Ogni gesto, ogni oggetto, ogni paramento, ogni preghiera, ogni edificio, molto spesso senza osservare il modello mostrato sul monte.
Tutto ciò che si celebra durante il culto deve essere così come Dio vuole e come egli stesso ha stabilito.
La fede viceversa, non è tesa a rappresentare, ad imparare qualcosa, ma a conoscere, a riscoprire ciò che in Dio abbiamo già, che abbiamo ricevuto dal Padre e che in Cristo viene confermato.
Come esprimere Dio, come raccontarlo, come farlo nostro, come comprendere e far comprendere a dispetto di tutte le religioni che Egli è ancora molto più in alto. Come intuire cosa è racchiuso in un nome, in un suono che è tutto e contiene tutto?
In esso niente è mediocre o medio, non esiste il grigio o la terra di mezzo. Ogni cosa è superlativa, il chiaro è luce e il buio tenebre!
È così che dovremmo accostarci per cercare il Signore: dimenticandoci di tutto ciò che è intermedio. Non guardiamo agli avvenimenti, alla magia delle cose, non alla qualità o tipo di vita che conduciamo, non alla fortuna, non al caso.
Egli è l’insieme di tutte le cose elevate alla massima potenza, come può esserci un altro dio? Nell’immaginare un qualsiasi concetto, pensando a Dio, dobbiamo comprendere che non può esserci nulla di più elevato, di più completo, di più stabile e niente di inferiore o di più basso.
Ogni altra cosa al di sotto della Sua perfezione è materica, umana, in qualche modo raggiungibile o perseguibile, caduca.
Perciò la comprensione viene centellinata da fuggenti rivelazioni che in quel tempo ci toccano il cuore, in quell’attimo ci lasciano percepire la potenza del Suo amore, le meraviglie della Sua creazione dandoci certezza delle leggi che regolano l’universo, di come Egli è il contrappeso perfetto e equilibrato di ogni cosa. Mostrando ai nostri occhi l’unicità nella più variegata gamma di esseri e di pensieri.
Come fermarsi ad un dio religioso? Come adorarlo il forma di statua? Come piegarsi a ciò che opera per il male.
L’uomo ha trasformato ogni cosa con costanza in riti o pratiche umane.
Dalla preghiera al culto, dal matrimonio alla celebrazione di ciò che Dio ritiene importante per gli uomini, come il riposo, in ogni cosa originariamente si celava la vera adorazione.
Infatti c’è amore e amore, matrimonio e matrimonio, rito e rito, culto e culto.
Insomma tutto è da Dio se non lo trasformiamo in qualcosa di nostro.
Perciò amo Cristo Gesù, perché Egli ci ha fatto un dono preziosissimo deponendo la sua vita per permetterci, attraverso di lui, di accostarci al Padre.
Non un uomo arrogante che vuole arrivare a Dio ma un Dio amorevole che si avvicina all’uomo.
Noi non possiamo comprendere il Signore, ma possiamo vivere nel Signore seguendo il modello perfetto di Gesù.
La Bibbia dice che ora comprendiamo in parte è che poi comprenderemo pienamente. Ciò che ci spinge a compiere questo cammino è la speranza nella salvezza, poiché nella Salvezza c’è il comprendere a pieno, il poi deve esserci! ed è un futuro extra corporeo, un perdurare della nostra anima al cospetto della completa conoscenza. In quel tempo inesistente il tutto sarà chiaro.
Perciò amo Cristo Gesù, perché nella sua scuola (il Vangelo) sono comprese tutte le classi, dall’asilo agli studi più completi. Chiunque cercando può scoprire mille profondità nella stessa parola, nella stessa frase. È più cerchi è più ti rendi conto che hai bisogno di semplificare, che la tua mente si rinnova che Cristo incomincia a pensare in te. Più cerchi più ti rendi conto che se guardi bene sai già tutto, impari che se ti lasci guidare dallo Spirito di Dio tutto il Suo sapere ti appartiene. Una cosa sola ti compete, non fare ostinatamente opposizione, affinché il Suo Amore possa fluire senza intoppi.
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
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