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Opere incompiute

Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Romani 7:24-25

Alla sua morte, Michelangelo lasciò molte opere incompiute. Quattro delle sue sculture, però, le aveva lasciate intenzionalmente non finite. Lo “Schiavo giovane”, lo “Schiavo che si desta”, lo “Schiavo barbuto” e “Atlante”, anche se appaiono da finire, sono esattamente come Michelangelo voleva che fossero. L’artista voleva esprimere il senso di restare schiavi—o intrappolati—per sempre.

Invece che scolpire figure incatenate, Michelangelo le lasciò incastrate nello stesso marmo dal quale erano state tratte. I corpi emergono dalla pietra, ma non completamente. I muscoli si flettono, eppure le figure non riescono mai a liberare se stesse.

Provo un’empatia immediata verso quelle figure. La loro condizione non è molto diversa dalla mia lotta contro il peccato. Non posso liberarmi da sola: come quelle sculture anch’io sono incastrata, “prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra” (Rom 7:23). Non importa quanto duramente io ci provi, non posso cambiare me stessa. Grazie a Dio, però, io e te non siamo sculture incompiute. Certo, il lavoro in noi sarà veramente concluso solo in cielo, ma nel frattempo lo Spirito Santo opera in noi, e Dio ci cambia. Dio promette di finire la buona opera che ha iniziato in noi (Fil 1:6).

Dio, grazie che ci hai reso nuove creature con l’opera del Tuo Figlio Gesù Cristo; grazie di averci liberati dalla prigionia del peccato.
Lui è il vasaio, noi l’argilla.

Da Amy Petersonilnostropanequotidiano.org


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