Dal sangue di Giovanni Battista a Santo Stefano, fino ad arrivare a San Gennaro, verità o popolarità.
Si narra che nell’anno 305 fu tratto in arresto il capo della comunità cristiana di Benevento, certo Gennaro. Gli storici che hanno trattato l’argomento, non sono d’accordo nello stabilire il paese d’origine del santo, e fra di essi, c’è chi nega del tutto la sua vera esistenza. In ogni modo la tradizione stabilisce che Gennaro fu condotto a Pozzuoli ed in quell’Anfiteatro fu decapitato, per essere spettacolo della gente. Da Pozzuoli poco tempo dopo il corpo del martire fu trasferito a Napoli ed in quella occasione avvenne un fatto straordinario, così raccontato nella storia del canonico: “Le ampolle, dice la leggenda, erano custodite da Eusebia, nutrice del santo e solo dieci anni più tardi, quando cioè il corpo del santo trionfalmente veniva portato in processione a Napoli, passando per Antignano la vecchietta che abitava i quei pressi, le cacciò fuori in quella circostanza, per consegnarle nelle mani del Vescovo S. Zosimo o Cosma, che guidava il corteo. Infatti appena esse furono da lui poste sull’urna, il sangue coagulato e disseccato, sembrò rivivere liquefacendosi”. Si tenga presente che prima dell’anno 1600, stando alla tradizione ricordata dallo scrittore, per il decorso di tredici secoli, non si allude mai al miracolo del sangue, fuori dalla sopradetta circostanza.
Passiamo al sangue di Santa Patrizia.
Nella chiesa di S. Gregorio Armeno si liquefa ogni 25 agosto sin dal secolo 1500, miracolosamente. Corre intorno ad esso una storiella. Un devoto della santa, desiderando possedere una reliquia della medesima, trasse nascostamente un dente dal teschio del suo corpo, che da cento anni era in un’urna. Ne sgorgò del sangue, che raccolto e custodito divenne oggetto di venerazione e di meraviglia.
Sangue di Giovanni Battista.
Si, anche questo privilegio ha Napoli. Fu un dono di Carlo I al monastero di S. Arcangelo a Baiano, ed ogni 29 agosto, dall’anno 1554 si liquefa, come cosa viva.
Sangue di Santo Stefano Protomartire.
Nessuno avrebbe pensato mai di raccogliere il sangue di quel primo martire cristiano, circa duemila anni fa: ma qualche viaggiatore napoletano avrà approfittato della confusione tra gli ebrei persecutori per riportare a casa si rara merce. Senonché la storia dice che detto sangue solo dall’anno 1561, dapprima si liquefaceva nella chiesa di S. Gaudosio, verso gli ultimi giorni di settembre, ed in seguito in quella di Santa Chiara il giorno 3 agosto d’ogni anno. Si noti la coincidenza dell’epoca e della stagione indicate nella storia di questi sangui, rispondenti a quelle nelle quali avviene il miracolo del sangue. Nelle superstizioni del popolo napoletano si riscontrano tutte le tendenze dei popoli primitivi. La presenza del miracolo non ha avuto nessuna influenza correttiva sopra tutti i suoi pregiudizi, quali la iettatura, le fatture, le stregonerie e sopra il potere degli amuleti, dei talismani, dei cornetti, degli scongiuri, ecc. ! A questo basso paganesimo si mescola un cristianesimo di stampo molto inferiore. Non c’è rione di Napoli che non abbia un particolare protettore celeste; non c’è santo cui non si sia consacrata una via o una nicchia e che non sia festeggiato con lo sforzo di archi luminosi e di fuochi pirotecnici assordanti e diretti a far loro cosa grata. L’Apostolo Paolo previde quello che sarebbe successo a riguardo della fede di certi cristiani, nelle due lettere a Timoteo: “Nei tempi avvenire alcuni apostateranno la fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni, per via della ipocrisia degli uomini, che proferiranno menzogne”. “E distoglieranno le orecchie alla verità e si volgeranno alle favole. Napoli, la città partenopea, da molti colori folcloristici, la più cattolica delle cattoliche, non poteva in certe circostanze restare in seconda linea a nessuna città d’Italia, quando si trattava di salvare il pratrimonio dottrinale della chiesa romana, oppugnato da temibili avversari. E’ stato dunque questo popolo giuocato nella sua buona fede da persone interessate? E’ proprio così. Rifletta ognuno al periodo nel quale cominciò a verificarsi il miracolo di S. Gennaro. Esso coincide con quello della liquefazione di altri sangui, di cui ho detto in precedenza. Coincidenza che si ha, guarda caso, proprio nel periodo della riforma Protestante del 1500 – 1600. La Curia romana doveva ricorrere ai ripari e prendere delle misure adeguate, per difendere la causa della chiesa. Il luteranesimo ed il Calvinismo trionfante nel Nord non dovevano invadere l’Italia, sede del romano Pontefice. Segni di certo risveglio riformistico si avvertirono anche nella nostra penisola, e Napoli non era esente. Quale forza più efficace di quella del miracolo, per contrastare chi era considerato nemico religioso? Ed i miracoli erano allora più facili per le autorità ecclesiastiche, di quanto non lo siano oggi per il tempo delle elezioni politiche! La teoria del “fine giustifica i mezzi” cadeva molto opportuna e non bisognava farsi prendere dagli scrupoli. La chiesa Cattolica tramite Il Rev. Canonico Iodice, ha uno scritto intorno al miracolo di S. Gennaro, precisando che è “solo fede umana”. Ma se si analizzerebbe le ampolle sarebbe sacrilegio!
A.Ricci
Ferentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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