“Ma che cosa doveva importargliene all’uomo che viveva al cospetto di Dio, nell’Eden dell’albero della conoscenza del bene e del male?
Adamo era lì perennemente in contatto con Dio, quindi con la conoscenza, Dio stesso è il giardino dell’Eden, Canaan, il Giordano… la Gerusalemme Celeste.
Genesi 2:15 Dio il SIGNORE prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. 16 Dio il SIGNORE ordinò all’uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, 17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».
Forse Dio il Signore ci ha voluto ignoranti? Sciocchi? e privi di conoscenza? Non lo credo.
Sono più teso ad immaginare che il Signore abbia dato all’uomo più che un comando, un consiglio “Divinamente Genetico” per evitargli un sacco di guai.
Voleva dirgli: “attento! Ne va della tua vita spirituale”, Tutto ciò che oggi hai, domani dovrai conquistarlo!
Voleva dirgli che stava già vivendo una vita eterna ed era nella conoscenza di Sé, e che vivendo “naturalmente” sarebbe morto allo spirito. Sarebbe morto dovendo giudicare, ovvero scegliere esprimendo opinioni in seguito all’intelligenza cognitiva.
Ma ció che viene dalla carne è per la carne, ciò che viene dallo spirito è per lo spirito.
La scelta che viene dalla cognizione viene dal cervello e gli infiniti dati che esso analizza per una scelta, tendono a soddisfare qualcosa di fisico e immediato la carne, ma l’analisi è comunque difettosa poiché è impossibile che possa comprendere tutto a causa infinite nozioni.
L’uomo che prima era con Dio ora avrebbe dovuto cercarlo, applicandosi a comprendere, sviluppando teorie filosofiche, scientifiche, dottrine, religioni e quant’altro. Ma quella è una strada senza via d’uscita.
Certo! Dio voleva tutelarci da qualcosa che ci attrae fortemente che ci brama e ci desidera a Suo dispetto, il male, la trasgressione.
Come un bambino rompe un gioco per capire com’è fatto, così l’uomo ha voluto capire ciò che Dio gli aveva precluso.
Forse Dio voleva dirgli che per avere discernimento del bene e del male avrebbe dovuto apprendere qualcosa che fino ad allora non conosceva, il male appunto e per conoscerlo doveva sperimentarlo e che molto spesso ne sarebbe stato soggiogato.
Forse voleva dirgli che la conoscenza divina è talmente vasta che non può essere contenuta dalla mente umana o che non sarebbe bastata un’ eternità per istruirsi.
Forse Dio voleva dire all’uomo che la conoscenza è fine a se stessa, o infinita a se stessa, e che colui che vuole “conoscere” attraverso la cognizione si perderà in un labirinto dal quale non uscirà mai, (se non con l’intervento divino), dimenticandosi di vivere immerso in essa e allo stesso tempo di farne parte.
L’individuo cerca sempre più un sapere cognitivo, piuttosto che una esperienza di conoscenza, così egli andrà incontro ad una lenta morte spirituale, ancor più se il pensiero e teso alla comprensione di Dio.
Le nozioni ci daranno un mentale discernimento per ciò che riguarda le cose naturali, spingendoci inevitabilmente ad esprimere giudizi e scelte.
Difatti ciò che non facciamo mai (o poco) è chiedere consiglio a Dio, o… Ascoltare il giudizio di Dio.
Forse Dio voleva dire all’uomo…non sei tu che puoi arrivare a me, con nessun mezzo, ma sono io che vengo a te attraverso uno spirito di comprensione e di sapienza, lo Spirito Santo.
L’ UOMO PASSA LA VITA A COMPRENDERE CIÒ CHE È BENE E CIÒ CHE È MALE.
1Cor 2:14 Ma l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.
Mt 7:2 perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.
Nella Bibbia leggiamo:
Gv 14:26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.
Lo Spirito Santo prenderà del mio e ve lo darà.
L’ uomo spirituale attinge direttamente alla fonte, egli non contiene in se tutti i “dati” per fare un’ analisi (come cerca di fare cognitivamente) ed esprimere un giudizio o trarre conclusioni, ma attinge direttamente alla conoscenza che è nel Padre e non appartiene all’uomo.
Gv 17:11 Io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi.
Così si disseta chi sente l’arsura, prende dalla fonte, egli non è padrone della fonte o dell’acqua che vi sgorga. Ma prende, beve e si disseta.
Non è importante, per dissetarsi, sapere “cose” sull’acqua, ma attingere e bere.
La conoscenza nella sua pienezza non è contenibile dalla mente umana, non è traducibile in nozioni. Non è il sapere delle cose o avere dimestichezza con una materia specifica.
Il primo uomo “sapeva” delle cose, allontanato da Dio seppe fare delle cose, coltivare, allevare bestiame, costruire case, capanne o vestiti, produrre suppellettili o armi.
Ovvio sapere delle cose non è possedere discernimento spirituale, LA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE prevede che si “sappia tutto”, per avere la capacità di esprimere un giudizio perfetto.
Si! la conoscenza plenaria permette un giudizio perfetto, è proprietà divina e si chiama CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE.
Essa non è un fatto cognitivo non è una conquista dell’intelletto, ma è in relazione alla comunione che abbiamo con il Signore, da come, quanto e se! Siamo esseri spirituali.
LASCIARSI ISPIRARE DALLO SPIRITO SANTO
Quando desideriamo condurre correttamente la nostra vita, riflettiamo parecchio prima di intraprendere un cammino. Ciò è giusto e corretto ma, consultare il Signore vuol dire lsciarsi ispirare per dirigere i nostri passi verso quella che è la nostra natura più elevata, verso ciò che assomiglia di più a noi stessi e all’immagine di Dio.
Gv 7:15 Perciò i Giudei si meravigliavano e dicevano: «Come mai conosce così bene le Scritture senza aver fatto studi?»
Mc 1:22 Essi si stupivano del suo insegnamento, perché egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.
Una delle cose che amo di più della Fede è che essa non prevede che l’uomo arrivi a Dio, alla conoscenza, con i suoi mezzi. Ne’ meditando, ne facendo opere buone, ne conducendo una vita da asceta o da Guru.
Ma Dio istruisce tramite lo Spirito Santo coloro che hanno accettato il sacrificio di Gesù, ricevendolo come Colui che doveva venire nel mondo, il MESSIA.
Cristo ci ha messo nuovamente in condizioni di relazionarci con il Padre, così come era nell’antico patto, così come era nell’Eden.
Istruisce coloro che lo seguono ancora oggi come Maestro attraverso la Sua PAROLA, traggono gli insegnamenti e la potenza per convertire le proprie azioni i propri modi e quindi la propria vita.
Istruisce coloro che per fede e con fede attendono la Salvezza, certi che l’uomo non ha nessun’altra possibilità di Conoscenza se non quella di stare ai piedi del Signore, per ricevere ciò i suoi impermutabili disegni hanno stabilito.
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
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