Dopo l’uccisione di cinque poliziotti, le chiese sono chiamate a impegnarsi per il cambiamento della società.
(Adelle M. Banks) I responsabili delle chiese cristiane di Dallas, scossi dalle uccisioni di poliziotti nella loro città – lo scorso 7 luglio – e dalle uccisioni di persone di colore per mano di poliziotti altrove, hanno dichiarato di voler reagire con la preghiera, per poi passare a propugnare cambiamenti sociali concreti in risposta alle tragedie.
Preghiera e impegno
“I leader religiosi hanno la responsabilità di dire che pregheremo e agiremo affinché in questo paese avvenga un autentico cambiamento strutturale”, ha detto il rev. Frederick Haynes, pastore della Friendship-West Baptist Church di Dallas. Haynes, alla guida di una megachiesa prevalentemente di colore. Heynes si è unito a migliaia di altre persone per una preghiera tenutasi nella Thanks-Giving Square, lo scorso 8 luglio. “Raduni del genere non sono sufficienti agli occhi dei giovani che hanno invocato il cambiamento”, ha detto, affermando la necessità di un impegno più incisivo da parte delle chiese. Proteste pacifiche per le uccisioni di afroamericani a Saint Paul, Minnesota, e a Baton Rouge, Louisiana, per mano di poliziotti, hanno preceduto i violenti attacchi di Dallas che hanno causato la morte di cinque agenti di polizia.
Polizia in discussione
Nel frattempo Haynes ha avviato un “dialogo comunitario”, con la partecipazione di giovani afroamericani, per discutere la promozione di cambiamenti per “rifare la polizia”, incluse la revisione delle pratiche di assunzione e l’assistenza sanitaria psichiatrica per le forze dell’ordine. “Il mantenimento dell’ordine pubblico nelle comunità di colore è la prima linea di quella che riteniamo una guerra non dichiarata che viene condotta ogni giorno in questo paese contro i corpi delle persone di colore”, ha detto Haynes.
Il rev George Mason, pastore della Wilshire Baptist Church, una congregazione prevalentemente bianca, si è unito a Haynes all’incontro di preghiera comunitario e in un articolo sul “Dallas Morning News” che invitava alla solidarietà “perché ogni atto di avvicinamento è un altro punto nel tessuto lacerato della nostra comunità”.
Contro pregiudizio e discriminazione
Mason ha detto che i membri delle reti interrazziali e interreligiose che già esistono a Dallas hanno iniziato a stabilire i prossimi passi del loro lavoro alla luce delle tragedie, ma ha aggiunto che la trasformazione è necessaria non soltanto nelle comunità locali, bensì a livello nazionale.
“Sappiamo di avere un problema da affrontare, ma non abbiamo un problema con tutte le persone di colore o con tutte le persone bianche o con tutte le forze dell’ordine”, ha detto. “Il nostro dilemma è come affrontare il problema persistente del pregiudizio e della discriminazione razziale che affiora in momenti di tensione e pressione straordinarie e quindi come reagire meglio di conseguenza”.
Anche altri leader religiosi di Dallas invitano ad andare oltre la preghiera e agire più incisivamente per promuovere l’unità.
“Una delle vere tragedie di oggi è che la chiesa nel suo insieme non è riuscita a fare avanzare il regno di Dio di luce, giustizia, amore e principi nel nostro paese affinché sia un’influenza positiva e promuova il bene in mezzo alle tenebre, alla paura e all’odio”, ha detto il pastore Tony Evans della Oak Cliff Bible Fellowship. “Dobbiamo fare di più e meglio”. (RNS, trad. it. G. M. Schmitt/voceevangelica.ch)
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