Nessun arma fabbricata da mani d’uomo riuscirà contro L’Eterno degli Eserciti

Mi chiamo Carlo e sono nativo di Taranto.

Nel 1996 andai nella provincia di Lecce per lavoro come guardia giurata armata. Per non fare avanti e indietro con l’auto mi sistemai li in provincia. Essendo un uomo singol di 28 anni, conobbi una donna molto carina di nome Rosaria e me ne innamorai. Lei lavorava in un supermercato mattina e sera, io spesso facevo le notti, ed era diventato molto difficile vederci, appena c’era un occasione si cercava di non farla sfuggire.

Un giorno del 1997 lavorai dalla mattina alla sera, e uscimmo alle 22:30. Ancora non sapevo nulla del Signore, credevo a modo mio, e allora quando fai parte del mondo, fai le cose del mondo. Abitavo con un collega di Avellino per dividere le spese, e la casa non era disponibile, il mio collega aveva una Ypsilon 10 verde, ed io avevo una fiat tipo bianca, quella sera eravamo un po stanchi, allora il mio collega disse di prendere la sua macchina per uscire, senza che scendessi giù ai box per prendere la mia auto. Allora decisi di prendere l’auto del mio collega. Andai subito a prendere Rosaria e mi appartai in una campagna a 50 metri dall’asfalto stradale. Verso l’una di notte arrivava una fiat uno bianca con tre uomini a bordo, fermandosi sulla strada d’avanti a noi, gli vedevamo scendere con le pistole nelle loro mani, pensai subito ad una rapina e anche violenze sulla mia ragazza, allora eravamo svestiti cercai subito di trovare il cinturone per prendere la pistola, ma non riuscivo più a trovare il cinturone, ad un tratto era come scomparso. Mentre quelli della fiat uno avanzavano verso di noi armati, decisi di accendere il motore e accelerando in mezzo alla terra cercai di sfuggire da loro, ma nello stesso tempo loro ci sparavano contro senza colpirci, mi venne il pensiero che le armi fossero a salve, ma con tutta sincerità eravamo spaventati a morte, arrivammo sull’asfalto stradale e cominciai ad accelerare al massimo per sfuggire ai malfattori.

Ma loro quella sera volevano la nostra vita, si misero all’inseguimento, nel frattempo in corsa d’auto chiamai i rinforzi alla centrale della vigilanza, l’inseguimento duro’ poco, perché riusci a seminarli. Dando la posizione del centro abitato dove mi ero rifugiato, arrivarono in pochi minuti colleghi di vigilanza e carabinieri. Raccontai tutto sull’accaduto, che ci avevano sparato ma non ci colpivano, gli dissi sicuramente erano a salve, e insieme a sette auto di vigilanza e una di carabinieri, ci recammo sull’accaduto.

Potevano essere le 02:00 di notte, tramite i fari delle auto, torce e lampade alogene, trovammo una trentina di colpi di arma da fuoco 9 x 22 armi da guerra. A questo punto i carabinieri dissero: ma quale a salve, queste sono armi vere, ma sicuro che vi sparavano addosso? Certo gli dissi, sono una guardia giurata, e sono in grado di distinguere quando uno spara in aria o al bersaglio. Con tutti i fari e le torce visionammo di nuovo la ypsilon 10 verde del mio collega, trovammo solo un foro di arma da fuoco al paraurti posteriore, a due centimetri dal serbatoio, e quella fu la conferma che ci spararono addosso.

Nessuno riusciva a comprendere come mai su trenta colpi sparati, il bersaglio era stato solo uno. Verso le 03:30 del mattino arriva l’auto che ci avevano sparato e dicono ai loro colleghi: come avete fatto a trovare il posto di notte dove noi abbiamo sparato? Ehmmm… perché voi avete sparato? Si dissero, siamo carabinieri del nucleo di… questa mattina c’è stata una rapina in una tabaccheria nel paese vicino a voi, ed andavano con una Ypsilon 10 verde, abbiamo pensato che fossero loro.

Allora persi il controllo, volevo seriamente picchiarli, fui fermato dai miei colleghi che mi tolsero anche la pistola, perché ero impazzito, ero traumatizzato, la mia fidanzata Rosaria che oggi e’ mia moglie, stese tre giorni senza parlare per il trauma ricevuto.

Conclusione della storia, mi chiesero scusa per l’errore, mettendosi le mani tra i capelli per la mancata disgrazia che non era accaduta.

Rimasi fermo nel denunciare l’accaduto, tutti possono sbagliare, perseverare nell’errore e’ diabolico. I giorni passavano, ma il trauma rimaneva. Ma la cosa che non riuscivamo a capire chi ci aveva protetto, sii perché non conoscevamo ancora il Signore Gesù, e facevamo pensieri strani, mia moglie Rosaria non avendo più i genitori, pensava che erano loro i protettori.

Ma nel febbraio 2003 amici ci parlarono di Gesù, e dopo un mese ci convertimmo all’evangelo. Pochi mesi passarono affinché i nostri occhi si aprissero sulla tragedia passata, e cosi scoprimmo con grande gioia chi fosse l’autore del miracolo ricevuto quella notte,
era stato Dio, per mezzo della Sua mano potente ci aveva scampato da morte certa.

La Bibbia Dichiara: ISAIA 54:17 Nessuna arma fabbricata contro di te riuscirà; Per questo vogliamo ringraziare il Signore Gesù con tutto il nostro cuore.

DIO VI BENEDICA. Carlo & Rosaria.


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