Meglio soli che male accompagnati

A volte si sente ripetere questo motto, che vuole esprimere la convenienza di stare soli piuttosto che in una brutta compagnia.

Dunque questo motto indica una convinzione che è contraria alla tendenza del conformismo, ovvero a quell’inclinazione che ci farebbe preferire accettare di tutto pur di non restare isolati.

In effetti il nostro motto è proprio una sfida al conformismo. Anzi costituisce l’alternativa stessa al conformismo e il metro di misura (morale, caratteriale e valoriale) per valutare quanto si è capaci di resistere ed opporsi al conformismo.

Se il conformismo ci sfida dicendoci “Accetteresti di tutto pur di stare in compagnia e non da solo” (?), il motto o il principio del ‘Meglio soli che male accompagnati’ è la risposta alla domanda che il conformismo ci pone (e spesso ci impone): “No, non accetterei di tutto, poiché è preferibile stare da soli che con gente che mi porterebbe a fare cose ingiuste e disoneste”.

Pertanto alla proposta o alla propaganda (bombardamento del pensiero) del conformismo, secondo cui converrebbe accettare di tutto (fra ciò che va per la maggiore nella società ( e spesso ciò che va per la maggiore nella società trova la maggioranza dei consensi non perché ci sia in questa qualcosa di buono, valido, onorevole, di buona fama o degno, ma – appunto – perché tutti seguono determinate cose per spirito di conformismo [1]), il principio del ‘meglio soli che male accompagnati’ costituisce la risorsa (non la mancanza) di coloro che comprendono come sia meglio restare fedeli a ciò che conta piuttosto che svendere la propria personalità e dignità alle offerte indegne che spesso circolano nella società.

Del resto il ‘successo’ in società spesso si misura in termini di numeri, di quantità piuttosto che in termini di qualità.

Al conformismo non si confà un motto come quello che stiamo esaminando, ma semmai un motto ad esso contrario: ‘fai quello che fanno tutti se vuoi stare in compagnia’.

Dunque quello che siamo cercando di vedere e di confrontare sono queste due cose:

  • il bisogno di compagnia;
  • le cose che sono lecite e giuste da fare.

Il conformismo dice che tra le due cose bisogna mettere al primo posto il desiderio di compagnia.

Il nostro motto, invece, ci dice che prima di scegliere un’eventuale compagnia dovremmo pensare a ciò che questa compagnia ci porterebbe e ci spingerebbe a fare. Il nostro motto è utile perché ci aiuta a considerare che se un’eventuale compagnia ci spingerebbe a fare cose che sono sconvenienti (per la nostra crescita morale e spirituale) sarebbe preferibile restare fermi nella fede di principi giusti e santi piuttosto che svendere questa fedeltà in nome del “bisogno” di compagnia a qualunque costo. Meglio soli che male accompagnati!

Infondo il nostro motto non ci sta dicendo che se lo sceglieremo saremo veramente per sempre da soli. Il nostro motto ci sta dicendo semplicemente che quando si tratti di decidere tra lo star soli anziché aderire ad una compagnia che segue cose indegne e di dubbio valore morale e spirituale è preferibile la solitudine a quel genere di compagnia.

Un corollario, ossia una conseguenza, del nostro motto infatti potrebbe essere il seguente: ‘Meglio in una buona compagnia che stare da soli’.

Dunque il nostro motto non ci condanna all’isolamento, ma ci esorta alla vigilanza sul genere e sul tipo di compagnia che ci potrebbe capitare e che ci converrebbe scegliere, visto che non tutte le compagnie sono da accettare e condividere.

Se uno non facesse attenzione al tipo e al genere di compagnia da frequentare sarebbe facilmente seducibile dallo spirito del conformismo, mentre facendo attenzione al tipo di compagnia da frequentare (selezionando le buone e genuine compagnie) saremmo condotti non dal conformismo, ma dalla conformità (a dei sani e proficui principi e valori).

Spero che questo semplice pensiero e considerazione sul tipo e genere di rapporti e relazioni che potremmo essere chiamati a selezionare e a scegliere nell’ambito e nel contesto della nostra società sia di stimolo a qualcuno (più o meno giovane che sia, poiché nella tentazione e nella trappola del conformismo non ci cadono solo i più giovani e meno esperti, ma anche coloro che si dicono maturi).

Infondo la scelta delle compagnie è associabile ad un altro motto, che fece suo e a cui si ispirava già l’apostolo Paolo :

“Se ancora cercassi di piacere agli uomini non sarei più servo di Cristo”.

Spero che sia chiaro il senso di queste parole dell’apostolo. Comunque, al fine di non generare equivoci (che certi malpensanti potrebbero voler creare), precisiamo che ciò che Paolo intende dire è che essendo il nostro primo proposito e obiettivo quello di ‘piacere a Dio’ (cioè di compiere il bene, secondo la Sua visione e Giustizia) dobbiamo stare attenti a non venir meno rispetto a questo principio finendo col piacere a coloro che intendono fare cose contrarie alla Giustizia di Dio, cioè finendo per cedere al conformismo.

C’è dunque una risposta al conformismo? Si c’è. C’è dunque una visione alternativa e più valida al conformismo? Si c’è e consiste nel non seguire acriticamente la massa di coloro che sono disposti a sacrificare i principi più nobili per l’anima e per lo spirito pur di compiacere a tutto e a tutti e, così, cercare di stare sempre al centro dell’attenzione (cosa che sa appunto di ego-centrismo).

Noi non possiamo piacere a tutti: sia agli onesti che ai disonesti, sia ai giusti che agli ingiusti. Non ci possiamo conformare a tutti; non possiamo accettare di tutto.

Dobbiamo selezionare ciò verso cui siamo disposti ad orientarci. Ed un orientamento in questo senso ci viene dal Vangelo:

“Chi non è con me è contro di me” (Gesù).

“Se vi fate amici del mondo vi fate nemici di Dio” (apostolo Giovanni).

Perché?

Perché spesso la Bibbia col termine mondo si riferisce alla massa indifferenziata di coloro che seguono l’andazzo – malvagio – di questo mondo, costituito da tutte quelle cose che il mondo chiama ‘lecite’, ma che sono contrarie alla giustizia di Dio.

Prova a seguire le vie di Dio e ti renderai conto di come non potrai seguire più ogni scelta, ogni via, ogni dottrina, ogni pensiero e principio del mondo, ché si compiace spesso in ingiustizie che chiama “convenienze” e che spesso prova a far passare per cose oneste e giuste! Ma agli occhi di chi?

Meglio soli che male accompagnati: meglio dalla parte di Dio che dalla parte di molti che sfacciatamente chiamano il male bene e il bene male!

Prima di aderire acriticamente ad una certa compagnia chiediti se quella è la compagnia che Dio vorrebbe per te. Esamina i principi che vanno per la maggiore in una determinata compagnia e comparali con quelli che Dio ci indica nella sua parola. Allora saprai se stai cadendo nella trappola del conformismo o se, con consapevolezza, stai ricevendo dal Signore il discernimento necessario per aderire con conformità (a dei giusti principi) messi in pratica nel contesto di una compagnia che sia davvero buona, cioè approvata da Lui.

Tuo fratello in Cristo Enzo Maniaci.

[1] Cioè per accettazione acritica, passiva o immorale di ciò che coscientemente, attivamente e moralmente non andrebbe accettato in quanto l’accettazione conformistica dipende dalla semplice paura di restare soli o in posizione minoritaria, paura che porta a rinnegare il motto del ‘meglio soli che male accompagnati’.

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