Strada più breve

Siamo in una società che viaggia a ritmi incredibilmente veloci. Ci si muove in fretta per evitare di perdere del tempo prezioso. La società ci spinge ad avere ritmi sempre più elevati. La rapidità di alcune cose ci porta ad avere una vita più facile, tale facilità il più delle volte è a scapito di alcuni valori che la vita insegna.
Tanti processi che di norma dovrebbero coprire un determinato lasso di tempo, vengono incredibilmente accorciati dalla tecnologia sempre più avanzata. Alcuni esempi:

⦁ Non bisogna più andare in posta, puoi pagare da casa e seguire i tuoi movimenti.
⦁ La fila al supermercato ora è agevolata dalla casse veloci o da quelle self service.
⦁ Puoi ordinare la tua cena da casa e passare solo a ritirarla, puoi fartela portare anche a casa.
⦁ Ci sempre più fast-food di ogni genere
⦁ In un fast-food, molto rapido, ho visto che prima di arrivare alla cassa, c’è una ragazza che raccoglie la tua prenotazione e la manda in cassa, e tu vai solo per ritirare il cibo e pagare.
⦁ Per non parlare di tutto quello che un telefonino può fare in qualunque posto tu ti trova …
Tutto mira a renderci la vita più veloce ed apparentemente più facile.
Se riflettiamo un po’, possiamo accorgerci che nonostante tutta questa velocità, siamo pur sempre presi da mille cose.
Abbreviare code, procedimenti, passaggi, non ci mette nella condizione di vivere una vita più serena e tranquilla.
Anzi, da tale processo si ottiene completamente l’opposto. La rapidità di certe cose ti mette nella condizione di fare più cose con altrettanta velocità, con il risultato che arrivi a fine giornata e ti senti sfinito, perché hai fatto innumerevoli cose.
Ti ritrovi a fare tante cose e allo stesso tempo a non avere il tempo di fare altre cose, magari di qualità.
La società odierna ci spinge a scegliere sempre la via più breve, la strada lunga non la vuole percorrere nessuno!
Il pensiero di oggi è: “Se posso ottenere la stessa cosa in modo più veloce, perché devo fare una strada più lunga?”
Il pensiero ha senso. Dimentichiamo però, tutto quello che avviene nella strada più lunga.
Molte cose noi le impariamo proprio dalla vita.
Ci sono delle cose che la vita c’insegna, che non troveremo in nessun libro, e nessun uomo ci farà mai comprendere.
Dio stesso, tramite la vita di tutti i giorni, c’insegna delle cose fondamentali che ci portiamo insieme.

Pensavo all’esodo d’Israele dall’Egitto.

“Quando il faraone ebbe lasciato andare il popolo, Dio non lo condusse per la via del paese dei Filistei, benché fosse vicina, poiché Dio disse: «Bisogna evitare che il popolo, di fronte a una guerra, si penta e torni in Egitto».18 Dio fece fare al popolo un giro per la via del deserto, verso il mar Rosso.” Esodo 13:17-18

Dio conduce Israele.

Che bello sapere che Dio ci guida, che lo Spirito Santo in noi ci guida.
Davide nel salmo 23 dirà: “Il SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manca.
2 Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme. 3 Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome.
4 Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza.”

Dio è il nostro pastore!

E’ meraviglioso sapere che:
⦁ Ci guida lungo le acque calme; ci parla di serenità, luoghi di riposo, momenti di ristoro.
⦁ Ci conduce per sentieri di giustizia; ci parla che ci mette sulla strada per compiere ciò che rientra nella Sua giustizia, ci mette nella posizione di adempiere tale giustizia.
Ciò non esclude che potremmo camminare nella valle dell’ombra della morte “Quand’anche camminassi”, potrebbe accadere, ma Colui che ci conduce e che ci guida è con noi, alleluia.

Dio non porta il popolo attraverso la via più corta.
Per la via corta, per quanto più semplice da attraversare, il popolo avrebbe trovato i Filistei, il popolo si sarebbe trovato davanti alla possibilità di una guerra, ed essendo privo di esperienza, dopo 400 anni di schiavitù, molto probabilmente si sarebbero rifugiati in Egitto e l’Esodo non sarebbe servito a nulla se non a deridere il Dio d’Israele.

Dio fa fare al popolo un giro per la via del deserto, verso il mar Rosso.
Dio conduce e guida il popolo a fare un giro più lungo.

All’inizio di questo lungo giro, l’ingresso di tale percorso è il mar Rosso ed in seguito il popolo si trova davanti ad altre situazioni ed inizia a mormorare:

1. Mormorii alle acque di Mara. Esodo 15:22-24; 17:1-7
Sono tre giorni che non bevono e quando giungono a Mara non possono bere quelle acque perché amare

2. Mormorii per la fame Esodo 16:1-3
Dopo la sete arriva la fame

3. Rifiuto dell’autorità di Mosè Esodo 16:19-20,26-28
Il popolo d’Israele preferisce stabilire con proprio giudizio ciò che è buono per la sua vita e perciò disubbidisce, rifiutando l’autorità di chi è stato scelto dall’Eterno per guidarli

4. Idolatria Esodo 32:1-8
Mosè è da 40 giorni sul Sinai. Non si sa che fine abbia fatto e Dio tace (Esodo 32:1-8). Com’è difficile vivere per fede!

5. Mormorii contro l’Eterno Numeri 11:1-3
Dopo la sete, la fame e tanto deserto, senza una prospettiva chiara di ritorno ad una vita normale, considerata dal punto di vista umano, nasce la rabbia e la protesta contro chi ha creato questa situazione: Dio.

6. Sono stanchi di manna, vogliono carne Numeri 11:4-6
Anche il cibo più succulento, quello, cioè, che ci fa venire l’acquolina in bocca solo al pensiero di vedercelo servire, se dovesse diventare il nostro piatto quotidiano, ci verrebbe a noia nel giro di pochi giorni.

7. Mormorii contro Mosè Numeri 12:1-2; 16:1-3
L’incapacità di sottostare ad un’autorità evidenzia l’autosufficienza dell’uomo, il suo individualismo e, quindi, la sua volontà di autodeterminarsi il suo destino decidendo autonomamente ciò che è buono per la sua vita. L’insofferenza all’ubbidienza si manifesta ancora una volta e Mosè viene messo in discussione

8. Mormorii per la sete Numeri 20:1-5
Manca ancora l’acqua e il popolo si scaglia nuovamente contro Mosè

9. Mormorii contro Dio: i serpenti Numeri 21:4-5

L’impazienza, la fretta di ottenere quanto desiderato, il desiderio di riposo dai conflitti e dalle contrarietà della vita, l’insofferenza per dover sottostare ad un Dio il più delle volte incomprensibile, porta gli Ebrei ad una nuova espressione di scontento nei confronti del loro Signore e di Mosè.

Quante lezioni imparerà Israele nel deserto. Imparerà cose che riguardano Dio e se stesso.
Quante cose impareremmo su Dio e su noi stessi se affronteremmo la via più lunga.
Nella via lunga:

⦁ S’impara la pazienza
⦁ Si esercita la costanza
⦁ Si forma la fedeltà
⦁ Si diventa più forti
⦁ Si dà più valore alle cose
⦁ Ci si ritrova soli
⦁ Ci si ritrova senza aiuto
⦁ Abbiamo tempo e modo di conoscerci in profondità
⦁ Si ha modo di sperimentare la voce di Dio
⦁ Di toccare con mano il sostegno di Dio
⦁ Si spera nelle promesse di Dio
⦁ Si vede la guida di Dio
⦁ Si percepisce il suo condurre, i suoi passi
Nella sofferenza s’imparano tante cose:
⦁ S’impara a fidarsi di Dio
⦁ Si spera in Lui, nel suo soccorso
⦁ Si brama e ci si aspetta la guarigione
⦁ S’impara l’ubbidienza
⦁ S’imparano e si apprezzano le cose e le persone che veramente contano ed hanno valore
⦁ Si cresce

La società oggi, propone per la maggiore, un rimedio veloce e indolore a quasi tutto.
Il problema sta nel fatto che a seguito di tutta questa rapidità, la gente non cresce, non matura, non è forte.

La gente non ha il TEMPO necessario per essere formata.

Di conseguenza ci si ritrova in una società estremamente fragile. Una società dove la maggior parte della gente usa psicofarmaci per resistere alla vita di tutti i giorni.

Oggi Dio desidera ancora guidare e condurre Lui il Suo popolo, per la via che ritiene più opportuna per il nostro bene e per la nostra crescita.
Per crescere ed essere forti è necessario passare dal mar Rosso e dal deserto.

Francesco Caldaralo | Notiziecristiane.com


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