SIAMO IN DEMOCRAZIA?

Lo slogan della democrazia viene sbandierato ogni giorno, costantemente.

I politici se ne fanno scudo e nominano la ‘democrazia’ come qualcosa di sacro e di inviolabile.

Nominano la ‘democrazia’ come qualcosa di intoccabile e loro dicono di fare tutto quello che fanno “in nome della democrazia”, “in nome del popolo”.

Loro si sbracciano le maniche, si insultano fra loro, fanno di tutto (dai giochi di potere ai complotti, ai voltafaccia, ai trasformismi, agli inciuci, etc., etc.) in “nome della democrazia”.

Quanto la amano!

Cos’è questa ‘democrazia’?

Si dice che sia il ‘governo del popolo’!

Ma avete mai visto il popolo governare?

Beh, ma “il popolo governa indirettamente” attraverso l’esercizio del diritto del voto.

Cari lettori e lettrici del popolo vi sentite di governare esercitando il “diritto del voto”?

Ogni tot di anni ci chiamano a votare (più o meno sempre gli stessi personaggi), che se eletti faranno una vita da nababbi, con stipendi lussuosi, mentre il popolo (o sotto la sinistra o sotto la destra – poco conta -) continua a fare la fame.

Ma voi/noi – ci dicono – abbiamo votato, e col voto governiamo!

Ridicolo, per usare un eufemismo.

E coloro che sostengono questo sistema si fanno chiamare onorevoli?

Ma quando mai il popolo governa? Oramai i politici, una volta eletti, fanno quello che gli pare. Propongono le leggi che vogliono loro, secondo le loro visioni.

Quante delle LORO scelte sono approvate dal popolo?

E perché non fanno mai una legge che, di certo, sarebbe gradita dal popolo: cioè quella, ad esempio, di abbassarsi lo stipendio, per portarlo ad essere vicino a quello del popolo?

Perché se, come dicono, vogliono fare tutto “in nome della democrazia” non fanno leggi del genere? Se fosse vero che vogliono servire il popolo, perché non dimostrano di essere vicini alla vita e alle esigenze del popolo?

Perché in realtà a parole dicono di essere vicini al popolo, ma l’unica vicinanza a cui aspirano è quella nei confronti di se stessi! il ‘popolo’ per loro è una scusa, una parola inutile, anzi utile ai loro comodi. Loro dicono di “fare tutto in nome del popolo”, ma non si sentono mica del popolo, non si sentono mica come quelli del popolo.

L’India è un paese culturalmente assurdo, con la loro aberrante divisione in caste, dove i paria sono gli ultimi degli ultimi, gli intoccabili.

Ma in Italia siamo come in India:  anche qui ci sono i paria (non i pari); anzi qui in Italia i ‘paria’ li abbiamo in due versioni: da un lato i ‘paria classici’, che sono appunto quelli del popolo (intoccabili nel senso che i loro veri interessi – del popolo – non si toccano mai, non si prendono mai veramente in considerazione) e, dall’altro, abbiamo i ‘paria nostrani’, che sono i politici stessi: intoccabili perché i loro privilegi restano intoccati.

Il popolo serve loro solo per il voto. E per ottenere questo fanno di tutto. Ma una volta espresso il voto (sulla base di tante finte promesse/realistici inganni) faranno la vita da nababbi e prenderanno decisioni che al popolo il più delle volte non servono e non vorrebbero.

Dunque chi rappresentano questi politici? In “nome di quale popolo” esercitano il diritto di decidere per esso?

Ma chi ve lo dice, cari politici, che quello che legiferate sta bene al popolo?

Se veramente ci fosse la democrazia prima di parlare in parlamento dovreste chiedere cosa fa bene e va bene al popolo.

Ma molte delle vostre scelte chi rappresentano?

Quanti di voi siete scesi in politica per fare leggi a vostro favore, le cosiddette ‘leggi ad personam’?

Ipocriti (vale per quelli che fanno tutto ciò). Altro che onorevoli!

Ma di quale democrazia parlate? Di quale ‘governo del popolo’?!

Toglietevi quegli stipendi vergognosamente alti che avete e vi tenete, mentre il popolo muore di fame! Da qui si vede quanto amate il popolo, quanto fate tutto “in nome del popolo”. Ipocriti.

Scusate ho sentito di esprimere un pensiero, che descrive lo stato attuale delle cose.

Voi non siete degni di esser chiamati ‘ministri’ (da minis ter, cioè ‘servi tre volte’), perché voi non servite affatto tre volte il popolo, ma vi servite non tre ma mille volte e in mille maniere del popolo.

Il termine adatto a voi e al vostro modo di fare è quello di sfruttatori.

Scusate ho solo sentito di descrivere la situazione che “mi sembra” di vedere.

Ma quale democrazia? Ma quale governo “in nome del popolo”?!

Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com


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