Un ciclone nel deserto?

I cambiamenti climatici non guardano in faccia nessuno, come si deduce dall’inatteso e per nulla prevedibile ciclone “Mekunu” che ha colpito il sultanato dell’Oman, piccolo Stato asiatico tropicale a sud della penisola arabica; infatti, in un territorio dove le precipitazioni atmosferiche sono rarissime, la temperatura media oscilla dai 35 ai 40 gradi e il periodo consigliato per visitare il paese è compreso da metà ottobre a marzo, nessuno poteva minimamente immaginare una cosa del genere. Eppure i cicloni si stanno abbattendo anche là dove nessuno se l’aspetta, a significare che gli eventi estremi atmosferici interessano l’intero pianeta.

Sei le vittime, fra cui una bambina di dodici anni, e 30 i dispersi per la furia dei venti che han soffiato fino a 180 km orari, mentre  centinaia sono gli interventi dei soccorritori per mettere in salvo i cittadini. Gli allagamenti hanno colpito anche lo Yemen, nell’isola di Socotra, con ben 278 mm di pioggia ossia la quantità che di solito cade nell’arco di due anni nella zona, tanto da provocare una cascata di acqua e fango che si è riversata a valle travolgendo la città di Sagar. Ma anche in Italia la situazione non è migliore, benchè questo mese pressochè agli sgoccioli sia stato caratterizzato da temperature tipicamente estive, con punte di 29-32 gradi: difatti, nel bel mezzo della maturazione di meloni e pomodori nel foggiano e nel leccese, una improvvisa “tempesta” di grandine si è abbattuta lo scorso 24 maggio proprio nell’area di produzione di questi ortaggi, distruggendo il 90% delle piante e dando un brutto colpo all’economia agricola pugliese. Gioele 1:9-11 si avvera, anche se siamo nel Nuovo Testamento (.), a smentire quanti ritengono non più attuabili gli scritti dell’antico Patto. Pertanto, poiché non saranno di certo i protocolli sul clima (Kyoto, Parigi, G7 a Taormina) a far tornare indietro l’orologio del mondo, dato che per poter ridurre gli effetti inquinanti attuali dovrebbero comunque passare molti anni, è bene prendere sul serio i moniti divini quali “campanello di allarme” del vicino ritorno di Cristo.

Ritorno di Cristo che, ahimè, sta diventando una specie di utopia persino in ambito evangelico-protestante, come ben si evince dall’emotività più gettonata a livello mondiale: la lode tramutata in trattenimento-show; la santità messa in secondo piano perché viviamo nel “tempo della grazia” e, quindi, la legge non ha più peso; le profezie ritenute superate perché abbiamo oggi nuovi profeti moderni amati dal popolo; il volersi fare un nome (Genesi 11:4) piuttosto che andare a salvare i perduti e, non ultimo, un amore avente l’apparenza della pietà (2^ Timoteo 3:5) che si “raffredda” nonostante il giorno si avvicina (Ebrei 1025:).

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com


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