Mie care sorelle e miei cari fratelli in Cristo, è vero che la mia Bibbia è in romeno, poiché provengo dalla Romania, ma è comunque uguale alla vostra. E lì, nella mia Bibbia e nella vostra, possiamo leggere di Stefano, il primo a dare la propria vita per Cristo. Il primo martire. E ora mi piacerebbe portarvi con me in un salone di bellezza molto speciale.
Nelle carceri comuniste
Provengo da un mondo a parte. La Romania, la mia patria, è un paese comunista situato nel blocco comunista. Provengo da un mondo di prigioni, di campi di lavoro. Un mondo dove i cristiani vengono messi a tacere come malati di mente. Provengo da un mondo con molte, molte paure e molte, molte lacrime. E qualsiasi cosa leggiate sui giornali, qualsiasi cosa vi dicano gli uomini di chiesa, non dimenticate le lacrime dei vostri fratelli e delle vostre sorelle nei paesi comunisti. Ci sono migliaia di donne nelle carceri comuniste; centomila sono gli uomini. Non so quanti tra i presenti sappiano contare fino a centomila. Ma è davvero tanto; 1, 2, 14, 5 e così via fino a cento, poi fino a mille e ancora fino a centomila uomini. Quando i comunisti presero il potere in Romania i cristiani e i dissidenti politici furono messi in carcere o inviati nei campi di lavoro e le chiese e i cristiani ancora liberi rimasero senza pastori. Le donne, le donne cristiane, non cominciarono a discutere di diritti, ma portarono avanti loro il lavoro. 1 comunisti non se lo aspettavano. Erano stupiti. E così potemmo lavorare per quasi altri due anni. Trascorsi quei due anni i comunisti smisero di restare a guardare. Le donne cristiane furono arrestate e a migliaia finirono in carcere e nei campi di lavoro.
La sofferenza di una madre
Care sorelle, mi rivolgo in particolar modo a voi e guardandovi vi trovo così belle. Siete una comunità felice e benedetta. Quando noi fummo messe in carcere non avevamo nulla, eravamo assolutamente bisognose di tutto. Affamate, picchiate, a un certo punto fummo messe a lavorare a un canale e il nostro compito era di tirare su dei grossi massi e gettarli in acqua. Quando tiravamo su quei macigni ci ferivamo le mani, ma non erano soltanto le nostre mani a sanguinare: anche il nostro cuore sanguinava. Madri e mogli dietro porte serrate e sbarre di ferro. A volte i comunisti radunavano alcuni bambini in una cella adiacente alla nostra e cominciavano a picchiarli. In cella eravamo sei o sette e quando sentivamo i bambini piangere qualcuna di noi credeva di riconoscere la propria creatura: “E’ la mia Maria “. Finivamo per piangere tutte, ognuna di noi
convinta che i comunisti stessero picchiando il proprio figlio. “Mio figlio!” gridavamo, ma non potemmo mai verificarlo. Voi avete i vostri figli. care sorelle. Custoditeli gelosamente. Date loro il vostro tempo. Date il cuore al vostri figli. Ringraziate Dio perché li avete. Date loro il meglio che avete. Date loro il vostro Salvatore.
I lavori forzati
I così lavoravamo a questo canale. Non sapevamo mai quale giorno fosse. Domenica. Natale e Pasqua non esistevano. A volte, mentre lavoravamo nei campi qualcuno sussurrava: “E’ domenica” e allora potevate vedere le prigioniere continuare il lavoro tra le lacrime, ricordando quanto era bello ritrovarsi nella casa del Signore la mattina di quel giorno. Fate tesoro della vostra chiesa. dei vostri pastori. dei doni e delle benedizioni che il Signore Vi ha elargito. Pregate per le migliaia e migliaia e migliaia di persone che ancora oggi patiscono la neve, il gelo la fame e le percosse nei Paesi comunisti. Ricordatevi di loro. Pregate per loro e imparate a ringraziare Dio per le vostre numerose benedizioni. Nelle occasioni in cui ci veniva ricordato che era domenica ritornavamo alle nostre celle desiderose di riunirci per leggere la Bibbia Insieme. A volte mi chiedono: “Ma vi era permesso di leggere la Bibbia e pregare nelle carceri comuniste?” Certo che ci era permesso. Avevamo un tacito accordo con le guardie comuniste. Lasciavamo che ci picchiassero così loro ci lasciavano leggere la Bibbia e pregare insieme.
La preghiera sotto il letto
Quella particolare domenica. quando fummo ricondotte in cella, in cinque o sei ci sedemmo insieme sul pavimento di cemento. sotto il letto per poter pregare insieme senza essere viste attraverso lo spioncino nella porta. Le guardie controllavano spesso l’interno della cella dallo spioncino e perciò !’unico posto per poter leggere la Bibbia tranquillamente era sotto il letto. In anni e anni di prigioni comuniste non abbiamo mai visto una Bibbia. Non avevamo nemmeno un pezzo di carta. Non avevamo un libro che fosse uno. Non avevamo una Bibbia. Non vedemmo mai una Bibbia. Fu soltanto nelle carceri comuniste che compresi quanto ci renda ricchi possedere la Bibbia. Materialmente eravamo davvero povere. La fame era tale che non riuscivamo nemmeno a dormire come si deve. Ci svegliavamo in mezzo alla notte gridando: “Ho fame! Ho fame!” Ma nessuno poteva fare niente per noi. Eravamo a migliaia e tutte nelle stesse condizioni di assoluta indigenza. Noi cristiane, però scoprimmo quanto er–avamo ricche in realtà. Non avevamo 1a nostra Bibbia, ma custodivamo la Parola di Dio nel nostro cuore.
La ricchezza della Parola
I comunisti ci avevano tolto tutto: i nostri cari, i nostri figli. Alcuni ragazzi finirono in strada senza nessuno a fargli da padre, nessuno a fargli da madre. Noi non avevamo loro notizie, non sapevamo nulla di loro. Ma nessuno avrebbe mai potuto toglierci ciò che custodivamo nel nostro cuore. Un po’ di fede, un po’ di speranza, qualche porzione della Parola di Dio. E lì nelle prigioni comuniste ci rendemmo conto come anche un solo versetto della Bibbia preso dal cuore di una credente e rivolto a qualche detenuta disperata serviva a ridare luce e speranza. Ci furono vite salvate da questa nostra ricchezza. Voi avete la Bibbia, care sorelle. Ringraziate Dio perché avete la Bibbia. Leggetela, studiatela e fate tesoro della Parola di Dio, riempitevene il cuore. Potreste averne bisogno molto presto. Noi ci rendemmo conto che la più grande ricchezza che potessimo mai avere era la Parola di Dio e la usammo per dare vita a chi affondava nella disperazione.
La bellezza di Stefano
Vi ho detto prima che sotto il letto leggevamo la Bibbia. C’era infatti tra di noi una signora che conosceva a memoria interi capitoli dell’Antico Testamento, ma anche i capitoli sei e sette degli Atti degli Apostoli. E sotto il letto leggemmo dunque di Stefano, nel sesto capitolo degli Atti, in piedi davanti ai suoi nemici che lo fissano e lo vedono, meraviglioso, con la faccia come quella di un angelo. Si chiude così il sesto capitolo degli Atti. Leggetelo di nuovo quando tornerete a casa. È un capitolo davvero interessante. Sta scritto lì che Stefano era pieno di Spirito Santo e di sapienza divina. E quando uno è pieno di sapienza divina e di Spirito Santo non fa meraviglia che il suo volto splenda come quello di un angelo. Finito il capitolo cominciammo a parlare di Stefano e posso assicurarvi che lì, sotto il letto, su quel duro pavimento, lontani dalle comodità, provammo una viva sensazione di comunione cristiana, ci sembrava di trovarci in un angolo di paradiso.
La prova dell’esistenza di Dio
In mezzo a noi c’era anche una donna non credente, una facoltosa signora romena che era finita in carcere perché suo marito era stato un politico di spicco nel governo precedente. Ascoltò attentamente tutti i nostri discorsi su Stefano e ad un certo punto disse: “Mi chiedo come facciate voi cristiane, che sembrate così intelligenti, a credere che di fronte alla morte Stefano abbia potuto avere un volto così bello. In quale salone di bellezza era stato per avere la faccia come quella di un angelo in un momento così tragico, mentre si trovava a faccia a faccia con la morte?” Una di noi le rispose:”Mi dispiace per te. Tu non conosci Gesù, il Figlio di Dio. Ma quando Gesù entra in un cuore non arriva mai da solo. Porta sempre con Sé tutta la sua ricchezza. Arriva con i suoi angeli. Arriva con la gloria del cielo. Perciò, quando apri il tuo cuore e lasci entrare Gesù come tuo ,Signore e Salvatore egli porta con sé la sua bellezza. Per questo Stefano era bello come un angelo”. Mentre parlavamo si aprì la porta della cella e una guardia si diresse decisa verso di noi., ci portò fuori e ci picchiò ferocemente ad una ad una. dopodiché ci ributtò in cella sanguinanti. Noi cristiane sapevamo qual era il prezzo da pagare per leggere la Bíbbia e pregare, ma temevano la reazione di quella donna non credente. Che cosa avrebbe detto? Mentre pensavo a queste cose proprio quella donna, un tempo ricchissima e ora povera, affamata e con il volto imbrattato di lacrime e sangue, si avvicinò a me e mi disse: “Adesso mi rendo conto che proprio il fatto che i comunisti perseguitano i cristiani, il fatto che ci abbiano picchiate soltanto perché parlavamo di Gesù, proprio questo fatto è la prova inconfutabile che Dio esiste. Da adesso il tuo Gesù sarà anche il mio Salvatore Non poteva sapere che il suo volto imbrattato di lacrime e sangue riluceva ora splendido come quello di un angelo.
Nel salone di bellezza
E’ meraviglioso recarsi nel salone di bellezza di Gesù, il Figlio di Dio che ha dato la sua vita per voi e desidera essere Signore e padrone del vostro cuore. Egli perdona i vostri peccati, si occupa dei vostri problemi., porta nella vostra vita la sua grazia, la sua pace e la sua ricchezza. E voi diverrete splendide come gli angeli del cielo. E’ un ottimo salone di bellezza, il migliore che esista. Nelle carceri comuniste, tra le lacrime e lo scherno dei comunisti. abbiamo visto la gloria di Dio e abbiamo compreso che il nostro Signore e Maestro., Gesù, il Figlio di Dio, ha un nome al di sopra di ogni altro nome. Meravigliose sono le sue opere e, carissime, meravigliosi sono coloro che gli appartengono. Che Dio vi benedica e vi aiuti a non dimenticare il salone di bellezza. Perché chiunque accoglie Gesù nel proprio cuore come Salvatore., Signore, padrone e amico celeste, entrerà nel salone di bellezza di Gesù e la gloria di Dio splenderà su di lui. Non soltanto i cristiani, ma anche i comunisti hanno visto la gloria di Dio splendere su coloro che venivano percossi e torturati.
Dio vi benedica.
Sabina Wurmbrand
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