Siamo responsabili delle nostre azioni. Possiamo anche essere molto spesso indotti a compiere alcune azioni anziché altre, ma siamo e restiamo sempre noi i veri responsabili delle nostre azioni.
Quante volte, essendo nato un problema, piuttosto che affrontarlo cerchiamo di giustificare il nostro comportamento ovvero di addossare le colpe agli altri. Genesi 3:12-13 – 12 L’uomo rispose: «La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell’albero, e io ne ho mangiato». 13 Dio il SIGNORE disse alla donna: «Perché hai fatto questo?» La donna rispose: «Il serpente mi ha ingannata e io ne ho mangiato». E’ sempre lo stesso protocollo che si ripete nel tempo e nello spazio. Quando avvenne il peccato di Adamo ed Eva il meccanismo non era certo diverso. Quando qualcuno commette un errore, la prima cosa che fa è nasconderlo, (Genesi 3:10). E, dopo averlo nascosto, quando viene scoperto, comincia ad addossare la colpa agli altri pur di non essere “punito”. Nel brano di oggi vediamo che l’uomo incolpa la donna, la donna incolpa il serpente, e, poiché Dio stesso aveva consentito al serpente di essere là con loro, quasi quasi il problema era Dio, la colpa era di Dio. Caro lettore, tutti sbagliamo. Tutti veniamo meno, ma soltanto la verità ci renderà liberi, (Giovanni 8:32). Se riconosci di avere commesso un errore non lasciare che questa maledetta catena cominci a pervadere il tuo collo. Non nasconderti, non gettare la tua colpa su nessuno ne tanto meno su Dio. Piuttosto ritorna a Lui, incontralo nel tentativo di riconciliarti con Lui prima e con te stesso poi… e sarà allora che scoprirai che finalmente tu starai in pace.
Ricorda di queste parole: il vero problema non è né l’ambiente che ti ha indotto a fare l’errore, ne le persone che possono avere contribuito. L’artefice del proprio destino sei tu stesso. Allora ritorna a Dio finché abbiamo la Sua pazienza a disposizione.
Gabriele Paolini
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