Giosuè 4:1 | Quando tutta la nazione ebbe finito di attraversare il Giordano, il SIGNORE disse a Giosuè: «Scegliete tra il popolo dodici uomini, uno per tribù, e date loro quest’ordine: “Prendete da qui, in mezzo al Giordano, dal luogo dove i sacerdoti si sono fermati, dodici pietre; portatele con voi di là dal fiume, e collocatele nel luogo dove vi accamperete stanotte”». Giosuè chiamò i dodici uomini che aveva designati tra i figli d’Israele, un uomo per tribù, e disse loro: «Passate davanti all’arca del SIGNORE vostro Dio, in mezzo al Giordano, e ognuno di voi porti sulla spalla una pietra, secondo il numero delle tribù dei figli d’Israele, affinché questo sia un segno in mezzo a voi. In avvenire, i vostri figli vi domanderanno: “Che cosa significano per voi queste pietre?” Allora voi risponderete loro: “Le acque del Giordano furono tagliate davanti all’arca del patto del SIGNORE; quand’essa attraversò il Giordano, le acque del Giordano furono tagliate, e queste pietre sono per i figli d’Israele un ricordo per sempre”».
Dio fece meraviglie per Giosuè e per il popolo d’Israele, le acque del Giordano furono tagliate davanti all’Arca del patto del Signore. Quando tutta la nazione ebbe finito di attraversare il Giordano il Signore disse a Giosuè di far prendere dodici pietre una per ogni tribù d’Israele con le quali costruirono un monumento di testimonianza a Ghilgal.
La meditazione di oggi ci permette di parlare della necessità di alzare un monumento nell’unità che possa testimoniare della gloria di Dio. Dio aveva fatto cose meravigliose, ora la responsabilità della testimonianza di quel miracolo ricadeva sul popolo di Dio, che avrebbe dovuto costruire un monumento di testimonianza con l’aiuto fornito da tutte le tribù d’Israele.
Gesù ci chiama a testimoniare della sua gloria, ma se vogliamo che la nostra testimonianza sia efficace deve essere fatta nell’unità !!!
Giovanni 17:23 | Io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me.
L’unità del corpo di Cristo è il monumento spirituale più potente in testimonianza verso un mondo diviso. “Perché solo una chiesa unita può guarire una nazione divisa.”. Cit. Loe Engle
Non parlo semplicemente di una chiesa locale unita o di un movimento di chiese che vive nell’unità, parlo dell’unità del corpo di Cristo in tutto il mondo. Non parlo di un’unità d’interesse o che si fonda sul senso di superiorità ma di un’unità che è cimentata dall’amore. L’unità non può essere imposta, essa è l’espressione spirituale di persone che amano Dio più della loro vita.
Gesù ha dato alla sua chiesa un distintivo che le permette di essere riconosciuta: l’amore. Vorrei ricordare che dove non vi è amore non c’è Cristo, solo quando riscopriremo una testimonianza che si basa sull’amore e nell’unità potremo essere fedeli testimoni di Colui che ci ha amato al punto tale di dare la Sua vita per ognuno di noi.
DIO HA FATTO MERAVIGLIE, ORA TOCCA A NOI TESTIMONIARLE
Dio ha fatto me meraviglie per noi, ci ha liberati, guariti, abbiamo ricevuto un miracolo più grande che l’uomo possa ricevere: il perdono dei peccati e il dono della vita eterna. Ora spetta a noi testimoniare al mondo le meraviglie di Dio, e lo dobbiamo fare nell’unità e nell’amore.
Coraggio fratelli e sorelle possiamo farcela con l’aiuto di Dio e rinunciando a noi stessi per amore del Vangelo e per amore di Cristo.
Se veramente vogliamo che il mondo ci riconosca come discepoli di Gesù Cristo, allora siamo chiamati a vivere nell’amore e nell’unità, rinunciando a noi stessi sapendo che ogni sforzo che faremo per questo sarà ben ricompensato da Colui che ha amato la Sua chiesa al punto di dare sé stesso per lei.
A Dio sia la Gloria
Davide Ravasio | Notiziecristiane.com
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