A volte sono le difficoltà più dure che la vita ci mette davanti a dare la maggiore forza e a creare più empatia fra le persone, tanto da far stringere rapporti indissolubili tra chi si trova a dover fronteggiare la stessa situazione di disagio.
Un bambino affetto da cancro è di sicuro una delle circostanze più strazianti che possono vivere sia genitori che piccoli. Affrontare un’avversità del genere, infatti, è già difficile per una persona adulta: immaginiamo cosa vuol dire per un bambino, che dovrebbe avere tutto il diritto di vivere spensierato e tranquillo, e non certo in una camera d’ospedale.
La storia che stiamo per raccontarvi ha per protagoniste quattro bambine davvero speciali, e dimostra proprio che, anche durante le peggiori difficoltà, è possibile ritrovare forza, coraggio e allegria con l’appoggio di chi ci sta intorno, costruendo meravigliosi e commoventi rapporti di amicizia.
via: Fox13 News
immagine: Inside Edition/YouTube
Lauren, McKinley, Ava e Chloe sono quattro bimbe della Florida che, all’età di 3 anni, sono state in cura per un tumore all’ospedale pediatrico John Hopkins di St. Petersburg. Durante il difficilissimo periodo di convalescenza, per le quattro piccole pazienti non sono mancati i momenti difficili, e non è strano comprenderne il perché.
Si tratta di situazioni in cui terapie, malesseri e paura possono davvero rendere complicata la quotidianità. Così, il supporto di chi sta vivendo gli stessi problemi diventa fondamentale e, come solo i bambini sanno fare, con spontaneità e allegria queste quattro pazienti hanno trovato una connessione perfetta.
McKinley, Lauren e Ava soffrivano tutte e tre di leucemia linfoblastica acuta, mentre Chloe era in cura per una rara forma di cancro ai polmoni. La prima volta che si sono incontrate erano tutte nel bel mezzo dei trattamenti più invasivi per combattere le loro gravi patologie. Cure che hanno portato, ovviamente, anche alla perdita dei capelli.
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Le mamme delle quattro piccole amiche hanno notato subito con stupore e gioia quanto stava accadendo. Secondo Shawna, la madre di Lauren, è stato proprio il fatto di condividere le stesse terapie e lo stesso aspetto che ha fatto scattare la speciale empatia fra le quattro bambine. Per loro, infatti, quella dell’ospedale – seppur forzata – era una situazione di “normalità”, nella quale si sono riconosciute e date forza.
E così è stato anche per le mamme, che sono riuscite ad affidarsi l’una all’altra durante il difficile periodo delle cure. Confrontarsi, darsi una mano, sapere che c’è un’altra persona che sta vivendo esattamente gli stessi sentimenti e le stesse paure non possono che essere elementi che aiutano ad andare avanti. Chiudersi nella solitudine, in questi casi, è davvero controproducente.
immagine: Inside Edition/YouTube
Le piccole ex-pazienti, ormai, hanno tutte completato i trattamenti, sconfiggendo le patologie che avevano sconvolto la loro serenità. E non potrebbero essere più amiche, nonostante abbiano lasciato l’ospedale pediatrico. Proprio per celebrare il fatto di essere sopravvissute al cancro, hanno deciso di tornare al John Hopkins riunite. A distanza di tre anni dai loro ricoveri, hanno scattato la stessa foto di gruppo che avevano fatto durante la degenza. E le differenze sono evidenti, ma solo nell’aspetto, perché il loro spirito allegro e i loro sorrisi sono proprio gli stessi.
Non c’è che dire: la storia di queste quattro piccole amiche dimostra al meglio quanto sia importante aiutare gli altri, darsi conforto e combattere con decisione contro un “nemico” comune. Nonostante per loro le avversità della vita si siano mostrate molto presto, hanno già di sicuro compreso che uniti, e con coraggio, si possono superare anche i momenti peggiori.
Deuteronomio 22:4 | Se vedi l’asino di un tuo fratello o il suo bue caduto sulla strada, tu non farai finta di non averli visti, ma dovrai aiutare il tuo prossimo a rialzarlo.
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