LA PORTA STRETTA

Ricordo vividamente la sera in cui mi sono fidanzato con la ragazza che è diventata mia moglie.

Quando mi sono svegliato il mattino dopo, mi sembrava tutto troppo bello per essere vero. Pensavo: “È successo veramente!”. Una gioia indescrivibile inondava il mio cuore.

Nel corso di tre anni di fidanzamento, abitando in parti opposte dell’Italia, ho passato innumerevoli ore in viaggio per coprire la distanza che ci separava, ma non mi pesava. L’amore rende leggero il sacrificio.

Nessuno pensa di poter far felice una ragazza dicendole: “Qual è il minimo che posso fare per stare con te?”.

Eppure molti cristiani definiscono amore per Cristo questo stesso atteggiamento. Anche se non lo dicono a parole, l’atteggiamento del cuore è: “Quanto poco posso consacrarmi a Dio ed essere comunque salvato? A che cosa posso evitare di rinunciare ed essere salvato lo stesso?”.

Allo stesso modo di uno studente che punta a fare il minimo indispensabile per essere promosso, cercano di entrare nel regno di Dio tenendosi stretto il più possibile della vecchia vita di peccato.

Gesù disse: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno” (Luca 13:23-24).

Gesù parlò di un’azione che l’uomo deve compiere: sforzarsi. Questo verbo, nell’originale greco, ha in sé l’idea del competere per un premio, lottare contro un avversario. La vita cristiana è chiamata “il buon combattimento della fede” (1Timoteo 6:12). Il nemico più pericoloso che hai sei tu; la battaglia più grande da affrontare è contro il proprio io.

La porta è stretta e perciò non vi si può entrare portandosi dietro il carico della vita passata di peccato; è stretta perché richiede la confessione e la decisione di abbandonare ogni peccato conosciuto. È stretta perché si può entrare solo uno alla volta: la salvezza è un’esperienza personale.

La salvezza è un dono, ma richiede una decisione della volontà umana. Potrebbe sembrare strano che Gesù abbia detto di sforzarsi: di solito si accetta un dono volentieri, senza bisogno di sforzarsi tanto.

Entrare per la porta stretta, però, è qualcosa che va contro la natura carnale; abbandonare completamente la propria volontà e le proprie abitudini peccaminose non è attraente per la carne. Ma non è possible entrare per la porta stretta senza sacrificio di sé; Gesù affermò: “Se qualcuno vuol venire dietro a Me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e Mi segua” (Luca 9:23).

Dio non vorrebbe escludere nessuno dal Suo regno, perché Egli “vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1Timoteo 2:4). Ma Dio non può salvare chi non lo vuole; purtroppo molti considerano altre cose più preziose della vita eterna. Perché Dio dovrebbe donare la salvezza a chi l’ha disprezzata?

Solo chi avrà desiderato la salvezza più di ogni altra cosa al mondo sarà salvato. Ci vuole determinazione per afferrare la salvezza e non lasciarla andare: “Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo rapiscono” (Matteo 11:12).

Gesù disse che molti non riusciranno ad entrare per la porta stretta, anche se cercheranno di farlo. Stava parlando di persone che vorrebbero entrare, che avrebbero in cuore il desiderio di essere cristiani, ma non decideranno di entrare a ogni costo.

“I desideri verso la bontà e la santità sono una cosa buona; ma se ti fermi qui, non serviranno a niente. Molti si perderanno avendo sperato e desiderato di essere cristiani. Non arrivano al punto di sottomettere la volontà a Dio. Non scelgono ora di essere cristiani” (“Passi verso Gesù”, cap. 5, Ellen G. White).

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