edificio. Di conseguenza, la chiesa che trent’anni fa si separò dalla nostra oggi non esiste più.
Ora fa parte di una chiesa nascente, forte e sana guidata da un pastore fedele che si sta prendendo cura di quei pochi anziani che erano rimasti. Tutte queste persone, giovani e anziane, diverse sotto molti aspetti, sono ora unite da un amore per Cristo e da un amore reciproco. Questa sì che è una dimostrazione potente del vangelo e dell’amorevole provvidenza che Dio ha verso il suo popolo.
Spero che le ferite continuino a rimarginarsi e che le chiese non si dividano mai più su temi che dovrebbero piuttosto tenerle unite. Spero anche che questa congregazione multietnica formata da persone di età diverse che ora si incontrano nello stesso luogo, lungo la strada dove si trova anche la nostra chiesa, possa continuare a dare prova del vangelo.
Traduzione a cura di Lorenzo Giovannoni
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