Secondo l’Alleanza biblica universale il 2017 ha visto il completamento della traduzione delle Scritture in altre 49 lingue, parlate da oltre 580 milioni di persone.
Elomwe e txitxopi in Mozambico, zotung chin in Myanmar, drekaj a Taiwan, jarai e tay in Vietnam, tarao in India,epie in Nigeria e Camerun, poqomchi in Guatemala … Ora è possibile leggere la Bibbia in tutti queste lingue.
L’Alleanza biblica universale, che fra i suoi fini ha quello di garantire la fruizione del testo biblico al maggior numero di persone, ha pubblicato il consueto rapporto 2017 sull’accesso alle Scritture nel mondo. Sono 674 le lingue in cui la Bibbia risulta tradotta nella sua interezza: ben 49 in più rispetto all’anno precedente.
Fra queste alcune comunità hanno ricevuto per la prima volta l’intero testo, 13 hanno ricevuto il Nuovo Testamento e 4 gruppi hanno potuto finalmente posare lo sguardo su alcuni singoli libri. Le nuove traduzioni consentono l’accesso alle Scritture a ulteriori 580 milioni di persone, portando all’81% la percentuale di popolazione mondiale in possesso dell’intero testo. Nel Sud Sudan, la pubblicazione della prima Bibbia in lingua mabane (parlata da circa 90.000 persone) è stata celebrata in una manifestazione di 10.000 persone, provenienti dall’intera regione, segnale della grande attesa che il testo biblico sa ancora generare.
674 è comunque un numero di idiomi ancora assai basso, corrisponde a circa il 10% delle poco più di 7 mila lingue censite sul nostro pianeta. Di queste 3.324, circa la metà, hanno almeno alcuni libri della Bibbia tradotti. Sono invece ancora 209 milioni le persone che non hanno a disposizione nemmeno una riga dell’Antico o del Nuovo Testamento.
L’Alleanza biblica universale è composta da 148 società bibliche nazionali, ed è stata creata nel 1818. Festeggia dunque quest’anno i 200 anni di attività.
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook