“LA TERRA CHE RICEVE LA PIOGGIA …RICEVE BENEDIZIONI DA DIO” (Ebrei 6:7) La pioggia è sinonimo di vita. Dopo il suo arrivo; i semi germogliano, i campi verdeggiano e i frutti nascono; producendo il cibo ad ogni creatura della terra.
DIO rappresentava, al popolo d’Israele, la pioggia, come parte visibile della SUA benedizione (Deuteronomio 11:14) – Qualche giorno fa, passando con la macchina, nella pianura del catanese, vidi uno scenario straordinario. Le falde dell’Etna, che ricoperta di neve, mostravano strati collinari ed ampie aree agricole, nel pieno sviluppo, di ogni prodotto della terra. Dopo i giorni avvenuti di pioggia, ora si mostrava ad i miei occhi, questa pittoresca e suggestiva immagine di colori. “Felicemente, pensai: “Questa è opera del mio Padre Celeste”
Si, l’abbondanza fa parte delle benedizioni di DIO. Ma qualcosa, può fermare tutto questo. Una barriera che può ostruire le benedizione di DIO. Si chiama, peccato!
Al tempo del profeta Elia, il peccato aveva corrotto il popolo d’Israele, tanto, da paganizzarlo; fermando la benedizione di DIO e provocando una carestia per lo spazio di tre anni. Il vento aveva smesso di soffiare, le nubi avevano smesso di dare la pioggia e la terra aveva smesso di produrre. La natura tutta gemeva in uno scenario di morte.
Ogni anno, in Africa, le piogge monsoniche, arrivano portando vita, dopo lunghi mesi roventi e di siccità. Purtroppo l’effetto dei gas-serra provocano instabilità climatiche, alterando la regolarità delle piogge e mettendo a rischio la sopravvivenza di intere popolazioni, la cui dipendenza è determinata dall’agricoltura. Spesso la morsa della siccità, sviluppa la carestia, distruggendo ogni scenario faunistico e la vita di centinaia di migliaia di persone.
L’arrivo della pioggia, quindi, si presenta, come un risorgere della vita, una vera benedizione dal cielo…. Elia, realizzò tutto questo con la preghiera. La siccità, aveva prodotto la carestia, attanagliando il popolo d’Israele, nello spettro della morte. Solo la preghiera insistente e soprattutto la fedeltà del profeta verso DIO, portò l’esaudimento; aprendo il cielo: alla pioggia, alla benedizione, alla vita.
Siamo testimoni di un mondo che sta perdendo ogni sorgente di vita. Le fonti della giustizia diventano sempre più esigue; le rive della verità diventano sempre più asciutte; i torrenti della misericordia stanno smettendo di scorrere. Il deserto del materialismo, avanza con tutti i rovi del caos sociale e morale, sviluppando sempre cuori più aridi. Questo è il risultato dell’uomo che cammina senza DIO, al quale, EGLI, con rammarico, gli dice: “Avete lasciato me, fonte di acqua viva, e vi siete fatte delle cisterne rotte, che non contengono acqua” (Geremia 2:13)
Che la nostra vita si instauri nella preghiera di Elia. Con la sua stessa fedeltà, che lui ebbe verso DIO; con la sua stessa tenacia di richiesta. Portandoci ad essere intercessori nel deserto di questo mondo. Questo ci condurrà all’esaudimento di DIO ed a vedere le porte del cielo aprirsi, dove potremo attingere benedizioni di quella pioggia divina, che ci provvederà ogni giorno l’acqua necessaria per restaurare i cuori derelitti ed aridi di questo mondo e riportarli in vita. Perché l’acqua che GESÙ ci dona diventa in noi una fonte di acqua in vita eterna. (Giovanni 4:13)
Davide Dilettoso
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