Un pomeriggio, mentre ero occupato come insegnante, sentii improvvisamente qualcosa che mi saliva in bocca dal profondo del mio petto. La mia bocca fu presto piena ed ebbi l’impressione di soffocare. Come aprii la bocca, il sangue incominciò a sgorgare. Cercai di fermare l’emorragia, ma il sangue continuava a fluire dalle mie narici e dalla mia bocca. In breve stomaco e torace furono pieni di sangue. Fortemente indebolito, svenni. Quando ripresi conoscenza mi sembrava che ogni cosa mi girasse intorno. Profondamente turbato, raggiunsi con fatica la mia casa. Avevo 19 anni e stavo morendo. Spaventati, i miei genitori vendettero parte delle loro proprietà per ricoverarmi in un famoso ospedale per essere curato. I medici mi esaminarono con diligenza e la loro diagnosi fu: tubercolosi incurabile. Quando udii le loro affermazioni, realizzai quanto grande fosse il mio desiderio di vivere. I miei piani per il futuro stavano per finire, prima ancora che io avessi potuto incominciare a vivere pienamente. Disperato, mi rivolsi al medico che aveva pronunciato la tremenda diagnosi e lo supplicai:
“Dottore, non c’è proprio nulla che potete fare per me?” La sua risposta continua a risuonare nella mia mente ancora oggi:” – “No. Questo tipo di tubercolosi è assai raro. Progredisce così rapidamente che non c’è modo di fermarlo. Tu puoi avere tre o, al massimo, quattro mesi di vita. Va’ a casa, giovanotto; mangia tutto quello che vuoi e congedati dai tuoi amici”. Sconsolato, lasciai l’ospedale. Incontrai centinaia di rifugiati per la strada e mi sentii del loro stesso stato d’animo. Sentendomi completamente solo, ero ormai uno di quei disperati. Rientrai a casa in una condizione penosa. Pronto ormai a morire, appesi alla parete un calendario di tre mesi. Ero cresciuto nella religione buddista e pregavo tutti i giorni a Budda perché mi aiutasse, ma non avevo nessuna speranza e continuavo a peggiorare. Realizzando che il tempo della mia vita si andava accorciando, abbandonai la mia fede in Budda. Incominciai a gridare al Dio sconosciuto. Ero ben lontano dall’immaginare quali conseguenze la Sua risposta avrebbe avuto nella mia vita. Pochi giorni dopo, una studentessa venne a visitarmi ed incominciò a parlarmi di Gesù Cristo. Mi raccontò la Sua nascita, la Sua morte sulla croce, la Sua resurrezione e mi annunziò la salvezza nel Suo nome, per grazia. Questa storie mi parvero delle cose senza senso. Non accettai i suoi racconti e non diedi importanza a questa ragazza ignorante. Quando se ne andò provai un senso di sollievo. Ma il giorno dopo la ragazza ritornò. E ritornò ancora ed ancora, sempre raccontandomi le sue storie intorno al Dio-uomo Gesù, che incominciavano a turbarmi. Dopo più di una settimana di queste visite, divenni fortemente agitato e la volta seguente la respinsi sgarbatamente. Ma ella non scappò via offesa, né reagì con ira. Semplicemente s’inginocchiò ed incominciò a pregare per me. Grosse lacrime le rigavano il volto, manifestando una compassione estranea ai miei ben organizzati e sterili riti filosofie buddiste. Quando vidi le lacrime, il mio cuore fu profondamente commosso. C’era una realtà diversa in questa fanciulla: ella non mi recitava dei racconti religiosi, ma realmente le cose cose in cui credeva. Attraverso le sue lacrime ed il suo amore potevano realizzare la presenza di Dio. – “Ragazza”, la interruppi, per favore, non piangere. Mi scuso per come mi sono comportato. Adesso comprendo il tuo amore cristiano. Poiché sto morendo, voglio diventare cristiano come te”. La sua reazione fu immediata. Il suo volto s’illuminò ed ella rese lode a Dio. Stringendomi la mano, mi diede la sua Bibbia. “Investiga la Bibbia!”, mi disse, se la leggi regolarmente troverai le parole della vita. Era la prima volta che avevo nelle mani una Bibbia. Continuando a sforzandomi d’introdurre ossigeno nei polmoni, aprii la Bibbia al libro della Genesi. Ma la ragazza mi voltò le pagine fino al Vangelo di Matteo, dicendomi con un sorriso: “Amico, tu sei così ammalato che se incominci dalla Genesi, non vivrai abbastanza per arrivare fino all’Apocalisse. Se invece incominci dal Vangelo di Matteo, avrai abbastanza tempo per terminare”. Pensando di trovare profondi insegnamenti morali e filosofici, rimasi deluso quando lessi: “Abramo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli”. Mi sembrava una follia. Chiusi la Bibbia dicendo: “Ragazza, non voglio leggere questa Bibbia. E’ soltanto il racconto di un uomo che ne genera un altro e così di seguito. Piuttosto leggo l’elenco telefonico!” -” Amico”, replicò la ragazza, non pui per ora riconoscere questi nomi. Ma quando avrai letto di più, questi nomi acquisteranno un particolare significato per te”. Incoraggiato da queste parole ripresi la lettura. Leggendo, non trovai nessuna filosofia sistematica, nessuna teoria medica, né alcun rito religioso. Ma trovai un tema continuo e battente: la Bibbia parlava costantemente di Gesù Cristo, il Figlio di Dio. L’imminenza della mia morte mi aveva portato alla conclusione che avevo bisogno di qualcosa di ben più grande di una religione, di una filosofia, e per fino di una simpatia per le sofferenze dell’esistenza umana. Avevo bisogno di qualcuno che potesse veramente condividere le mie lotte e i miei dolori, qualcuno che potesse darmi la vittoria. Leggendo la Bibbia, scoprii che quel “qualcuno” era il Signore Gesù Cristo. Gesù Cristo non portava una nuova religione, un codice morale e neppure una serie di riti speciali. In modo profondamente pratico, Gesù portava salvezza per l’umanità. Odiando il peccato, Gesù amava il peccatore ed accettava coloro che andavano a Lui. Convinto dei miei peccati, compresi di aver bisogno del Suo perdono. Gesù Cristo guariva gli ammalati. Gl’infermi andavano a Lui ed Egli guariva tutti quelli che toccava. Questo fatto mise fiducia nel mio cuore. Incominciai a sperare che Cristo avrebbe potuto guarire anche me. Gesù Cristo dava pace alle persone angosciate e turbate. Esortava: “Abbiate fede in Dio! Non siate angosciati! Non c’è motivo di temere!” Cristo rifiutava la paura, mostrando all’uomo che era stato creato per vivere per fede. Gesù offriva fiducia, speranza e pace a coloro che ricercavano aiuto. Questo poderoso messaggio sconvolse il mio cuore. Gesù Cristo risuscitava i morti.
Convinto ormai che Gesù era vivente e colpito dalla vitalità del suo ministero, m’inginocchiai e chiesi a Cristo di venire nel mio cuore, per salvarmi, guarire e liberarmi dalla morte. Immediatamente la gioia della salvezza e la pace del perdono di Cristo sorsero in me. Seppi di essere stato salvato. Fui ripieno di Spirito Santo e mi alzai gridando: “Gloria al Signore!” Da quel momento lessi la Bibbia come un affamato mangia il pane. La Bibbia mi forniva i fondamenti per quella fede di cui avevo bisogno. Nonostante la diagnosi dei medici per le mie paure, ben presto mi convinsi che sarei vissuto. Anziché morire in tre mesi, ero fuori dal mio letto di morte in sei mesi! La ragazza, di cui non ho mai saputo il nome, mi fece conoscere il nome più prezioso di tutti: Gesù. Cristo non cambia. Egli è lo stesso ieri, oggi ed in eterno. Cristo vuol portare i vostri pesi. Egli vuol perdonarvi e guarirvi. Può cacciar via satana e darvi speranza, fiducia, pace. Cristo vuol darvi la vita eterna e vuol partecipare alla vostra vita quotidiana. Mentre i ladri vengono per uccidere e distruggere, Gesù Cristo viene per darvi la vita, vita piena e libera.
Per mezzo della speranza dello Spirito Santo, Gesù è con voi, proprio ora. Cristo desidera guarirvi e liberarvi dalla morte. Egli è il vostro Signore vivente. Ponete la vostra fede e la vostra fiducia in Gesù Cristo e attendetevi un miracolo oggi stesso!
Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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