Che cos’è la democrazia e quanto oggi è congelata da un potere che utilizza l’ideologia come unica spinta? Lo spiega in questo aritcolo Paolo Spaziani. Spaziani, di cui la Nuova BQ si è già occupata, è stato capogruppo di maggioranza nel suo comune, Carpenedolo (BS). Ma di fronte alle continue derive del suo gruppo politico, in ordine a questioni centrali della politica e della coscienza, come unioni civili e obiezione di coscienza, vita, famiglia e immigrati, ha deciso di rassegnare le dimissioni dando così una testimonianza di che cosa significhi fare politica senza rinnegare i principi non negoziabili.
Vaclav Havel, nella sua opera “Il Potere dei senza potere” ha definito il contesto in cui viviamo “sistema post-totalitario”. In cosa consiste questo sistema? Havel lo definisce come una dittatura che ha ben poco in comune con i regimi dittatoriali classici. Il sistema post-totalitario si differenzia dalle varie dittature moderne perché dispone di una “ideologia concisa, logicamente strutturata, comunemente comprensibile che per la sua globalità assume quasi la portata di una religione secolarizzata. Nell’epoca della crisi della certezze metafisiche ed esistenziali l’ideologia post-totalitaria offre agli erranti una dimora accessibile”. Ma qual è il prezzo di questa comoda dimora? L’abdicazione della propria ragione, della propria coscienza e della propria responsabilità. La delega della ragione e della coscienza nelle mani del potere dominante è un elemento necessario affinché il potere stesso possa regnare incontrastato.
Havel precisa: “Quanto più pesantemente il sistema post-totalitario soffoca qualunque alternativa sul piano del potere reale e qualunque politica indipendente nel suo automatismo ineluttabile, tanto più evidentemente il centro di gravità di una potenziale minaccia politica si sposta verso il piano esistenziale e pre-politico. Senza agire direttamente sulla maggioranza, la vita nella verità diventa l’unico retroterra e l’unico punto di partenza di ogni attività che vada in senso opposto all’automatismo del sistema”.
Havel in questo passaggio descrive bene la situazione che stiamo vivendo oggi in Italia e anche in Europa. Siamo in un momento storico in cui la democrazia è sospesa a tempo indeterminato, il voto del popolo non conta nulla, i burocrati spadroneggiano e la magistratura introduce “nuovi diritti” a colpi di sentenze. In questo contesto, come precisa Havel, la vera alternativa (e conseguentemente la vera minaccia) al potere dominante è rappresentata dal piano esistenziale e pre-politico. Havel evidenzia come la vita nella verità rappresenti l’unico punto di partenza per ogni iniziativa che intenda negare l’ideologia del potere dominante.
Il punto da cui ripartire è chiaro e deriva innanzitutto da una presa di coscienza dei danni che il sistema post-totalitario ha prodotto sull’uomo che Havel definisce de-moralizzato, cioè che ha rinunciato alla propria morale, intesa come uso corretto della propria libertà e della propria ragione. Il problema, dunque, non riguarda solo il panorama dell’offerta politica e la ricerca di un’alternativa partitica valida. La situazione è ben più profonda e complessa, perché riguarda l’uomo nella sua essenza. Il sistema post-totalitario ha sferrato un attacco non politico, ma esistenziale in quanto ha attentato alla natura stessa dell’uomo, alla sua coscienza e alla sua libertà. Se non comprendiamo dove si situano i danni che il potere ha causato all’uomo sarà impossibile trovare la cura.
Nel capitolo 11 del “Potere dei senza potere”, denominato “Ripartire dall’uomo”, Havel, commentando il tentativo di alcuni amici di contrastare sul piano politico il regime al momento in carica precisò “….mi sembra però che il pensiero e l’azione di questi amici – che non rinunciano mai a un lavoro direttamente politico e sono sempre pronti ad assumere anche una responsabilità politica diretta – soffrano abbastanza di una malattia cronica: cioè la scarsa comprensione della natura specifica del potere in questo sistema, e quindi la sopravvalutazione dell’importanza di un lavoro direttamente politico nel senso tradizionale del termine e la sottovalutazione dell’importanza politica proprio di quegli avvenimenti e processi pre-politici sul cui terreno soprattutto nascono i reali mutamenti della situazione…”
Con queste parole Havel ribadisce quale sia il terreno su cui oggi si gioca il futuro dell’uomo e quindi della nostra società: non un terreno politico, ma pre-politico, in quanto, secondo Havel :….un cambiamento in meglio delle strutture che sia reale, profondo e stabile, oggi non può partire, anche se è successo, dall’affermarsi di una o dell’altra concezione politica basata su idee politiche tradizionali e alla fin fine solo esteriori, ma dovrà partire, più che mai e più che altrove, dall’uomo, dall’esistenza dell’uomo, dalla sostanziale ricostituzione della sua posizione nel mondo, dal suo rapporto con se stesso, con gli altri, con l’universo. Oggi più che mai la nascita di un modello economico e politico migliore deve prendere le mosse da un più profondo cambiamento esistenziale e morale della società. (…) Non si tratta solo di una nuova variante del vecchio marasma, è qualcosa che si può configurare come espressione di una vita che cambia. Non è detto quindi che con l’introduzione di un sistema migliore sia garantita una vita migliore, al contrario: solo con una vita migliore si può costruire un sistema migliore”.
Nel contesto odierno, la tentazione in cui possiamo cadere è quella di considerare come maggiormente efficace un’azione politica diretta rispetto ad un lavoro sul piano esistenziale e pre-politico. Questa tentazione deriva dal naturale e comprensibile desiderio di voler ottenere un cambiamento immediato della situazione: desiderio che può però trasformarsi repentinamente in una cocente delusione se riponiamo la nostra speranza nell’esito di un progetto politico che, seppur buono e convincente, non è in grado di comprendere e affrontare la vera priorità dell’uomo de-moralizzato, cioè la ricostruzione del suo io e della sua coscienza.
L’attuale situazione politica italiana, che vede il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle raccogliere il 60% del consenso nazionale, è la concreta dimostrazione di quanto evidenziato da Havel. Se la maggioranza del popolo italiano sostiene con il proprio voto due partiti che si trovano ad essere uniti quando devono approvare, a tutti i livelli, leggi contro la vita, la famiglia e la libertà di educazione allora la vera urgenza non è individuare e identificarsi in un partito che si contrapponga a PD e M5S, ma, prima di tutto, ricostruire l’io e la coscienza degli elettori, cioè di ogni persona. Come dice Havel, solo con un profondo cambiamento esistenziale è possibile sperare in un successivo cambiamento politico.
Come ha più volte ribadito Havel il potere dominante non si sente minacciato da un nuovo antagonista politico, bensì da quei gesti che possono sembrare piccoli e insignificanti, ma che invece negano la vita nella menzogna nella sua essenza. Sempre nel “Potere dei Senza Potere” Havel afferma: “….se il sistema post totalitario soffoca complessivamente le intenzioni della vita e si fonda sulla manipolazione complessiva di tutte le manifestazioni della vita, allora ogni libera espressione di vita è, indirettamente, una minaccia politica: anche una manifestazione a cui, in altre realtà sociali, a nessuno verrebbe in mente di attribuire un significato politico potenziale o addirittura esplosivo. (…)
Havel ribadisce che il semplice tentativo di vivere nella verità nega la menzogna del potere come principio e la minaccia nella sua totalità. La vera minaccia al potere non consiste nel contrapporgli un progetto politico, ma nell’aiuto vicendevole a vivere nella verità nei singoli gesti del vivere quotidiano e nella testimonianza di piazza delle veglie delle Sentinelle in Piedi. Havel afferma che la forza della vita nella verità non si misura in termini di numeri e di presenza “fisica”, bensì nella luce che getta sui “pilastri traballanti del potere”. Ognuno di noi, con il proprio tentativo di vivere nella verità, non mette in pericolo l’esistenza del potere dominante per la sua importanza fisica o per il potere che detiene, ma in quanto il suo tentativo trascende la sua persona e fa luce, come un faro, intorno a sé. Finché ci sarà anche una sola Sentinella in Piedi, un solo uomo, che con il suo silenzio saprà dire la verità vorrà dire che il potere non avrà vinto.
Non dobbiamo, dunque, stancarci di testimoniare la verità per una lealtà verso noi stessi e per continuare ad affermare ciò che è vero e giusto anche se le leggi introdotte dicono il contrario. Il potere, per potersi affermare, ha bisogno che l’uomo sia solo, abbandonato, come dice Havel, de-moralizzato, per questo una rete di amicizie ed una testimonianza come quella delle Sentinelle in Piedi oggi più che mai sono un antidoto alla disgregazione dell’uomo e della sua identità.
di Paolo Spaziani | Lanuovabq.it
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