Non bastava l’onorevole Fiano che, con livore degno dei Talebani nei confronti dei Buddha di Bamyan, o dei miliziani dell’Isis con le statue assiro-babilonesi e romane nelle città archeologiche di Ninive e Palmyra, vorrebbe abbattere ogni edificio o monumento costruiti nel Ventennio.
Una Sinistra ormai allo sbando al punto da fare mezzi scioperi della fame per regalare altre cittadinanze a stranieri che spesso nemmeno l’hanno chiesta e che in molti casi non la meritano; che nella foga di dare la caccia a fascisti e nazisti inventandosi un nemico che non c’è, prende di mira anche il Kaiser Guglielmo e la bandiera della Germania Imperiale tramontata con la fine della Prima guerra mondiale.
I fatti sono noti: la bandiera dello scandalo appartiene a un carabiniere 23enne del 6/o Battaglione Toscana, che l’ha appesa al muro nella camerata della caserma Baldissera di Firenze. Una bandiera del Secondo Reich (non del Terzo) subito diventata “nazista” per la gran parte dei media, inclusi quelli sempre pronti ad accusare altri di produrre fake news (quelle che chiamavamo “bufale” quando ancora sapevamo parlare italiano).
Eppure sarebbe stato facile non cadere nell’errore. Il drappo non mostra svastiche né altri simboli nazisti che del resto sarebbero ante littteram su un vessillo dell’impero caduto 15 anni prima della salita al potere di Adolf Hitler.
Alla procura di Firenze, non sembrano infatti esserci fascicoli aperti sulla vicenda anche perché non è chiaro quale potrebbe essere il reato contestabile.
La stessa legge Scelba sull’apologia del fascismo parla esplicitamente di reato doloso, un reato difficilmente contestabile in questo caso poiché il carabiniere non ha esposto alla finestra della caserma ma solo nella sua stanza il vessillo del Kaiser. Certo la stessa bandiera viene ostentata in Germania da gruppi di estrema destra, inclusi quelli dichiaratamente neonazisti, perché i vessilli del Terzo Reich sono vietati per legge. In ogni caso si tratta di un appiglio di scarso spessore. I neonazisti americani e il Ku Klux Klan portano in bella mostra bandiere degli Stati Uniti che non per questo sono divenute simboli nazisti o razzisti.
Del resto la bandiera di guerra dell’Impero Germanico, acquistabile on line con 5,50 euro, è legale anche in Germania. Tanto rumore per nulla quindi? Pare di sì anche se fatti come questo dimostrano chiaramente il distacco dalla realtà raggiunto dall’attuale classe politica e soprattutto dalla maggioranza di governo.
Inseguono bandiere che vorrebbero bruciare e pensano a leggi illiberali che censurino ironia e ogni forma di libera espressione in rete come fanno in Cina e nel mondo islamico.
Si curano di accogliere chiunque paghi criminali per giungere in Italia (spesso a delinquere) ma molto meno dei 5 milioni di poveri assoluti censiti in Italia dall’Istat. La caccia ai simboli nazisti (inclusi quelli veri) costituisce un approccio paradossale per un centro-sinistra che in 4 anni ha fatto entrare in Italia 700 mila immigrati illegali che per oltre due terzi vagano fuori controllo per la Penisola.
Da un lato si dà la caccia a quattro ultras della Lazio che colorano con la maglia della Roma l’effige di Anna Frank e si vietano le bandiere del Kaiser, ma dall’altro si tollerano violenze domestiche, soprusi, persino mutilazioni genitali inflitte in Italia a migliaia di bambine figlie di immigrati per lo più islamici.
Pronti ad aprire le porte della cittadinanza e del voto all’islam, Pd e ambienti cattocom non fanno che gridare alla deriva razzista, fascista e nazista ma dovrebbero sapere che l’antisemitismo che spaventa davvero tutti (e soprattutto gli ebrei) è quello musulmano, non quello di qualche ultras della Lazio.
Da tutta Europa gli ebrei fuggono per le violenze subite ogni giorno dai “nazisti” islamici di fronte ai quali i governi europei chiudono anche tutte e due gli occhi. Qualcuno spieghi all’onorevole Fiano e ai suoi “compagni” che la nuova diaspora ebraica dall’Europa è dovuta all’islam, non a chi appende in camera da letto le bandiere del Kaiser.
Quando, dopo l’attentato islamico alla rambla, il rabbino capo di Barcellona ha esortato i fedeli ad andare in Israele perché “l’Europa è perduta” si riferiva alle violenze degli islamici contro sinagoghe, cimiteri e cittadini ebrei compiute da musulmani non dai tifosi della Lazio né dei militanti di Casa Pound.
A quanto sembra però contro il razzismo e le discriminazioni di un islam foraggiato dai petrodollari delle monarchie del Golfo Persico né il governo italiano né quelli di molti Paesi europei sembrano ansiosi di mobilitarsi con la lodevole eccezione dei Paesi della Mitteleuropa.
Per ignoranza, codardia o interesse preferiscono perseguire minacce e nemici inesistenti invece di affrontare le sfide di un’immigrazione islamica che sta già distruggendo l’Europa e rappresenta la più grave minaccia alla sicurezza, libertà, diritti e democrazia nel Vecchio Continente.
Nelle ormai centinaia di “no go area” istituite arbitrariamente nei centri urbani europei non si trova una sola bandiera nazista o del Kaiser, ma cartelli che avvertono che in quei quartieri è in vigore (illegalmente) la sharia.
Gianandrea Gaiani | Lanuovabq.it
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