A differenza di ciò che raccontano i giornali, l’Italia è il paese che concede il maggior numero di cittadinanze nella Unione Europea. A che servirebbe lo Ius soli?
Ricordate il lungo dibattito sulla necessità dello Ius soli? Il ministro Graziano Delrio era arrivato persino allo sciopero della fame pur di far approvare con urgenza la legge che concede la cittadinanza ai nati sul nostro territorio. Poi, in campagna elettorale, la spinosa questione è stata fatta scivolare in secondo piano dal Pd. Ma resta un tema al centro dell’agenza politica, anche se ora non più di stretta attualità.
I NUMERI. Ebbene, secondo i dati Eurostat, l’Italia è il paese europeo che concede il maggior numero di cittadinanze nella Unione Europea. Sono 201.591 per l’Italia, 150.944 per la Spagna, 149.372 per il Regno Unito. L’Italia ha accordato la cittadinanza a persone provenienti soprattutto da Albania (18,3 per cento), Marocco (17,5) e Romania (6,4).
L’Italia ha accordato il 13 per cento di cittadinanze in più rispetto al 2015. In particolare, il nostro paese ha naturalizzato il 34,8 per cento dei 101.300 marocchini che hanno ottenuto cittadinanza nell’Ue, il 54,7 dei 67.500 albanesi, il 43,6, dei 29.700 romeni, il 54,9 dei 15.400 provenienti dal Bangladesh, il 44,9 degli 11.300 senegalesi e il 40,7 dei ghanesi.
In totale, quasi un milione di persone ha ottenuto la cittadinanza in uno dei Paesi membro dell’Ue nel 2016, con dati in crescita rispetto agli anni precedenti. I numeri mostrano come un nuovo cittadino europeo su cinque ha ottenuto la cittadinanza italiana.
XENOFOBI? Sono numeri chiari per chi abbia l’onestà intellettuale di volerli vedere e indicano un atteggiamento molto diverso da quello che viene di solito dipinto dai media, che amano rappresentare il nostro paese come “razzista”, “xenofobo”, “fascista”.
Uno studioso onesto come Carlo Blangiardo – contrario allo Ius soli – lo ha sempre detto. L’ultima volta al Meeting di Rimini, dove evidenziò come già i numeri del 2015 mostrassero una realtà ben diversa da quella raccontata dai giornali e dai politici di sinistra.
Foto Ansa
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