Molti non fanno che porre domande, pietre d’inciampo messe lì a bell’apposta, chiedono e richiedono con un unico intento, quello di far crollare la fede altrui, di mettere dubbi, di dare risposta alla loro incredulità. Eppure, non c’è risposta per un incredulo, forse qualcuno potrebbe cambiare bandiera, ma chi non crede non crede e basta!
È un cammino anche questo? Forse! ma che non porta a nulla, allontana da Dio in tutta coscienza.
La Parola non ha risposte secche, affermative o negative che siano…perché la verità è fede, il Signore non si presenta repentinamente (quasi mai) ad una richiesta, la cui origine è mancanza di speranza. Se ci sei? … fatti vedere!
Dio non si rivela a chi vuole credere con gli occhi, anche se ovviamente è in grado di “stupire chiunque”.
SE IL CUORE È UNA PIETRA …
“Se il cuore è come una pietra vulcanica, lentamente incomincia a raffreddarsi.
Come lava che scende dal monte, dal Monte Santo, prima è Infuocata, potente!
In origine pur da lontano scottava, ora, via via, colando verso il basso, intiepidendosi perde la sua forza.
Indurendosi lascia le sue proprietà essenziali, pur mantenendo qualche principio valido, resta, a volte, ricca di minerali (principi) che porta con se dal profondo.
Sani comportamenti, adatti ad un “essere” con buona vocazione verso gli altri, ma che di per se, non possono essere un appoggio, quasi mai “nutre” e raramente infiamma.
Essa, la pietra, non resta là, nel crogiolo da cui è nata, per infiammarsi ancora e poi ancora, per diventare un nuovo cratere, una nuova colata.
Si lascia estrarre inerte dalla cava, ora è solida, fredda, maneggiabile. Chi la può ancora lavorare?
Può essere usata per edificare, per fare un idolo, è un buon drenaggio o un diserbante. Ma di per se non scalda, non porta vita.
Come una domanda, che al fine non domanda nulla, chiede per finta ma non vuole risposta.
È la richiesta di chi si è perso, ma alla fine non cercava la via … è pone sempre una nuova domanda.
Ma poi …se su quella via non si trova dell’acqua? Mai poi, se crolla il ponte come si potrà tornare? Ma se …una frana sbarrasse la via? Ma …ma …ma!
Guarda avanti!!! Ma ti interessa trovare la via? La strada ti chiama?
E poni domande a chi si protende, a chi guarda al monte, per limitare, per fermare se fosse possibile, il suo cammino, pur di non stare indietro da solo, perché sei pigro di sguardi e di sete.
Hai paura? e fai bene, ti dico! Ma il tuo timore è nel posto sbagliato, e chi sta fermo che cade perduto, chi corre all’indietro senza guardare.
Fermeresti l’amore pur di non spingerlo avanti, trattieni la veste di chi amore chiama.
È questo tuo eterno fare domande, per avere risposte che non ti interessano, in verità non vuoi andare in nessun luogo, e non vuoi nemmeno che ci vadano altri.
Nel libro che contiene ogni risposta, la tua non si può trovare, perché non ha padre, madre, genealogia.
Nel libro che conosce ogni risposta, non c’è la tua, che non ha domanda.
Hai cambiato Maestro, cambiato Profeta, cambiato Padre più di una volta, che vuoi che ti dica, al fine… fai una vera domanda se vuoi una risposta!”
IL PROBLEMA NON È SCENDERE, MA NON RISALIRE.
Credo che ciò appartenga alla natura stessa delle cose, ciascuno ha le sue proprietà ed è solo dopo molto lavoro, solo dopo molto tempo, che a volte si ha una trasformazione. A volte si trova un diamante per strada a volte si deve scavare una vita.
Un giorno” veniamo “estratti” dalla cava, chiamati dal mondo, perché siamo pepite, pepite aurifere. Dio conosce il nostro contenuto, noi un po’ meno, Egli stesso ci ha dato dei talenti, certamente nel nostro profondo conteniamo una perla di gran valore, infatti la parabola dice…
Matteo 25:14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì.
Capita a volte che vogliamo far diventare tutto il nostro essere oro, aumentando a dismisura i nostri talenti, anche a costo di ” falsificarli” anche se in buona fede. Desideriamo fortemente somigliare a Gesù creando un idolo religioso su noi stessi, commettendo un errore madornale. Ci uniformiamo al modello di fede che abbiamo attorno, perdendo quella identità personale che è il nostro contenuto ” aurifero” ma questo non è buono, dobbiamo lasciare le scorie, quei detriti umani e mondani di cui il ” nemico ” ci ha riempito le tasche, con il preciso intento di appesantirci.
Noi siamo lì, in una minuscola pagliuzza d’oro incrostata di polvere, di pietra, di lava che raffreddandosi ha ricoperto il nostro essere, e non possiamo fare null’altro che spogliarci.
Quando lo Spirito di Dio incomincia a lavorare nel nostro cuore, dopo che abbiamo detto: ” vieni!” esultiamo, avendo intravisto sul letto del fiume qualcosa che brilla. Scaviamo con entusiasmo, allargando il nostro raggio d’azione, confondendo a volte bagliore con bagliore, luce con luce.
Mettiamo nel setaccio tutto ciò che brilla, riempiendolo, facendolo diventare greve.
Ci siamo dati un compito, ovvero: essere santi a tutti i costi e tutti interi, dalla testa ai piedi! Mentre il Signore toglie, noi mettiamo, il Signore toglie e noi mettiamo, il Signore toglie! È una lama a due tagli e non esita a portare avanti il suo compito… questo se glie lo permettiamo.
Galati 2:20 Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me.
RICUCIRE I PEZZI
Avviene che troviamo difficile infiammarci nuovamente, cercando ancora lo zelo e l’amore della prima volta, ma non è così, anche l’amore cambia aspetto, cambia “sapore” riparte da un punto diverso.
Non è più un irragionevole trasporto che colma di felicità, ma una comunione stabile, continua, tessuta giorno dopo giorno.
Un nuovo giardino da coltivare, dopo che è stato abbandonato per un po’ di tempo. Qualche erbaccia è cresciuta, qualche radice irsuta scende in profondità, ma Gloria a Dio non s’è ancora imbastardito.
Per un poco abbiamo sentito la stanchezza di un lavoro fatto malamente, lo zelo è divenuto ostinatezza, l’ostinatezza fatica, la fatica idolatria.
Non “dobbiamo” assomigliare a Cristo, ma lasciare trasparire la Sua somiglianza, non dobbiamo fare in modo che un talento diventi mille, ma che diventi due.
Non dobbiamo con sforzo umano realizzare il Regno di Dio in noi, ma lasciare che si realizzi.
Per questo a volte, più che appiccare il fuoco è sufficiente soffiare sulla brace.
Fede, preghiera, preghiera e PREGHIERA!
1 Pietro 2:7 | Per voi dunque che credete essa è preziosa; ma per gli increduli, «la pietra che i costruttori hanno rigettata è diventata la pietra angolare.
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
copyright©francescoblaganò 11/2016
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