Il 17 ottobre del 1983 la copertina di Time era dedicata al riformatore tedesco: cosa è cambiato da allora?
Capita, a volte, di essere fortunati e lasciar cadere l’occhio su di una bancarella nel punto giusto al momento giusto.
Ad attirare la mia attenzione qualche settimana fa, tra decine di libri e riviste disposti tra i banchi di un mercatino dell’usato, una faccia familiare con la sua espressione mista di orgoglio e severità, stampata su di una copertina di TIME datata 17 ottobre 1983. Gli occhi del personaggio raffigurato in primo piano, guardano con decisione il lettore, mentre alle spalle della figura stampata si scorge quella che potrebbe essere una vetrata di una cattedrale europea che si fonde con una scritta luminosa in stile Broadway in marcato stile anni ’70-’80.
Ma la copertina non mostra una star di inizio anni ’80 o un politico o uno sportivo. No. In copertina sul TIME del 17 ottobre 1983 c’era la figura di Lutero al quale il giornale dedicava la cover story in occasione dei 500 anni dalla sua nascita, avvenuta il 10 novembre 1483 a Eisleben.
TIME n. 42, 17 ottobre 1983
L’occasione, per TIME, era anche quella di guardare al panorama luterano dell’epoca e alle radici della sua storia. Il mondo, 33 anni fa, era radicalmente diverso da quello che conosciamo: diviso tra Est e Ovest, con il muro di Berlino che ancora divideva le due germanie, e le vampate della Guerra Fredda, tra gli annunci di Reagan e le imprese di Stanislav Petrov.
I Police pubblicavano l’album Synchronicity il cui primo singolo, Every Breath You Take, spopolava sulle classiche mondiali. In Italia il brano Sarà quel che sarà cantato da Tiziana Rivale vince il Festival di Sanremo, quello stesso Festival che vedrà arrivare penultimo in finale Vasco Rossi con Vita spericolata. William Golding, l’autore del Signore delle mosche, vinceva il Premio Nobel per la Letteratura e la Apple lanciava sul mercato l’Apple Lisa che costava circa 10.000 dollari a unità.
In 33 anni il mondo è radicalmente cambiato. Quanto può cambiare il volto di una chiesa? A due settimane dal prossimo 31 ottobre, quando prenderanno il via le iniziative per i festeggiamenti dei 500 anni della riforma, è interessante provare a confrontare le due facce di un mondo a cavallo tra due anniversari: cinque secoli fa, in 33 anni dalla nascità alle 95 tesi di Wittemberg, Lutero compì il percorso che lo porterà allaDisputatio pro declaratione virtutis indulgentiarum (Discussione sulla dichiarazione del potere delle indulgenze)dando di fatto il via alla Riforma protestante.
Mezzo millennio dopo, in 33 anni, cosa è successo? Possiamo provare a giocare un po’ con i numeri.
Il TIME, nella sua edizione del 1983 fotografava in termini quantitativi la presenza luterana nel mondo.
TIME n. 42, 17 ottobre 1983
I dati della Lutheran World Federation nel 1983 erano stampati nero su bianco su TIME: dei quasi 69 milioni di luterani nel mondo, circa 60 vivevano in Europa e Nord America. Gli stessi colori e stili della copertina di TIME rimandavano (volontariamente o meno) a quel mondo, tra vetrate di cattedrali e insegne luminose in stile newyorkese. Poco più di 6 milioni di luterani erano africani e asiatici.
Ma se confrontando le cifre riportate da TIME con i numeri della Lutheran World Federation riferiti al 2013possiamo farci un’idea su come il volto dei luterani mondiali sia cambiato in queste tre decadi. Un cambiamento che racconta qualcosa in più dei soli numeri.
In trent’anni i luterani europei e nord americani sono passati da 60 a 40 milioni, mentre quelli africani e asiatici sono cresciuti da 6 a 31 milioni. Particolare il caso dell’Etiopia che nel 1983 vedeva 553.400 fedeli nell’ambito della Lutheran World Federation, mentre nel 2013 il dato sorprendente vede nel paese oltre 6,3 milioni di fedeli. O il Madagascar dove la presenza luterana è passata da 600.000 a 3 milioni di membri di chiesa. O ancora la Namibia dove i 521.000 fedeli del 1983 sono diventati 1,1 milioni trent’anni dopo.
Hanno contribuito alla crescita globale anche le chiese presenti in Asia. In India i fedeli sono passati da poco più di un milione nel 1983 ai 3 milioni e mezzo del 2013. In Indonesia da 2,2 milioni a 5,8 milioni. La Germania unita nel 2013 conta invece 12,2 milioni di fedeli, contro i circa 27 milioni dell’inizio degli anni ’80.
Tendenze note, dati certamente già analizzati e disaggregati. Ben lungi da analizzarli in modo scientifico ci limitiamo a guardare con una certa ammirazione questo piccolo reperto storico che fornisce un carotaggio su come la Lutheran World Federation si racconta o viene raccontata.
Trentatrè anni fa titolo e sottotitolo del reportage del TIME erano: Luther: 500 Years Young – Half a millennium after his birth, the first Protestant is still a towering force (Lutero: 500 anni giovane – Mezzo millennio dopo la sua nascita, il primo protestante è ancora una forza imponente). Piccola nota che rende apprezzabile il taglio di TIME all’epoca riguarda il gioco di parole tra la normale formula inglese 500 Years Old per indicare l’età e il titolo della copertina 500 Years Young, che potrebbe essere tradotta non letteralmente come Un giovane di 500 anni. Taglio che poi nel sottotitolo viene interpretato proprio in questo senso. Su TIME a proposito di Lutero c’è almeno un precedente, nel 1967.
E oggi come descriveremmo il puzzle protestante mondiale, non solo luterano? Con le stesse parole, con le stesse lingue, con gli stessi colori e stili comunicativi?
Alcune volte le capsule della storia che incontriamo per caso su di una bancarella di un mercatino possono generare domande attuali e utili per interpretare il nostro presente.
Foto copertina elaborazione da Lucas Cranach the Elder – gallerix.ru, Public Domain, Link
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