Un noto pastore, alle sue prime esperienze pastorali, fu mandato in una comunità di Torino.
Erano gli anni che seguirono il dopoguerra e nella chiesa le donne si davano da fare, oltre ad evangelizzare anche ad aiutare i poveri con il cucire, rammendare e cercare di far sembrare nuovi abiti in disuso. Nel fare questo utilizzavano una stanza nella chiesa e, ad orari che non si tenevano culti, vi si recavano alcune sorelle. Avevano rimediato una macchina per cucire che aiutava notevolmente il lavoro. Un giorno però la macchina si ruppe e decisero di parlare con il pastore e la comunità per vedere come si poteva risolvere il problema.
Così, una sera intra settimanale, a fine culto il pastore chiamò le sorelle e chiese loro di esporre il problema. Una sorella si alzò e raccontò l’accaduto, così si intraprese una serena discussione sul da farsi. Chi diceva di andare ai mercatini rionali per vedere se magari si poteva acquistare una macchina per cucire; chi invece diceva di esporre il problema con un cartello appeso alla porta della chiesa se qualcuno avesse una macchina usata… insomma ognuno diceva la sua. Dalle ultime file della chiesa si alzò un fratello che disse: “La regalo io una macchina per cucire nuova, ditemi quanto costa e vi darò i soldi”. La chiesa contenta e meravigliata allo stesso momento non sapeva come ringraziare Dio. Ma come in tutte le “buone famiglie” ci sono i bastian contrari. “Fratello perché spendere una cifra tanto alta per una macchina per cucire nuova, quando con un quarto di quei soldi se ne può comprare una usata?” – “Vero” replicò un altro, “Potremmo comprare lo stesso una macchina per cucire usata e con la rimanenza dei soldi potremmo fare anche qualche lavoretto nella chiesa”. Ma il fratello che si propose di offrire la macchina per cucire non si fece condizionare, anzi, si alzò di nuovo e disse: “Ho ascoltato i vostri commenti ma io quando do una cosa al Signore mi piace dargli il meglio e non l’usato. La macchina serve per la chiesa? E per la chiesa do le cose migliori”. Si mise a sedere e scese un silenzio nell’assemblea. Così il pastore disse: “ Sorelle, abbiamo risolto ringraziamo il Signore”. Purtroppo questa è una politica che non scompare mai dalle chiese di dare al Signore le cose più scadenti. Molte chiese non chiedono soldi e decime affidandosi a Dio per le spese.
Ma puntualmente la domenica, nelle offerte, una parte dei credenti da sempre gli spiccioli… quasi a liberarsi dal quel peso delle monetine. Una domenica in chiesa c’erano tre persone che contavano i soldi. Uno di loro mi chiamò dicendomi di aiutarlo a contare le offerte. Un’infinita quantità di 1-2-5 cent erano sparsi sulla scrivania dell’ufficio della chiesa….
Spesso diamo i nostri abiti, le nostre cose in disuso e non è una cosa brutta, ma se pensiamo che questo è tutto il bene che si fa, allora stiamo rovinati. Spesso Dio ci chiede di attivarci in prima persona per un fratello, una sorella e perché no anche persone che non conoscono il Signore. Perché è da questo che ringrazieranno Dio: dalle nostre buone opere! Il mondo è ferito già da una politica deprimente, se vedono che la Chiesa di Dio fa le stesse cose saranno grandemente scoraggiati. Non preoccupiamoci per le cose che perdiamo, tanto Dio già ci ha dato enormemente di più. Dio ci benedica!
Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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