Un tempo era d’uso dirsi «ad maiorem Dei gloriam», a maggior gloria di Dio. Oggi no, oggi c’è chi vi preferisce «Subhan Allah», “gloria ad Allah”, in arabo. Che non è proprio la stessa cosa…
E’, questa, la nuova trovata pubblicitaria, affissa sui 640 bus di Londra, Manchester, Birmingham e Bradford, da fine maggio fino agli inizi di luglio, in occasione del Ramadan. Trovata, che – ammette il Times – suscita certamente perplessità, tra cristiani e non. Anche perché giunge pochi giorni dopo l’elezione del musulmano Sadiq Khan alla guida del Comune di Londra, città ove già vivono oltre 3 milioni di cittadini islamici. Insomma, la sensazione è che possa trattarsi di una manovra di avvicinamento, di una tattica di progressiva affermazione sul territorio, di un restyling mediatico in piena regola.
L’iniziativa è stata promossa dall’ong musulmana Islamic Relief, pare per convincere l’opinione pubblica a fare offerte in favore dei rifugiati siriani. Tecnicamente, nulla da dire: è possibile. Il regolamento della Tfl-Transport for London, infatti, vieta espressamente solo i messaggi legati ad un partito politico, non quelli a sfondo religioso. Però in molti si chiedono perché, ancora una volta, si sia di fronte a due pesi e due misure.
Il motivo è molto semplice: a dicembre venne espressamente vietata la diffusione nei cinema della capitale di un clip promozionale di un minuto, che avrebbe voluto far conoscere il sito cristiano JustPray ed incoraggiare i britannici a pregare. Ai musulmani, invece, tutto sembra esser concesso, tutto pare dovuto. In molti considerano tale disparità di trattamento ingiusta e discriminatoria.
Tanto da spingere sul Daily Mail Simon Calvert, direttore dell’Istituto cristiano, a definire questo l’inizio di «una nuova era», quella in cui la fede cristiana è «divenuta persona non gradita» (M.F.).
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