Egitto: In prigione per un post su Facebook

NELLA FOTO: L’interno della casa di Fady dopo l’assalto

I cristiani egiziani affrontano difficoltà sempre maggiori a causa di un’intolleranza islamica crescente. Il responsabile di Porte Aperte/Open Doors per il Medio Oriente infatti, ha definito molto allarmanti gli attuali sviluppi in Egitto, che vedono l’utilizzo dei social media come strumento per screditare e perseguitare chi segue Gesù.

Il fatto

Nermin ha 20 anni e fatica a credere a ciò che gli è accaduto. Qualche settimana fa, mentre prendeva il tè con alcuni familiari nel villaggio di Ashnin El-Nasara, ha sentito delle urla provenire dalla strada. “Sono andato a vedere cosa stesse succedendo”, ha detto, “quando ho visto un centinaio di persone che, impugnando mazze e pietre, urlavano Allah Akbar (Dio è grande) e inneggiavano slogan ostili verso il cristianesimo”. La folla, in preda alla rabbia, si stava dirigendo proprio verso il luogo in cui si trovava Nermin, il quale, riuscendo a correre verso casa sua, ha chiuso la porta e ha iniziato a piangere e urlare dalla paura. Sentiva le pietre schiantarsi contro la sua abitazione. La tensione è aumentata ulteriormente quando gli aggressori si sono diretti verso la casa dei suoi genitori: “Temevo che li avrebbero uccisi”, ha raccontato.

Il motivo della rabbia

Circa un mese fa, alcuni post blasfemi erano apparsi sulla pagina Facebook di Fady, fratello maggiore di Nermin. Successivamente, attraverso un video di scuse e sostenendo che il suo account fosse stato violato, Fady aveva cercato di risolvere la situazione, ma senza riuscirci: una spedizione punitiva è stata organizzata via social network e decine di musulmani della zona hanno aderito. Nonostante né Fady né i suoi genitori si trovassero in casa al momento dell’attacco, la folla ha fatto irruzione nell’abitazione distruggendo ogni cosa. La situazione è poi tornata alla calma grazie all’intervento della polizia che ha anche arrestato alcuni degli aggressori.

La situazione attuale

Anche Fady è stato arrestato pochi giorni dopo insieme a due zii e a suo fratello. Il responsabile di Porte Aperte/Open Doors per il Medio Oriente, dopo una recente visita in Egitto, ha riferito che quanto avvenuto a Ashnin El-Nasara non si tratta di un incidente isolato: “Alcune fonti locali hanno raccontato di altri casi, alcuni dei quali resi pubblici”, ha detto, “sembra che siamo di fronte ad una nuova tattica dei gruppi estremisti salafiti, messa in atto per danneggiare i cristiani del Paese, specialmente i copti dell’Alto Egitto. Non si tratta di incidenti casuali, ma di una strategia organizzata per attaccare il cristianesimo, una tattica messa in atto da persone con disponibilità economica tale da permettere loro di pagare degli hacker”.

Per Fady il futuro è insicuro, mentre alcuni degli aggressori e dei suoi parenti sono stati rilasciati, lui è ancora in attesa di essere giudicato per l’accusa di blasfemia.

Porte Aperte Italia

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