Chiedono alla Chiesa cattolica di rivedere la propria posizione ed essere pienamente riammessi nella vita ecclesiale.
(ve/stampa) Chiedono un rinnovamento profondo della Chiesa cattolica, che preveda la possibilità di un doppio binario per i preti celibi e per quelli sposati. Sono quasi centomila, nel mondo, i preti sposati e almeno 4000 in Italia. A fine marzo si sono incontrati a Roma una cinquantina di esponenti del movimento “Vocatio”, che vuole sensibilizzare la Chiesa e la società riguardo al tema dei preti sposati. A partire dal Concilio di Trento, si è affermata nella Chiesa cattolica romana la prassi di ordinare soltanto sacerdoti celibi. Chi non si attiene a questa regola, viene ridotto allo stato laicale.
Il celibato è una legge ecclesiastica che stride con il Vangelo
È il caso di Rosario Mocciaro, sacerdote siciliano, sposato civilmente dal 1977. “Tra le nostre fila – spiega – ci sono teologi, biblisti, psicologi. Siamo risorse oggi di fatto relegate in posizione marginale”.
I preti sposati, riuniti a Roma e decisi a farsi ascoltare da papa Francesco, chiedono in sostanza la riammissione piena nella vita della Chiesa cattolica. Anche perché, spiega Mocciaro, l’imposizione del celibato dei preti è una “legge ecclesiastica che stride con il Vangelo”, in cui la strada del celibato e semmai consigliata, ma non imposta. Mocciaro, trasferitosi a Roma per motivi di studio, iniziò a frequentare la ragazza che sarebbe poi diventata sua moglie. Da sempre contrario al celibato dei preti, decise di sposarsi con la donna che amava. Dopo la sua decisione, è stato ridotto dalla Chiesa allo stato laicale, ma nella comunità di base di San Paolo, Mocciarocelebra di tanto in tanto la messa.
Non siamo contro il celibato, ma per la libertà di scelta
Di fatto, le richieste di “Vocatio” e dei preti sposati sono a tutt’oggi inascoltate dalla Chiesa cattolica. Ciò nonostante, papa Francesco ha recentemente detto di voler studiare la possibilità dei viri probati, uomini sposati di provata fede a cui affidare alcune funzioni sacerdotali. Giovanni Monteasi, presidente del movimento “Vocatio”, “spretato” dal 1983, spiega di non essere contro il celibato, ma per la libertà di scelta: “I preti – dice – dovrebbero avere la possibilità di scegliere, se sposarsi oppure no”. Era parroco a Napoli, quando conobbe sua moglie. Quando decise di sposarsi, annunciò la cosa ai suoi parrocchiani e si trasferì a Sessa Aurunca. Il vescovo della diocesi, Raffaele Nogaro, gli diede numerosi incarichi e gli consentì anche di celebrare a volte la messa insieme a lui.
Per la teologa Adriana Valerio, sposata con un sacerdote, il problema consiste ancora oggi nella relazione fra sacerdoti e universo femminile: “Per il clero le donne sono invisibili, non appaiono nei momenti istituzionali, nei piani di studi dei seminari, nei libri che studiano. E non appaiono quando ci sono le posizioni più positive e l’impegno più alto”. Occorre, per Valerio, cambiare la prospettiva e dare nuova visibilità delle donne, creando delle relazioni che non siano più asimmetriche.
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