E se fosse colpa dello stile di vita?

Oggi sempre più persone si lamentano di depressioni, ansie, attacchi di panico, ma come psicologo e psicoterapeuta non posso restare impassibile di fronte ad un denominatore comune nelle lamentele; il sentirsi vuoti, persi, profondamente frustrate ed insoddisfatte pur non avendone i motivi.

Spesso le stesse persone, nel corso dell’incontro, mi affermano “eppure non mi manca”. Ma quando esploro lo scorrere quotidiano, sia come psicologo e come cristiano, risconto qualcosa di patologico nello stile di vita votato al malessere esistenziale. Capire lo stile di vita è intercettare il mito dominante della società moderna. Nella cultura dei media, dei social, dell’uomo tecnologico e internettiano siamo sollecitati da una culto dell’apparire, l’essere presenti in prima mostra. Concetto che ho dedicato un intero paragrafo nel libro “ogni vita è una vocazione, per un ritrovato benessere” ed. Cittadella Assisi del 2014. E’ uno stato di tensione che spinge le persone ad essere visibili, sul social, è il brivido della vita moderna. Ma siamo sicuri di non essere sotto l’idolo dell’apparire? L’epoca dei cercatori d’oro non è finita perdura nella ricerca dell’oro dei tempi moderni: l’immagine, l’apparire. Eppure nella cultura antropologica biblica proprio quest’oro si combatte: «Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite …» (Levitico 26:1). «Perciò, cari miei, fuggite l’idolatria» (1 Corinzi 10:14). Come si nota, sia nell’antico che nel nuovo testamento, l’idolatria è condannata. Il senso della condanna è l’avvertimento a non perdersi, a non auto ingannarsi in un piacere effimero teso a presentare, evidenziare, dimostrare sentimenti al pubblico solo per la logica di audience. Ciò che interessa è il profitto dei dati auditel che, a sua volta fa presa sul “desiderio di essere speciali” che comporta quell’atteggiamento interiore di narcisismo. I comportamenti del narciso sono caratterizzati dalla proiezione falsata di sé in un bisogno costante di auto-affermazione. Prigioniero delle sue stesse proiezioni l’uomo adotta uno stile di vita falsato a suo danno: “La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta”(Proverbi 16:18). Prigioniero delle sue stesse proiezioni, il narciso, cerca una felicità privata, isolata, vissuta nel proprio individualismo. Dal punto di vista psicologico l’Io narciso inteso come narcisismo, è usato da Freud nel 1914 per indicare quella fase dello sviluppo (narcisismo primario) in cui il bambino non ha ancora stabilito delle vere relazioni con il mondo esterno, rimanendo concentrato sulla soddisfazione dei propri bisogni. E’ probabile che siamo ancorati al narcisismo primario, non superando la fase della maturità.

Entro questa cornice possiamo pure inserire il grande successo dei social net, che fa presa sul desiderio di visibilità, sull’illusione di essere importanti. Il vero disagio psicologico dell’uomo moderno diventa il bisogno di apparire che sfocia in uno stile di vita caratterizzato dal credere che la notorietà è più importante della dignità (Riccardi. P “psicoterapia del cuore e beatitudini ed Cittadella 2018).

Pasquale Riccardi | Notiziecristane.com


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