Si è svolto nei giorni 09 e 10 settembre il consueto e annuale appuntamento del Convegno sulle Giornate Teologiche organizzato dall’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione (ifed) di Padova-Via Vermigli N°13.
Quest’anno si è tenuta la ventinovesima edizione che ha visto presenti circa trecento partecipanti, il tema scelto per l’occasione è stato: “Uomo, donna… Quale genere?”. È stato scelto questo tema affinché possiamo essere adeguatamente preparati e formati secondo i criteri biblici con i quali il nostro Dio ci ha creati e per avere la “bussola” nel continuare a mantenere la nostra identità di genere in questa società secolarizzata dove si sta affermando sempre più prepotentemente il pensiero della Teoria Gender sulla “neutralità sessuale” promossa dagli ARCI GAY che sono appoggiati e sostenuti da diverse entità.
Questa realtà ha portato ad una crisi antropologica che distrugge le vite create.
L’oratore principale è stato il Professore e Teologo Mark A. Garcia, studioso in diversi campi di ricerca tra i quali anche quello sull’ontologia teologica del femminile in rapporto ai testi biblici. Durante la sua relazione ha spiegato il modello biblico dell’uomo e il modello biblico della donna, entrambi in prospettiva ontologica e ha sottolineato che in Levitico è spiegato chiaramente che la donna non è inferiore all’uomo infatti nel contesto escatologico è stata creata per seconda, quindi dopo l’uomo, perché è stata estratta dalla sua costola per essere posta al suo fianco come “complemento”. È stata, poi, la dimensione culturale a presentare la donna come moglie e madre e a dare un’attenzione sproporzionata all’uomo come marito, come padre e come “capo della famiglia”. Contrariamente a questa dimensione culturale errata e scorretta gran parte dell’insegnamento scritturale in merito all’uomo e alla donna si trova in Genesi dove ne vengono descritti gli aspetti più cruciali sulle rispettive e specifiche identità e caratteristiche sia dei loro rispettivi ruoli e sia sui termini di “uguaglianza” e di “differenza”.
Il fatto che Dio abbia voluto creare l’uomo e la donna a “Sua somiglianza” sta ad indicare che sono entrambi “uguali” ai Suoi occhi, mentre oggi il mondo vuole enfatizzare l’uguaglianza tra l’uomo e la donna ma questo non è l’insegnamento biblico.
Il Paradigma biblico della sottomissione è la “Trinità”: che pur essendo tre persone distinte ilFiglio non è “inferiore” al Padre ma c’è “uguaglianza” tra loro e non “inferiorità”; similmente deve essere il rapporto tra marito e moglie cioè basato sull’uguaglianza e nonsull’inferiorità. Inoltre le epistole degli apostoli Paolo e Pietro nel Nuovo Testamento contengono delle istruzioni che sono dei “codici domestici” e servono per gestire i rapporti tra marito, moglie e figli nella giusta dimensione e prospettiva e per condurre nell’amore, nel rispetto e nella comprensione la vita domestica.
Efesini 5:22,23 “Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti come al Signore, poiché il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, ed egli stesso è Salvatore del corpo” in questi versetti biblici l’apostolo Paolo insegna che il matrimonio è un’istituzione biblica dove la moglie deve sottomettersi al marito e i figli devono sottomettersi ai genitori così come Cristo si sottomette al Padre, qui il paradigma biblico della “sottomissione” che viene citato è Cristo.
1 Pietro 3:1,7 “Parimente voi, mogli, siate soggette ai vostri mariti, affinché se anche ve ne sono che non ubbidiscono alla Parola, siano guadagnati senza parola dalla condotta delle loro mogli, quand’avranno considerato la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia l’esteriore che consiste nell’intrecciatura dei capelli, nel mettersi attorno dei gioielli d’oro, nell’indossar vesti sontuose ma l’essere occulto del cuore fregiato dell’ornamento incorruttibile dello spirito benigno e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran prezzo. E così infatti si adornavano una volta le sante donne speranti in Dio, stando soggette ai loro mariti, come Sara che ubbidiva ad Abramo, chiamandolo signore; della quale voi siete ora figliuole, se fate il bene e non vi lasciate turbare da spavento alcuno. Parimente, voi, mariti, convivete con esse con la discrezione dovuta al vaso più debole ch’è il femminile. Portate loro onore, poiché sono anch’esse eredi con voi della grazia della vita, onde le vostre preghiere non siano impedite” questi versetti biblici, scritti dall’apostolo Pietro, contengono due aspetti di “codici domestici”: il primo fa riferimento alla “sottomissione della donna” che non è una costrizione o un abuso ma un “atto” di amore, alleanza e collaborazione; il secondo fa riferimento alla “leadership maschile” che si fonda nel principio della “creazione” e poi della “redenzione”.
Oggi il piano politico legislativo sulla famiglia e sul genere ha violato il piano di creazione con la l’approvazione della Legge 76/2016 Cirinnà sulle Unioni Civili e con gli interventi sul piano culturale del Ddl che permette le adozioni gay. La risposta in difesa della famiglia è arrivata dal Movimento DINF (difendiamo i nostri figli) e da tutte le persone che è riuscito a coinvolgere. Il Ddl Cirinnà tende a creare una società fondata sulla “confusione sessuale” non tenendo conto dell’impatto sociale che viene a creare e in più non tiene conto, primariamente, degli interessi dei minori ma bensì dei “capricci” delle coppie omosessuali. Con il massimo rispetto per quest’ultima categoria, li invito alla riflessione che, ognuno è libero di fare le proprie scelte di vita ma deve anche tenere conto delle conseguenze “inevitabili” che esse comportano. Dunque, per questi motivi è importante capire in quale contesto ci stiamo trovando catapultati e quali cambiamenti stiamo affrontando: l’Italia è all’ottantesimo posto sul piano della Teoria Gender una percentuale molto alta, inoltre vuole raggiungere il passo con gli altri paesi europei inserendo l’insegnamento sul tema del genere nelle scuole con l’obbiettivo di rompere gli stereotipi sull’identità del genere maschile e femminile, cosa molto grave. Inoltre già all’interno anche delle scuole primarie è stato inserito del materiale Gender con il quale gli studenti vengono già a contatto ecco perché a motivo di questa sfida che si è posta sulla nostra realtà dobbiamo essere preparati e formati nel l’affrontare queste dinamiche; dobbiamo fare delle proposte culturali all’interno delle scuole; dobbiamo essere presenti, pro-attivi e prendere l’iniziativa; fare delle proposte e mettere i puntini sulle “i” e principalmente fare il modo che vengono rispettati.
La cultura, la storia e le aspettative non sono sufficienti per spiegare chi siamo. Per comprendere in pieno l’identità di genere con la quale siamo stati creati abbiamo bisogno della “rivelazione” che viene da Dio e che ci è stata tramandata nella Sua Parola la “Sacra Bibbia” che ci dice cosa siamo come “uomo” e cosa siamo come “donna”, i nostri rispettivi ruoli, le nostre rispettive responsabilità e a ciò che siamo chiamati ad essere. Contrariamente a tutti questi “codici domestici” che ci fungono da guida e da insegnamento, la Teoria Gender mira a creare “confusione” e “rivoluzione” ponendoci dinnanzi ad una sfida molto importante e da non sottovalutare.
Rimaniamo fermi, stabili, decisi a perseverare nella nostra identità di genere con la quale il Signore ci ha voluti creare e nella consapevolezza ognuno dei nostri rispettivi ruoli specifici, distinti e differenti. Scegliamo di vivere la nostra “identità di genere” nella consapevolezza che agli occhi di Dio siamo “uguali” e non “inferiori” o “superiori”.
Mobilitiamoci con le associazioni competenti ad essere informati e preparati per difendere in modo equilibrato ma inequivoco la nostra identità di genere, il matrimonio tradizionale e i nostri figli nell’ambito scolastico “i figli non si toccano”.
Luisa Lanzarotta/Marco Lanzarotta – Ifed/Notizie Cristiane
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