È singolare, leggendo la lettera alla chiesa di Laodicea, in Apocalisse 3:14-22 notare che, Gesù il Signore, si trovi non più nella chiesa come sia logico e naturale pensare, ma fuori da questa comunità.
Egli si trova fuori e bussa, con la speranza che ci sia qualcuno che “ascolti la Sua voce e apra la porta” e voglia avere comunione ed intimità con il Suo Signore.
La chiesa dei laodicea, vedeva se stessa come una chiesa ricca, santa e spirituale, ma non era così.
Probabilmente, in essa si facevano tutte quelle attività tipiche, che si fanno in una chiesa.
Si leggeva il Vangelo, si predicava, si pregava, si cantava, si lodava, si amministravano i sacramenti del battesimo e della santa cena o dell’eucarestia, ma Gesù era assente dalla vita intima di questa comunità.
Cos’era accaduto, non lo sappiamo esattamente, forse, era stato, gradualmente messo alla porta, e sostituito da una serie di attività liturgiche dal grande valore spirituale, non lo sappiamo.
Quello che sappiamo è che, Gesù si trova fuori alla porta di questa chiesa e dice ai singoli suoi membri:
“Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò presso di lui e cenerò con lui e lui con me”. (Apoc.3:20)
Gesù ci chiama alla vera vita e all’intimità.
Chi legge pongavi mente!
Antonio Petrucciani
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