Profonde ferite e profonda guarigione

1781708_391484957654343_2098408207_nMi chiamo Wanda e sono nata a Modugno (Bari) circa 40 anni fa. Vengo da una famiglia povera, senza padre, con due fratelli, due sorelle e mia madre.

Perché senza padre?

Perché i miei genitori erano divorziati e quindi non ho visto mio padre da due anni in poi; solo raramente veniva a casa.

Era alcolizzato, ed è morto nel 1996 da solo in un monastero, senza nessuno al suo capezzale. Ho sofferto tanto quando l’ho saputo, anche se non mi ha dato mai amore paterno, pur avendolo io desiderato. Anche con mia madre ho avuto esperienze negative, perché ricevevo sempre botte da lei, con le mani e con bastoni di legno; il mio corpo era pieno di lividi dalla testa ai piedi.

Quando avevo tre anni mia madre era in crisi economica, non sapeva cosa che dare da mangiare a noi figli. Così ci prese tutti e cinque, poi aprì la bombola del gas tentando di suicidarsi e di portarci con sé. Grazie a Dio la vicina di casa sentì il forte odore di gas e fece intervenire tempestivamente i pompieri.

Ma le ferite più profonde furono causate da un vicino di casa il quale, sapendo che mia madre non stava mai in casa perché lavorava, mi usò violenza. La mia vita era diventata un inferno, e peggiorò quando mia madre conobbe un altro uomo.

Ben presto divenne sì il nostro patrigno, ma anche il nostro “padrone”. Anche lui approfittò di me e di mia sorella.

Volevo morire!!!

Gli anni passarono, ma non diminuiva la mia frustrazione e la mia tristezza. Ero introversa, chiusa e nessuno riusciva a capirne il motivo, perché non mi ero confidata con nessuno. Mia madre continuava a picchiarmi con forza e a scaricare su me e sui miei fratelli la sua rabbia.

A 14 anni ebbi una relazione con un uomo più grande di me di 15 anni. Era sposato, aveva due figli: con lui sono stata 5 o 6 mesi, per poi ritrovarmi nuovamente da sola.

Così la mia vita vagava nel vuoto, ero alla ricerca di qualcuno o di qualcosa che potesse darmi amore, senza trovare risposta.

A 17 anni conobbi il mio attuale marito. La mia vita matrimoniale però non andava bene perché c’erano molti diverbi tra di noi e, spesso, molta freddezza. Nemmeno l’arrivo di nostra figlia portò miglioramenti nei nostri rapporti. Un giorno, mentre passeggiavamo per la piazza di Modugno, ci siamo fermati per ascoltare quello che, ci spiegarono, era un culto cristiano evangelico all’aperto. Il predicatore in quel momento poneva a chi lo ascoltava una domanda: “Sai dove stai andando? Conosci qual è il tuo destino? In quale direzione sta andando la tua anima?” Queste parole, unitamente all’intera predicazione, ci indussero a fermarci e ad ascoltare. Sì, eravamo lontani da Dio, la nostra destinazione era dunque l’inferno!

Così ci siamo avvicinati per ascoltare quel giorno e, poi ancora, accostandoci al Signore. Di lì a poco decisi di accettare Gesù nel mio cuore come il mio personale Salvatore. Mi umiliai, chiesi perdono a Dio per i miei peccati; anche mio marito fece gli stessi passi, donando il suo cuore a Gesù.

Da quel giorno il Dio vivente e vero ha operato in modo glorioso nella mia vita e nella nostra casa.

Abbiamo avuto un altro figlio, Dio ci ha donato una casa e frequentiamo una bellissima comunità Evangelica a Modugno (Bari). Ora sono veramente felice, la mia famiglia è felice, le mie profonde ferite sono state guarite da Cristo, che vi ha versato sopra l’olio del Suo Spirito. Ora desidero fare sempre di più la volontà di Dio!

La mia preghiera è quella di conoscere sempre più il Signore, perché senza di Lui non si può vivere una vera vita!

Tratto da Cristiani Oggi, Ottobre 2012

da: Adichiaravalle.org

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook