Un’agenzia di servizi per l’infanzia ha respinto una coppia di genitori adottivi per via della loro fede cristiana.
Una mamma e un papà, due persone che vogliono creare una famiglia. E che non potendoci riuscire, vogliono dare amore a un bimbo sfortunato. Ma questo non è possibile: l’adozione è stata proibita per via della loro fede cristiana.
Questi fatti ai limiti del paradosso riguardano una coppia canadese. Alla base dell’impossibilità di adottare c’è la convinzione della Corte di giustizia dell’Ontario Superiore.
LA Corte di Giustizia sostiene che gli ideali cristiani siano troppo obsoleti e “pericolosi” per la comunità gay. E che il bambino crescerebbe “con pregiudizi”.
Come si legge sul magazine del Justice Centre canadese, schierato dalla parte della coppia, la Corte di Giustizia sta “mettendo l’ideologia davanti agli interessi dei bambini”.
È stata ufficialmente sporta denuncia. Nei documenti giudiziari ufficiali consultabili onlinesi legge che non esiste alcun ostacolo reale all’adozione.
La coppia adottante ha tre figli biologici. Sono sposati, sono una famiglia felice. L’unico “problema” rilevato dalla corte? Il padre è il pastore di una chiesa evangelica in Ontario.
L’uomo ha pubblicato una lettera dell’agenzia di adozioni, che diceva testualmente: “riteniamo che le politiche della nostra agenzia non sembrano adattarsi ai vostri valori e convinzioni”.
“Pertanto – continuava ancora la lettera – non saremo in grado di andare avanti con l’adozione”. Una follia che ha portato la coppia a rivolgersi agli avvocati.
Ora il Justice Centre afferma che l’agenzia ha violato la libertà di religione e coscienza della coppia e la loro libertà di pensiero, convinzione e opinione che sono protetti dalla Carta dei diritti e delle libertà canadesi.
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