Dio trasforma la tempesta in acque tranquille

sunrise-1089471_960_720MI ERO ALZATO DI BUON’ORA, per andare in chiesa, volendo dedicare prima del tempo alla preghiera. Quella mattina pregai in particolare per mio figlio che DIO lo custodisse nelle SUE mani. Lo aveva fatto anche mia moglie la sera prima. Verso le 7,30, sento parlare mia moglie al telefono dalla stanza da letto. Andai per sapere, e la vidi molto preoccupata. Quindi mi disse, che nostro figlio si trovava in ospedale a Palermo, causa un’incidente nello sport che pratica. Si presumevano delle costole rotte, e contusioni varie. Aspettammo nostra figlia e nostro genero, e poi partimmo per andarlo a trovare.

Inutile dire che strada facendo, il nostro pensiero ero costantemente rivolto a DIO, in preghiera. Avvisammo il Pastore, che ci sostenne insieme alla Chiesa con la preghiera. Arrivati in ospedale, parlammo con un medico chirurgo che ci dettagliò la situazione: “Vostro figlio è in grave pericolo, non tanto per le contusioni intercostali, ma per delle lesioni multiple al fegato; se gli ematomi formatisi dovessero esplodere, l’emorragia sarebbe letale, quindi si deve operare d’urgenza”.

Poi aggiunse: “Solo un miracolo, può impedire che sia operato!” Mia moglie mi anticipò e gli rispose: “Noi crediamo ai miracoli che fa DIO” – Il ragazzo veniva costantemente monitorato ogni ora. Poi i medici decisero di prepararlo inserendo una cannula nell’aorta femorale, in caso di urgenza. Mentre eravamo nel corridoio, mia moglie iniziò a piangere, e mentre le persone ci osservavano, l’abbracciai e gli dissi che DIO ascolta le preghiere, di chi in LUI confida e lo invoca, e che nostro figlio era al sicuro nelle SUE mani paterne.

Ci sentivamo costernati, ma sentivamo la presenza di DIO, anche attraverso la costante partecipazione dei credenti che ci telefonavano in continuazione, con parole di incoraggiamento e il prodigarsi a volerci aiutare. Questo ci era di grande consolazione. Domenica 22 Maggio 2016, pernottammo a Palermo. Una città che ne io, ne mia moglie, avevamo mai visto. Ma anche se il nostro cuore era pieno di dolore, non ci sentivamo abbandonati.

Il lunedì, ci fu un lieve miglioramento, che ci rincuorò. Ed anche se tenuto sotto stretto controllo anche con strumenti elettro-cardiaci, continuavamo a restare poggiati su CRISTO. Poi, il martedì, dopo una ulteriore ecografia di controllo, il primario lo reputa fuori pericolo e fa staccare tutti i vari fili, le flebo ed altro, invitandolo con attenti movimenti ad alzarsi. Lo tennero sotto osservazione altri due giorni, poi, lo misero in uscita. DIO aveva trasformato il nostro dolore in felicità. DIO è stato presente! Ricordo che quando uscivo per sbrigare qualcosa , per le strade di Palermo, i primi giorni invocavo DIO che ci facesse grazia per nostro figlio, poi invece cantavo: “Oh GESÙ grazie, del tuo amor per me”.

Ma nel percorso di quei giorni, in un luogo dove vi era una comune sofferenza per i propri cari, DIO ci ha dato opportunità di parlare della SUA grazia. Qualche infermiere si fermava ad ascoltare e a farmi delle domande sulla parola di DIO. Mia moglie ha regalato la Bibbia ad una famiglia, che ci hanno invitato a trascorrere qualche vacanza nella loro casa al mare. La bontà del SIGNORE è senza fine! EGLI è COLUI, che ci prende per mano e dalle acque agitate, ci conduce in ACQUE TRANQUILLE! (Salmo 23:2)

Davide Dilettoso | Notiziecristiane.com


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