Vive con il marito in un parcheggio di Stezzano, in provincia di Bergamo, perché la sua malattia non le permette di vivere in un luogo qualunque, compreso l’alloggio datole dal Comune di Bergamo. È la storia di Marinella Oberti, una donna affetta da sensibilità chimica multipla (MCS), una sindrome che la rende allergica a qualsiasi agente chimico. La malattia di Marinella è stata riconosciuta nel 2010 dal tribunale di Brescia, che le ha anche riconosciuto un’invalidità del 100% che la rende inabile al lavoro. Nonostante diverse sentenze, compreso anche un decreto della Presidenza della Repubblica, la donna è costretta a vivere nella sua automobile poiché il Comune di Bergamo e l’Asl non sono riuscite a garantirle una sistemazione “bonificata”, cioè libera, o perlomeno lontana, dalla presenza agenti chimici. La “casa dei sogni in realtà Marinella l’avrebbe già trovata, un’appartamento in montagna, in provincia di Bergamo, con pochissimi abitanti e ancor meno inquinamento chimico, ma la mancanza di mezzi economici le impedisce di acquistarlo. “Chiedo alle istituzioni che mi aiutino a comprare quella casa – l’appello della donna – Si sono dimenticati tutti di me, almeno che mi diano la possibilità di passare gli anni che mi restano in tranquillità. Perché non ce la faccio più a stare per strada”. Youmedia.fanpage.it
Affetta da sindrome rara, invalida e senza casa: “Sono allergica al mondo e vivo in auto”
Vorrei partire da questa constatazione: oggi il tema della solidarietà è estremamente attuale per un verso ma anche estremamente inattuale per altro verso.
E’ attuale perché forse mai come oggi si parla tanto di solidarietà a parole ma nei fatti, nei piccoli gesti, i frutti che si raccolgono sono davvero pochi. Paradossalmente, infatti, la solidarietà diventa inattuale quando si cerca di generalizzare buttandola sulla questione degli sbarchi dei clandestini e i sussidi dati alle coop degli amici dei politici o quando si cerca di evidenziare la situazione complessiva di una popolazione davanti ad una classe politica che difende ad ogni costo i propri privilegi, fatti indubbiamente veri ma anche pretestuosi quando si tira indietro la mano!
Nella prospettiva cristiana, che è quella biblica, si deve in qualche modo dire che la solidarietà prima ancora di essere una istanza etica è un valore che deve appartenere alla nostra fede in Cristo Gesù: il cristiano è chiamato a vivere la solidarietà anzitutto perché fa esperienza di un Dio che nei suoi confronti si è rivelato come un Dio solidale. Per questo partiamo dalla rivelazione: la logica della rivelazione non è mai antropocentrica, non è la rivelazione dell’uomo a se stesso, ma anzitutto la rivelazione di Dio all’uomo. La rivelazione rinvia poi dall’interno ad una antropologia, e non viceversa. La rivelazione manifesta la grandezza, il mistero di Dio, i connotati dell’amore con cui Dio si manifesta nella storia. Se colta nel suo significato profondo, questa rivelazione di Dio diviene anche rivelazione all’uomo di ciò che egli è e soprattutto di ciò che egli deve essere.
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