Il ritrovamento delle spoglie mortali conferma che sono stati tutti decapitati dai jihadisti con le mani legate dietro la schiena.
Sono state ritrovate in Libia le spoglie mortali dei 21 martiri copti uccisi dallo Stato islamico nel 2015 dopo che avevano rifiutato di convertirsi all’islam. I resti sono stati rinvenuti in una fossa comune situata nei pressi della città di Sirte, ex roccaforte dei jihadisti, e inviati a Misurata per ulteriori esami.
TUTTI DECAPITATI. La fossa comune è stata scoperta il 6 ottobre e, come riporta un comunicato del governo di unità nazionale libico, contiene i corpi di «20 uomini di nazionalità egiziana e un uomo che potrebbe essere di nazionalità africana. Sono stati ritrovati grazie alle confessioni dei jihadisti e dei membri dell’Isis fatti prigionieri durante la cattura di Sirte». I resti confermano le prime versioni dell’eccidio, documentato in un filmato diffuso dall’Isis nel 2015: i 21 uomini proclamati martiri dalla Chiesa ortodossa copta sono stati tutti decapitati con le mani legate dietro la schiena.
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