Iniziato un nuovo anno scolastico la questione dell’insegnamento della religione si ripropone immutabile: ma è proprio così? O si potrebbe fare qualcosa?
Non è certo una novità dei partiti che sostengono l’attuale governo quella di aver promesso tanto, troppo, in campagna elettorale, e di trovarsi subito nei guai perché, per mantenere almeno qualche cosa importante, non sanno dove trovare i soldi che non ci sono o che sono già impegnati su altre priorità…Poi c ‘è l’ Europa, l’austerità, il Pil, il debito pubblici e via deficitando….
In questi frangenti pensiamo a come sarebbe bello, da parte della politica, se venisse detto in uno degli infiniti salotti televisivi o meglio ancora nel Parlamento che, tra le spese che si potrebbero evitare o almeno ridurre vi è quella destinata agli stipendi degli insegnanti di religione cattolica della scuola pubblica. Direbbero tutti che si tratta di populismo (come quando si propone di eliminare i vitalizi ai parlamentari…)
Un insegnamento confessionale pagato dallo stato anche con i soldi degli atei, dei protestanti degli ebrei…è una cosa talmente indecente che nessuno ne parla più, come se fosse un male inevitabile, mentre nei convegni fra intellettuali di ogni tenenza, si ripete che non si può continuare così, che si deve avere uno studio delle religioni pluralista e non confessionale, con insegnanti inseriti come gli altri nelle graduatorie anziché, come avviene ora, scelti dalle curie, senza che il collegio dei docenti possa mettere bocca sui programmi e sulla didattica. Addirittura, secondo recenti disposizioni, si farà il contrario, concedendo ai docenti di Irc di partecipare ai giudizi finali. In tal modo potranno influire positivamente o negativamente nella valutazione degli alunni ( è tornato il voto di condotta appaltato agli insegnanti di religione cattolica?)
Ma torniamo ai soldi. Non sarebbero tanti, comunque ben oltre il miliardo di euro…
Nella sintesi dei dati pubblicata dal Miur per l’anno scolastico 2009/2010 gli insegnanti di religione cattolica nella scuola statale erano 26.326 su un totale di 931.756 (non considerando i supplenti con contratto inferiore all’anno).
Il costo che lo Stato sostiene per l’Irc si può quindi quantificare in 1,25 miliardi di euro, moltiplicando il costo totale dell’istruzione scolastica per il rapporto tra insegnanti di religione cattolica e totale degli insegnanti.
La normativa è poi così ottusa che, quando alcuni presidi hanno tentato l’accorpamento di diverse classi con pochi studenti avvalentisi dell’Irc, l’iniziativa è stata subito bloccata in quanto è previsto l’insegnante anche quando un solo studente se ne avvale. Iniziative legislative per ridurre questo spreco si scontrano con le proteste ecclesiastiche per la conseguente riduzione occupazionale.
La cosa non si può fare, rispondono tutti, politici e partiti di ogni colore, populisti, democratici, europeisti, sovranisti…Perchè?: semplice, perché c’è il Concordato; perché l’Italia è l’Italia, c’è la Chiesa ( l’unica vera secondo loro). Figuriamoci andarsi a mettere contro questo papa! Figuriamoci andare a toccare la religione cattolica a scuola mentre siamo invasi dalle truppe islamiste che sbarcano ogni giorno nei nostri porti sempre disponibili e accoglienti…
Invece non è vero che non si possa cambiare nulla. Non si può cambiare il Concordato . Ma Craxi lo ha fatto. E per certi aspetti non è detto che si debba per forza cambiare il Concordato. La materia scolastica fu a suo tempo regolamentata con una Intesa fra la Conferenza episcopale (Cei) e il Governo italiano ( card.Poletti e Ministro Falcucci). Le Intese, come sappiamo, si possono anche modificare se le due parti trovano un accordo: ad esempio quella fra lo stato e la Tavola valdese è stata modificata per inserire anche le chiese valdesi e metodiste fra i possibili destinatari dell’8 per mille e per specificare il suo possibile utilizzo. In modo simile il governo potrebbe chiedere alla Cei di modificare dei punti specifici.
E noi protestanti, che per qualche partito abbiamo pure votato, potremmo qualche volta alzare un po’ la voce, farci sentire e non adagiarci nel pensiero unico. Non è stata anche la Riforma del ‘500, su cui abbiamo tanto riflettuto, a formare donne e uomini a uno spirito critico, libero e responsabile?
E allora se, aprendo il giornale, leggessimo questo titolo :« La chiesa cattolica ha deciso di pagare i suoi insegnanti che operano nella scuola pubblica» non sarebbe una splendida giornata?
E di queste cose cerchiamo di dialogare anche negli incontri nelle prossime Settimane di preghiera per l ‘unità. Non c’è da parlare soltanto di ospitalità eucaristica…
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