Ieri 29 Giugno a Roma i romani hanno festeggiato la festa dei “santi patroni Pietro e Paolo”.
Sarebbe interessante chiedere ai romani (tutti) se conoscono cosa hanno fatto e detto gli apostoli Pietro e Paolo, per vedere se sanno qualcosa (di vero) di loro!
Ad esempio, i romani resterebbero di stucco nel prendere consapevolezza del fatto che la venuta dell’apostolo Pietro a Roma è una “pia” leggenda, visto che la Bibbia non fa menzione di questa notizia (trasmessa col beneficio (o meglio col maleficio) dell’inventario (o dell’invenzione di alcuni, costruiscono ad hoc le credenze da spacciare alle masse ignare della verità). Già, Pietro non è mai venuto a Roma.
Ciò non toglie che l’apostolo abbia scritto delle epistole (per l’esattezza due) destinate a tutti i credenti in Cristo (perciò, chiamati cristiani). E poiché destinate a tutti i cristiani, di tutti i tempi e di tutti i luoghi, tali epistole prendono il nome di ‘epistole cattoliche’, cioè lettere universali (ovvero destinate a tutti).
Leggendo tali epistole i romani potrebbero conoscere qualcosa in più della verità annunciata da Cristo e trasmessa agli apostoli (tra i quali, appunto, anche a Pietro).
Di Paolo, invece, la Bibbia testimonia che lui, davvero, è venuto a Roma. Se i romani, dunque, hanno ricevuto l’annuncio della buona Novella della salvezza in Cristo (cioè l’Evangelo), ciò lo devono anche all’obbedienza di questo uomo di Dio, che, ubbidendo al mandato del Maestro (“di andare per tutto il mondo ad annunciare la salvezza di/in Cristo” – Marco 16), venne anche a Roma a liberare la città e i suoi abitanti – pagani – dalle credenze idolatriche cui la vecchia religione dell’impero romano sottometteva gli abitanti (nell’oscurità delle tenebre morali e spirituali).
Se poi i romani venissero a scoprire che gli apostoli Pietro e Paolo non sono e non potrebbero essere i patroni della città di Roma (né di qualunque altra città) probabilmente il loro stato di stupore si trasformerebbe forse anche in stato di angoscia, dal momento che sembrerebbe loro di perdere la propria “fiducia e la loro speranza” di essere salvati… (anche se questi non fanno poi tanto, personalmente, per esserlo)!
Bisogna avvertire i romani della falsa credenza dei “patroni”? Se lo si fa non si toglie loro qualche appoggio (o qualche appiglio)?
Chiunque prende sul serio la parola di Dio (la Bibbia) non può scendere a compromessi e non può ingannare la gente (facendole credere ciò che essa vuole credere e vuole sentirsi dire – perché fa comodo -).
Secondo la Bibbia, la credenza nei patroni è una menzogna (vedi Libro di Ezechiele capitolo 14); un inganno che induce la gente a pensare che poiché in un certo luogo sono vissute delle persone che, personalmente, hanno fatto la volontà di Dio il resto degli abitanti di quel luogo possa appellarsi alla giustizia di queste persone per rivendicare dei meriti dinanzi a Dio, nonostante, poi, il resto delle persone, viva la propria vita lontano e fuori dalla volontà di Dio! Che inganno! Che menzogna!
Rispetto a tutto questo non bisogna, invece, avvertire le persone della verità secondo la quale ad essere salvati saranno solo coloro che avranno, personalmente, seguito e fatta la volontà di Dio (così come insegna, appunto, il Signore Gesù: “Non chiunque mi dice “Signore Signore” entrerà nel regno dei cieli, ma colui che avrà fatto la volontà del Padre mio” – Matteo 7: 21 -)?!
E, allora, cari romani, aprite gli occhi e separatevi dalle menzogne che la ‘casta sacerdotale’ vi ha propinato nei secoli, fino ad ora, a causa della vostra (colpevole) ignoranza delle cose spirituali (ossia delle cose di Dio).
Forse col dirvi queste cose vi sto rovinando la festa (dei “santi patroni Pietro e Paolo”)? Il fatto è che spero di contribuire a liberarvi dall’inganno!
E quando sareste stati liberati dall’inganno (per mezzo della conoscenza della Verità di Dio, rivelata nella Bibbia), allora si che potrete festeggiare la vostra riconciliazione con Dio; allora si che potrete festeggiare con tutti i santi (ossia con tutti coloro che in tutti i tempi e in tutti i luoghi hanno compiuto personalmente la volontà di Dio) la salvezza, ossia la liberazione dell’anima (da tutti i mali e le menzogne derivanti dall’ignoranza delle cose di Dio).
Confidare nella credenza dei “patroni” di Roma è un inganno. Gli apostoli Pietro e Paolo non salveranno nessuno che personalmente non avrà seguito (come loro) il Signore.
L’unica cosa che hanno fatto gli apostoli e alla quale invitano tutte le persone a fare è quella di ascoltare l’annuncio dell’evangelo.
Dunque, cari romani, se volete divenire liberi dalle menzogne che finora vi hanno trasmesso (complice la vostra ignoranza della Bibbia) indagate le Scritture e vedrete che gli apostoli non sono affatto dei “patroni”, ma dei semplici testimoni di Cristo. E voi potrete trovare la salvezza solo ascoltando, appunto, la loro testimonianza e seguendo il loro esempio (personalmente).
Allora si che, come dice la Bibbia, potrete divenire concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio (Efesini 2: 19)!
Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com
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