L’UNDICESIMA PIAGA, IL TEMPO MODERNO

Genesi 11:3 Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!» Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce. 4 Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra». 5 Il SIGNORE discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini costruivano. 6 Il SIGNORE disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di condurre a termine ciò che intendono fare. 7 Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l’uno non capisca la lingua dell’altro!» 8 Così il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia della terra ed essi cessarono di costruire la città. 9 Perciò a questa fu dato il nome di Babel, perché là il SIGNORE confuse la lingua di tutta la terra e di là li disperse su tutta la faccia della terra.

Fu il Signore ad infierire sull’Egitto con segni, prodigi e piaghe affinché si conoscesse la Sua gloria, la Sua unicità.

Dall’acqua che scorreva nei fiumi tramutata in sangue, alle rane, dalle cavallette, ai calabroni, fino alla morte dei primogeniti.

Quella era la mano potente di Dio che manifestava, tramite il faraone, la sua grandezza agli israeliti, l’amore che provava per essi. Tant’è che Mosè più volte impartisce questo precetto divino agli israeliti. Ti ricorderai, racconterai ai tuoi figli, insegnerai….

Non è la ricordanza di un fatto storico, ma il mettere in evidenza costantemente (tramite il racconto) la potenza del Signore.

Esodo 11:4 Mosè disse: «Così dice il SIGNORE: “Verso mezzanotte io passerò in mezzo all’Egitto 5 e ogni primogenito nel paese d’Egitto morirà, dal primogenito del faraone che siede sul suo trono, al primogenito della serva che sta dietro la macina e ad ogni primogenito del bestiame. 6 Vi sarà in tutto il paese d’Egitto un grande lamento, quale non ci fu mai prima, né ci sarà mai più. 7 Ma in mezzo a tutti i figli d’Israele, tanto fra gli uomini quanto fra gli animali, neppure un cane abbaierà”, affinché conosciate la distinzione che il SIGNORE fa tra l’Egitto e Israele.

NON ESISTE UN PUNTO DI RITORNO, LE PROFEZIE SI DEVONO COMPIERE.

Pare di questi tempi che l’uomo abbia varcato i confini del costruire utile e sia approdato in un mondo saturo, dove ciò che costruisce ormai suppura dal mondo.

“Ci fu un tempo in cui si aveva un secchio bucato e poca acqua arrivava dal pozzo al villaggio portando vita. Oggi viceversa, i troppi secchi fanno in modo che l’acqua che arriva alle case non sia buona o utile o addirittura uccida “.

Questo come tutti sappiamo vale in ogni ambito: i pesticidi e l’agricoltura, dove per proteggere il raccolto, le colture finiscono ad essere più inquinate e tossiche di qualsiasi veleno.

Diamo così tanti farmaci all’agricoltura che non sapremo più che medicina assumere per curarci quando ci ammaleremo grazie al cibo inquinato e così via.

La lista sarebbe lunga, molto lunga.

Mi dico ma è possibile fermare la pesca per la riproduzione? (con tutto il rispetto per i tempi di riproduzione) Ma quanto è grande un mare, un oceano? Ma quando pesce mangiamo, congeliamo o buttiamo?

…Mi dico com’è possibile abbattere una sequoia per fare uno stecchino?

Ritengo che l’uomo abbia perso cose importanti per strada, almeno due: La Fede in un Dio potente che regola le cose “comunque” (anche quando non le comprendiamo) e la capacità di autoregolarsi, che un tempo era “istinto di sopravvivenza”

CHE FARE: LASCIARE CHE LA VITA SI PERDA? GRAZIE AL CIELO NON È NELLE NOSTRE CAPACITÀ.

Già! che fare? credere o non credere? Gioire o disperare, godersi un pezzo di vita o lasciare che la vita viva se stessa? …

Certo abbiamo dimostrato che la mano dell’uomo non è così felice. La storia di tutti i tempi lo dice, grandi popoli hanno lasciato segni riconoscibili della propria cultura, cedendo il passo poi a Civiltà più evolute o semplicemente più competitive, poi di nuovo tutto da capo, verso il prossimo impero.

È un cerchio distorto che ci illude sulla sovranità dell’uomo, lasciandoci pensare che il bene nostro sia il bene e basta, insomma morte tua vita mia.

Tutto ciò mentre il bene supremo ragiona ad un altro livello, includendo in esso ogni cosa, ogni essere, ogni processo.

Livellato perennemente, applicato ad ogni cosa, effuso costantemente.

Non si chiama bene, ma Amore e non è da confondere con un sentimento, ma da percepire costantemente nella vita di ogni essere, è il fluido di cui è permeato il cosmo.

Giovanni 14:12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

15 «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, 17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. 18 Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. 19 Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20 In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. 21 Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Avere fede certo è un dono importante, qualcosa di cui aver cura, qualcosa da non mettere mai in discussione. Ma se nel cuore un dubbio cova come non cadere nel baratro antistante?

Ma, avere Fede è una manifestazione di carattere! e nel momento in cui la mia Fede vacillerà, ostinato, avrò ancora più fede.

Proprio perché gli occhi mi faranno vedere un’altra realtà, il mio cuore convinto camminerà sul baratro!

La Fede serve per credere in una futura epoca migliore, per la quale attraverso la nostra Fede, operiamo ora! Un tempo in cui l’uomo non guarderà a se stesso come al migliore, un tempo in cui non ci sarà dolore, in cui non ci sarà combattimento e quindi nessuna sconfitta.

Un tempo in cui si comprenderà che non siamo unici, se non nell’unità della creazione. Un tempo in cui si comprenderà che la dualità non è antagonismo ma compensazione, così come succede all’equilibrio, non sta in pari se non c’è l’altra parte.

Dio, il Signore, non si è diviso nel mettere in atto la Sua Creazione, ma si è moltiplicato pur restando unico. Non ha soffiato il suo Spirito privandosene di un pezzetto, lo ha moltiplicato perché fossimo eternamente con lui.

La Fede certo non mette in discussione, non si lascia smuovere dall’incertezza.

È un gioco di parole certo! ma la Fede occorre proprio dove bisogna aver Fede. Lá dove il dubbio c’è senza ombra di dubbio!

È quindi con Fede che alcuni guardano alle difficoltà, cercando di imparare da ogni lezione, facendosi convinti però, che quand’anche passasse questa bufera gli uomini torneranno alla loro arroganza.

Convinti di essere unici, cercando di avvalersi di prepotenza.

Certi della loro solitaria vittoria, senza capire che la somma fa la differenza.

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Francesco Blaganò

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