EX LESBICA. IL MASCHIETTO DI PAPÀ E LA VERA LIBERTÀ IN CRISTO

NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE! ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA CHI FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI.
(VANGELO SECONDO MATTEO 7:21)
GLI ANTEFATTI

I miei genitori, dopo aver avuto le mie due sorelle, desideravano avere un maschietto ma sono nata io, un corpo da femmina ma con la mente di un maschietto.

A sei anni capii di essere LESBICA, fui educata alla lady Oscar. Aiutavo mio padre a lavare le auto nell’autolavaggio di famiglia. Lo seguivo ovunque; se andava senza di me mi sentivo tradita da mia madre perché non mi aveva avvisata che papà stava andando fuori. Volevo vestirmi da maschietto, d’altronde mio padre mi chiamava: U ME MASCULIDDU (il mio maschietto).
Lui mi permetteva di andare ai matrimoni in giacca e cravatta, capelli corti a spazzola.
Questo era uno dei tanti motivi per cui i miei genitori litigavano, mia madre non era d’accordo.
Eppure sono nata in una famiglia di cristiani evangelici, eh sì… L’etichetta, le denominazioni non fanno di una famiglia la famiglia secondo Cristo!

L’INFANZIA

Ricordo ancora la sofferenza che provai nel rendermi conto, a sei anni, di provare attrazione verso una bambina, era bionda ed esile e poi ce ne fu un’altra alle medie. Mi facevo chiamare Massimo oppure Alex: nascondevo la mia vera sessualità. Mi presentavo a loro con un nome maschile e iniziai ad avere fantasie su di loro.
Sognavo di corteggiarle, di baciarle e di giocare. Avevo pensieri e atteggiamenti “romantici” verso le ragazzine e loro mi guardavano con ammirazione non sapendo che ero femmina.
Mi resi conto che non era normale, nessuno me lo disse. Io mi resi conto, da sola a sei anni, che non era normale e per tale motivo mi sentivo sporca, non in linea con Dio e così piangevo in silenzio, al buio,in camera. Avrei voluto parlarne con qualcuno, mi sentivo così PESANTE e in colpa, ma con chi avrei potuto parlare? Mi vergognavo, certe cose non si fanno Debby, mi dicevo.

Era estate, nell’autorimessa faceva tanto caldo ma io lì ci stavo benissimo perché amavo aiutare mio papà e tra un auto e l’altra, andavo in ufficio ma quel giorno non disegnai ma decisi di andare alla ricerca delle risposte alle mie domande:
“Cosa pensa Dio di me?”
“Cosa pensa Dio dei gay?”
“Perché proprio io?”
“Perché non posso essere normale come tutte le altre bambine?”
Bene, avevo il diritto di giocare come tutte le altre bambine ma non era un diritto mio, il mio diritto era un altro: CERCARE LA VERITÀ!
Iniziai a prendere appunti su un quadernone che tutt’oggi possiedo, presi la Bibbia e la chiave biblica e iniziai la mia lunga ricerca senza nessuno al mio fianco, ero io e…DIO.

L’ABUSO

Qualcuno, di sesso femminile, della famiglia abusò di me quando avevo circa 9 anni o giù di lì. Scoppiavo a piangere improvvisamente e mia madre non capiva cosa mi stesse succedendo. Non riuscivo a confessare, era atroce la vergogna che provavo. I singhiozzi non li dimentico, così come non dimentico il giorno in cui mi liberai di quel segreto e confessai tutto a mia madre. Non è descrivibile, non ci sono parole al mondo che possano dare la benché minima idea della sensazione di leggerezza che si ha dopo la liberazione di un peso, di un segreto che fa male.

L’ADOLESCENZA

Gli anni avanzavano e il mio migliore amico, mio padre diventò il mio peggior nemico.
Il mio gigante con cui combattevo ogni giorno, casa mia era il campo di battaglia, un posto pericoloso, camera mia era un posto sicuro.
Il mio primo bacio a una ragazza lo diedi a 15 anni, feci coming out a 18 con mia madre. Una delle mie sorelle mi rinnegò ma poi mi seguì anche lei nelle serate gay. Mio padre non sapeva nulla.
Ho avuto tante, troppe donne ma solo due ne lasciai a causa di Dio. Era la fine del 2010 inizio 2011 quando fui ricoverata all’ospedale di Messina a causa di un presunto microadenoma all’ipofisi. Ricoverata per una settimana, furono tanti i controlli e lì venne a farmi visita lei, la mia ragazza X. Nessuno della mia famiglia venne a farmi visita…ma lei sì, era lì. In ospedale qualcuno mi diede il nuovo Testamento che tutt’oggi ho e fui molto contenta. Conoscevo molto bene la Bibbia ma per me ogni volta sembrava come se fosse la prima! Divoravo le pagine ma non mi sentivo apposto, il rapporto che vivevo con lei non era sereno perché io non ero serena così come non lo ero stata con le altre.

Andavo in palestra sei giorni su sette, per 3-4 ore al giorno. Obiettivo: massa muscolare! Dovevo necessariamente essere forte per difendere me stessa e mia madre dal mio nemico, fino al giorno in cui mio padre ebbe paura di me. La mia rabbia, l’odio verso di lui sarebbero stati capace di ammazzarlo.

IL SOGNO

Quella sera feci un sogno. Provo a raccontarlo. Parlavo a qualcuno, non vedevo nessuno ma sentivo la voce. Io chiedevo: Posso stare con lei? Lui rispose “NO.”,
Posso Amarla? Lui rispose: “NO.”
Posso vederla? Lui rispose: “SÌ, come si fa con un’amica”.

Le risposte erano pronunciate con tono calmo ma autoritario, come un padre che per amor tuo ti vieta qualcosa.

Io piansi talmente tanto che gli occhi facevano fatica ad aprirsi. Presi la decisione dentro di me ma raccontai il sogno a lei solo al mio arrivo a Catania. In ospedale mi dimisero dicendomi: “Signorina, lei non ha nessun adenoma ma continua ad avere il problema. La dobbiamo dimettere perché non sappiamo cos’altro fare, certi casi sono misteri della fede.”

Il primario disse quelle parole allargando le braccia e con me c’era solo un’amica, non c’era mia madre, mia sorella o mio padre ma un’amica. Non ero spaventata e né arrabbiata, ero meravigliata del mio essere calma.
Me ne andai col pullman a Catania accompagnata da X. Non le dissi nulla del sogno ma poi lo dovetti fare e la sua risposta fu agghiacciante.
Mi disse che anche lei fece lo stesso sogno ed era molto spaventata mentre lo raccontava.
Non fu facile, la lasciai ma entrai in depressione e fu lì che, mentre mio padre pensava a intestarmi un’ autorimessa, io gli dissi: “Ma non lo vedi che sto male? Che piango di continuo pur sapendo che io non piango mai in pubblico? NON LO VEDI CHE STO MALE????”

Quel giorno raccontai tutto e lui fece silenzio, poi mi guardò e mi disse: “E se ti dicessi che già lo sapevo? “

Mi senti’ sprofondare ancora di più….. Più giù.

L’INCONTRO CON DIO

In quel periodo il sole m’irritava tantissimo, non volevo mangiare, non volevo lavarmi e il cuscino non era mai asciutto.
Dalla mia stanza entrava un fascio di luce, più lo guardavo e più chiedevo a Dio di lasciarmi morire. Pregavo affinché mi potesse tirare fuori da quel dolore così pungente, così reale… Una sorellina venne a farmi visita e mi regalò un quadro dove c’è scritto:

VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI, E IO VI DARÒ RIPOSO.
(VANGELO SECONDO MATTEO 11:28)

Lo accettai molto volentieri, provai sollievo, un po’ d’ossigeno!
Piano piano mi rialzai ma non vi nascondo che prima ancora di ricevere questo regalo, ritornai da lei ma lei mi disse: “No, Debora, tu devi fare questo salto.”

Stetti 2 anni da sola, i litigi in famiglia non cessarono anzi… Avevo in casa un padre padrone che predicava bene ma praticava male, iniziai ad odiarlo per davvero fino a esser tentata di ucciderlo nel sonno e questo odio mi portò a odiare gli uomini ricadendo nelle braccia delle donne. Dio non permise tante cose…
Dissi a Dio: “Non sono capace di fare la tua volontà, c’ho provato seriamente e a spese mie com’è giusto che sia, ma non ce la faccio!!!”
Ho vissuto più di 25 anni conducendo una vita da LESBICA CREDENTE.
Oggi ho 33 anni, vivo in Germania da 2 anni e il 6 marzo scorso c’è stata la svolta definitiva: NON C’È PACE, NON C’È AMORE, NON C’È SUCCESSO che possa sostituire LA COMUNIONE CON DIO!!!

Se l’uomo non tocca il fondo non lascerà facilmente la presa. Sono arrivata a un punto di non ritorno ed ecco che è arrivata pure la svolta definitiva.
Siamo noi a impedire la svolta NON FIDANDOCI DI DIO. Non essere il nemico di te stessa,perderai.

UNA VITA VISSUTA IN PIENA “LIBERTÀ”, la libertà di chi fa’ ciò che più DESIDERA, NON vale UN SOLO GIORNO VISSUTO IN PACE CON IL PADRE ETERNO.

Mio padre è morto il 14 aprile 2018 mentre io stavo lavorando. Avevo il cellulare senza suoneria ma sentii una musica provenire dalla mia tasca, era un cantico di una sorella: IO NON TI LASCERÒ MAI SOLA…
Abbassai immediatamente la suoneria, lo rimisi in tasca ma suonò per la seconda volta ed era un altro cantico di quella sorella. Spazientita, ripresi il cellulare e tolsi nuovamente la suoneria ma PER LA 3 VOLTA RISENTO UNA MUSICA e questa volta era il cantico di un fratello e allora capii che c’era qualcosa che non andava. Scappai in bagno e accesi la connessione dati. Un messaggio su wathsapp, mia sorella, nota vocale: “Debora, papà è morto, non ci posso credere, se n’è andato. Papà è morto!”

IL PERDONO

Volevo dirti papà che ti avevo già perdonato ancora prima del tuo tumore e sono felice di averti abbracciato forte per l’ultima volta prima della tua dipartita. Volevo dirti papà che, nonostante tutto, il regalo più bello l’ho ricevuto da te: IL SEME DI DIO. GRAZIE

Se ne andò confessando a mia sorella di aver sbagliato con tutti noi. Sono sicura che il suo spirito è alla presenza del Padre ed io non vedo l’ora di riabbracciarlo.

L’amore è un invenzione di Dio, l’amore è Dio, oltre che perfetto giudice e fuoco consumante, e se DIO AMA il peccatore e odia il peccato chi sono io per amare il peccato e odiare il peccatore?

Tutto ciò che è in abominio a Dio non potrà mai essere benedetto da Dio.
Io scelgo l’amore vero, l’amore che mi permette di vivere in pace con me stessa e con chi mi ha sempre amata sin dal mio primo respiro. Lui mi ha scelta ed io lo adorerò in spirito e verità. Ritorno al mio primo amore: GESÙ

Non esiste una magia che ti trasformerà in etero, IO NON SONO ETERO, io SONO UNA FIGLIUOLA DI DIO e non la mia ma la sua volontà sia fatta da ora in eterno!

CHI AVRÀ TROVATO LA SUA VITA LA PERDERÀ; E CHI AVRÀ PERDUTO LA SUA VITA PER CAUSA MIA, LA TROVERÀ.
(VANGELO SECONDO MATTEO 10:39)
NON V’ILLUDETE; NÉ FORNICATORI, NÉ IDOLATRI, NÉ ADÙLTERI, NÉ EFFEMINATI, NÉ SODOMITI, NÉ LADRI, NÉ AVARI, NÉ UBRIACHI, NÉ OLTRAGGIATORI, NÉ RAPINATORI EREDITERANNO IL REGNO DI DIO. E TALI ERAVATE ALCUNI DI VOI; MA SIETE STATI LAVATI, SIETE STATI SANTIFICATI, SIETE STATI GIUSTIFICATI NEL NOME DEL SIGNORE GESÙ CRISTO E MEDIANTE LO SPIRITO DEL NOSTRO DIO.
(PRIMA LETTERA DI PAOLO AI CORINZI 6:9-11)

Gesù è il vasellaio e noi siamo l’argilla. Lascia che Gesù operi nella tua vita. Devi avere solo fede e lasciare la tua vita per lui e Lui te ne darà una del tutto nuova nel Suo nome.

Genitori, ringraziate Dio per quello che avete e pregate Dio affinché i figli siano SANI e non maschi o femmine!

Da: amorepurogesu.com


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