Una porta che non si chiude.
Cristo è morto! Egli ha donato se stesso, ha compiuto il suo sacerdozio.
Ha offerto il suo sangue per la redenzione dei nostri peccati, Gesù si è fatto offerta, sacrificio, olocausto, perché la nostra vita fosse riscattata.
La morte di Cristo non è stata un imprevisto nella vita di un giovane uomo, qualcosa che accade, un evento tragico in un cammino di vita, divenuto poi oggetto di menzione eroica o assunto in seguito agli eventi come modello da seguire.
La morte di Gesù da sempre è stata preparata perché gli uomini potessero ricongiungersi all’amore supremo di Dio Padre, tutto ciò fin dalla creazione.
La morte di Gesù avviene in modo specifico, è un rito sacrificale.
Nell’antico testamento sono stati scritti capitoli interi dedicati ai sacrifici e alle offerte, che descrivono modi e tempi della ritualità in uso ai tempi di Aronne, Dio ha specificato a Mosè esattamente ogni gesto. Mentre nel nuovo Patto non si fa menzione di sacrifici, se non per qualche riferimento.
I vangeli raccontano della vita di Gesù e pur narrando a volte gli stessi avvenimenti, dipingono un Cristo con diverse sfaccettature.
Certo, le scritture del Nuovo Testamento parlano della morte di Gesù, del suo epilogo umano, sacrificio non compreso o addirittura rifiutato dai suoi contemporanei.
Per qualcuno un Santo, per altri un imbroglione, per altri ancora usurpatore del titolo di “figliolo di Dio”.
Eppure è da allora che i benefici del suo gesto sono diventati attivi per chi lo accetta sinceramente come olocausto per la remissione dei peccati.
Egli ci ha ricongiunti al Padre mediante l’offerta di se stesso, non perché l’uomo oggi possa trasgredire sicuro della copertura, ottenendo grazia incondizionata appellandosi al Sangue di Cristo. Ma perché i figli di Dio contaminati anticamente dalla disobbedienza e poi dalla corruzione del mondo, possano tornare ad essere tali, una volta per tutte! ritornando su di un cammino smarrito da tempo.
Egli è (si attesta che vive) innanzi tutto Sommo Sacerdote, poiché è colui che sacrifica, e allo stesso tempo vittima, perché si è dato come sacrificio.
Ebrei 5:1 Infatti ogni sommo sacerdote, preso tra gli uomini, è costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati; 2 così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch’egli è soggetto a debolezza; 3 ed è a motivo di questa che egli è obbligato a offrire dei sacrifici per i peccati, tanto per se stesso quanto per il popolo. 4 Nessuno si prende da sé quell’onore; ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aaronne. 5 Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse:
«Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato». 6 Altrove egli dice anche: «Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec».
È presumibile pensare che ai tempi di Cristo si compissero ancora sacrifici con animali secondo quanto il Signore aveva detto a Mosé, ma non si fa menzione nei Vangeli e nelle Epistole di alcun Sacrificio o di alcun sacerdozio, se non che al tempo di Cristo i Sommi Sacerdoti fossero Anna e Caiafa.
Abbiamo detto che Egli è innanzi tutto Sommo Sacerdote e dice la scrittura: “in dovere! obbligato ad offrire.
Marco 14:36 Diceva: «Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi».
“allontana da me questo calice, ma non la mia volontà” furono le parole di Cristo nel momento in cui stava per affrontare la sua sofferenza, ma non offriva per se.
” dice ancora la Bibbia:” secondo l’ordine di Melchisedec” di cui si attesta che vive! Ovvero: non nasce, non muore, ma vive!
Cristo Gesù uomo certo era a conoscenza di se stesso, consapevole di ciò che sta scritto, Egli stesso è la Parola.
Egli sapeva della Sua morte e della Sua resurrezione, sapeva che sarebbe asceso alla Gloria del Padre, infatti non lo tiene nascosto ai discepoli, anzi a più riprese lo dichiara con varie formule, ma …la Sua parte umana aveva timore? aveva paura della sofferenza? della morte? Gesù è vero Dio ed è stato vero uomo, provava i sentimenti degli uomini, aveva emozioni, commozioni, e paure?
Anticamente il sommo sacerdote offriva sacrifici per se e per il popolo immolando un animale puro, privo di difetti, Cristo dona se stesso puro e privo di difetti.
Pensiamo, e con ragione, di Cristo che è Dio… e poi con torto “in fondo, in fondo, Dio non soffre!”, sappiamo che Egli è una delle componenti della Trinità insieme a Dio Padre e allo Spirito Santo, giusto! Ma ci soffermiamo un po’ meno sull’umanità di Gesù, eppure Gesù fu vero uomo.
Egli amava le persone dell’amore di Dio, ma anche di quello degli uomini, soffriva della sofferenza di Dio per gli uomini, ma anche della sofferenza degli uomini per gli uomini. Era suscettibile a rabbia, commozione, forse si faceva male alle mani aiutando Giuseppe nel suo lavoro di falegname, si sarà arrabbiato con i propri fratelli, figli di Maria e Giuseppe. Era il primogenito della famiglia, avrà forse sgridato Giacomo o Giuda o le loro sorelle!
Prima di entrare nel suo Ministerio, di essere cresciuto in sapienza e in statura davanti a Dio, com’era Gesù? Aveva alcuni “difetti” da mettere a posto come noi? No certamente no! Egli nacque privo di peccato e senza difetti concepito per opera dello Spirito Santo perché il Suo sacrificio fosse in purezza.
Morì a causa delle nostre trasgressioni, non delle sue …a differenza degli altri Sommi Sacerdoti, non dovette offrire per sé.
Isaia 54:5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità;
il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
UN FASCIO DI SPIGHE
Le 23:12 Il giorno che agiterete il fascio di spighe, offrirete un agnello di un anno, che sia senza difetto, come olocausto al SIGNORE.
Molti sono i riferimenti in questa scrittura, tali da essere per me una rivelazione … posso trovare in ciò coerenza con la morte di Gesù: tra le spighe da cui si produce il pane e lo spezzare del pane, “questo è il mio corpo” ma sopratutto nel fatto che Gesù viene crocifisso nella ricorrenza della festa de capanne, o festa del raccolto, ( nel giorno in cui agiterete il fascio di spighe) ricorrenza in memoria dell’uscita dall’Egitto, quindi liberazione dalle cose del mondo. Coerenza con l’unzione degli stipiti e degli architrave delle porte delle case degli israeliti con il sangue dell’agnello affinché il distruttore non porti morte, ma si passi dalla morte alla vita in un sacrificio Pasquale efficace ancora oggi.
Inerenza con la mancanza di peccato in Gesù …senza difetto, appunto.
La morte di Gesù è stata un rito sacrificale, il più alto, il più elevato, valido fino al suo ritorno.
Egli muore fuori dalle mura della città di Gerusalemme, il suo sangue cola ai piedi della croce come le antiche aspersioni ai lati dell’altare.
Il luogo della crocifissione non è casuale ma simbolico, il monte Golgotha o luogo del teschio, viene Unto con il Sangue che libera, essendo dato gratuitamente per l’espiazione dei nostri peccati. Esso spezza catene, scioglie i legami, libera.
Se il male ci ha vinto (dove può) nel luogo dei pensieri e dei ragionamenti, nella mente, corrompendo l’anima, là dove il consenso spesso viene ceduto in cambio di qualcosa di gratificante per essa, acquistato con vane soddisfazioni carnali. Là, proprio in quel luogo, nella mente, nel luogo delle incertezze umane, veniamo riscattati.
Le cortine di separazione da Dio sono state spezzate da Cristo, il nostro spirito è tornato in comunione, l’anima non è più sotto il vincolo della trasgressione e può dichiarare, grazie a quel diritto di scelta acquisito con la conoscenza del bene e del male…Anima mia benefici il Signore! Ti accetto come mio Salvatore.
Ponendo il Sacrifico di Gesù sull’altare del nostro interiore, in quel Tempio non fatto di pietra, sotto forma di amore, accettandolo come compiuto proprio per noi.
Allora non saranno più i nodi delle trame tessute dal male, attraverso le umane convinzioni, necessità, bisogni o desideri ad impedirci di seguire la voce dello Spirito di Dio che anela la conduzione condivisa della nostra vita.
Tutto ciò al fine di rivelarci la Sua Gloria.
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
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