Siamo invitati a ritornare al “puro Cristianesimo” fondato sulle scritture e sulla persona di Gesù Cristo

man-on-knees-in-sunIl cristianesimo, negli ultimi cinquant’anni, si è sviluppato in modo significativo, ma in diversità di auto-comprensione della fede evangelica sia dal suo punto di vista intellettuale che lo vede soggetto a fenomeni della secolarizzazione aggressiva e alla de-cristianizzazione,  sia per lo stile missionario.

Siamo richiamati a porre l’attenzione sulla comprensione integrale dell’autorità biblica in tre ambiti della rivalorizzazione della Parola di Dio:

  • La nascita e il consolidamento di istituzioni accademiche che connettono la teologia evangelica alla ricerca scientifica;
  • La produttività culturale di alcuni esponenti di primo piano del movimento;
  • Il recupero della centralità della predicazione, nel senso biblico-espositivo oltre che sistematico.

Oggi l’evangelicalismo si è sviluppato a livello globale e geografico con un impatto multidirezionale e diversificato, (il “Word Christian Database” calcola che nel 2025 ci saremo oltre oltre 2,6 miliardi di cristiani), di cui la maggioranza dei missionari vive in Africa, in America Latina e in Asia essi hanno portato i propri pensieri culturali all’interno del cristianesimo globale che si presenta “solido sulle convinzioni di fondo” ma “leggero nelle forme organizzative”.

A questo motivo nel luglio del 1974 il Congresso internazionale per l’evangelizzazione del mondo tenutosi a Losanna ha inserito il “Movimento di Losanna”, un evento unico nella storia dell’evangelicalismo e non solo per i suoi risvolti missiologici ma anche perché emerge una tensione tra le istanze teologiche e sociali del Sud America e dell’Africa da un lato ed il conservatorismo politico ed economico dal lato occidentale. Il documento adottato al Congresso nel Patto di Losanna assume uno status normativo per molti evangelici e l’azione sociale e strutturale dell’evangelicalismo non viene più disgiunta dall’annuncio dell’evangelo.

Losanna III (Città del Capo 2010) è stata organizzata da Alleanza Evangelica Mondiale e succede a Losanna I (Losanna 1974) e Losanna II (Manila 1989). Gli obiettivi a cui mira il suddetto Congresso di Città del Capo sono tre:

  • Un rinnovato senso di unità nel corpo di Cristo;
  • Una riscoperta chiarezza del messaggio del Vangelo;
  • Una forte identificazione delle priorità morali e spirituali dei cristiani.

Erano presenti al Congresso 198 nazioni a rappresentare le diverse realtà demografiche, teologiche e culturali della chiesa globale. I due terzi degli oratori erano provenienti dall’Africa, dall’Asia e dal Sud-America, il 35% era rappresentato da donne, mentre il 55% erano persone sotto i cinquant’anni.

L’obiettivo di Losanna III è ambizioso e diretto, esso lancia una sfida rinnovata al cristianesimo globale a rendere testimonianza del Signore Gesù Cristo e di tutto il suo insegnamento in ogni nazione e in ogni sfera della società. Questa visione si divide in due parti: la prima è incentrata sulle convinzioni bibliche così come ci sono trasmesse dalle Scritture e mette le fondamenta per una teologia missionale basata sull’amore di Dio, sull’amore per il prossimo e sull’amore degli uni verso gli altri; tutto è basato “sull’amore” che è il più grande dei Comandamenti di Dio. La seconda parte lancia l’appello all’azione e tocca più di trenta temi sul nostro mondo e li affronta in una prospettiva biblica, evangelica e contestuale. Essendo “l’amore biblico” alla base di tutte le cose, inclusa la missione, il suo impegno nasce da un autentico discepolato, Dio chiama il suo popolo a condividere la sua missione.

Viviamo dinnanzi alle realtà dell’età secolare che ha portato importanti trasformazioni all’interno del mondo evangelico sia nelle sfere sociali, culturali e strutturali; sia nei  cambiamenti endogeni quali il cristianesimo carismatico, emotivo, gioioso, incantato dai miracoli. Le comunità evangeliche si trovano così immerse dentro valori e modelli di comportamenti che pongono interrogativi e sfide. L’obiettivo del movimento di Losanna è di ripristinare la priorità della croce, dell’integrità della Bibbia, della conversione personale e dell’azione missionaria. In questi quarant’anni di servizio ci indirizza in una fede evangelica incentrata sull’articolazione della chiesa/popolo di Dio basata su una conoscenza teologica, pastorale e fondata sulla preghiera e mai sull’esito di qualche solitario “genius loci”, ci offre anche delle indicazioni utili sul profilo della leadership cristiana. Su queste basi comprendiamo che Losanna III ci può aiutare per i prossimi anni a elaborare una “sana ecclesiologia” che sia:

  1. a) scritturale nelle sue fondamenta;
  2. b) irenica e non imperiale;
  3. c) gioiosa e coraggiosa, la chiesa segue così un Vangelo calvinista.

Il movimento di Losanna è stato paragonato a un “fiume” dove si sono ritrovati insieme persone aventi lo stesso movimento di pensiero e si è incentrato sulla lettera ai 1Corinzi 15:1,5 “ Ora, fratelli, vi dichiaro l’evangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto e nel quale state saldi, e mediante il quale siete salvati, se ritenete fermamente quella parola che vi ho annunziato, a meno che non abbiate creduto invano.  Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch’io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu sepolto e risuscitò a il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e poi ai dodici”; attraverso questi versetti biblici l’apostolo Paolo ci invita ad annunciare un Evangelo delineato da un’identità, dagli elementi inconfondibili e riconoscibili, impegnato in un dialogo che confessa la fede in Gesù Cristo. “Cristo morto, sepolto e risorto” è l’epicentro del messaggio biblico (1Cor. 15:3,4 “Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch’io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture,  che fu sepolto e risuscitò a il terzo giorno secondo le Scritture). La persona e l’opera di Cristo sono l’elemento centrale delle convinzioni del movimento di Losanna e ne accompagnano il Patto (Losanna 1974), il Manifesto (Manila 1989) e l’Impegno (Città del Capo 2010).  In questi tre documenti di cui si è fatto riferimento è ben articolato che l’annuncio della nuova nascita è parte integrante dell’Evangelo poiché il Signore Gesù è morto per l’espiazione dei nostri peccati.

La venuta e la morte del Signore Gesù Cristo altro non è che l’adempimento delle Scritture in quanto proposito di Dio, annunciato nell’Antico Testamento quale piano di “Redenzione” nei confronti dell’umanità (Luca 24, 25-27 “Allora Gesù disse loro: «O insensati e lenti di cuore nel credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano”; Atti 2:25,31 “ Infatti Davide dice di lui: “Io ho avuto di continuo il Signore davanti a me, perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso. Per questo si è rallegrato il cuore mio e ha giubilato la mia lingua e anche la mia carne dimorerà nella speranza. Poiché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades e non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita, tu mi riempirai di gioia alla tua presenza”. Fratelli, si può ben liberamente dire intorno al patriarca Davide che egli morí e fu sepolto; e il suo sepolcro si trova tra di noi fino al giorno d’oggi. Egli dunque, essendo profeta, sapeva che Dio gli aveva con giuramento promesso che dal frutto dei suoi lombi, secondo la carne, avrebbe suscitato il Cristo per farlo sedere sul suo trono; e, prevedendo le cose a venire, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo che l’anima sua non sarebbe stata lasciata nell’Ades e che la sua carne non avrebbe visto la corruzione”). Il movimento di Losanna è incentrato su questo radicamento biblico:

L’apostolo Paolo aveva “ricevuto” l’Evangelo che annunciava, non era frutto di una sua riflessione, ispirazione o esperienza; lui trasmetteva un messaggio basato sul “cuore della fede”. Similmente il movimento di Losanna ha costruito le proprie basi per orientarsi su un messaggio ereditato da una “fede ben radicata” e “tramandata dai santi”, questa è la sua consapevolezza identitaria.

 Per un giusto equilibrio biblico le Chiese devono essere in grado di riconoscere quali siano gli “elementi centrali della fede” ai fini della fisionomia di fondo e quali quelli che invece hanno “un’importanza secondaria”. Questo è l’unico modo in cui si può delineare un’identità solida, forte e aperta a dialogare in maniera significativa.

La storia della spiritualità mostra che molti hanno la tendenza ad accantonare le “convinzioni” per far posto alle “tendenze” scivolando così in una sorta di fanatismo dalle convergenze frammentarie che illustrano soluzioni pragmatiche e strumentali, allontanandosi dall’autenticità biblica e da un’autentica consapevolezza identitaria. Ogni ministero deve avere un’eredità dottrinale per poter essere in condizioni di trasmetterla ai suoi discepoli, Losanna riceve e trasmette questo bagaglio dottrinale. Cogliere questi aspetti significa rimanere “semper discipulus”.

Le Chiese che si sono identificate con Losanna hanno trascurato il proprio profilo identitario ed hanno elaborato un’identità radicata sulla fede dei “padri”.

L’apostolo Paolo ritiene che la consapevolezza identitaria incarnata dall’Evangelo biblico “unisce” anche se non si è a contatto fisico gli uni con gli altri a motivo della “buona notizia” della morte e resurrezione di Gesù Cristo che rende possibile rimanere “saldi”. Losanna richiama a vivere questa unità che fa rimanere “saldi” per il suo equilibrio e il suo irenismo. Qualunque sia la denominazione di appartenenza esiste uno “spirito di Losanna” che evoca un clima rasserenato da una fisionomia dottrinale e dal sogno a esso connesso. Chiunque o qualunque Chiesa si serve dello “spirito” di Losanna, convergendo il suo senso di unità, di onestà e di solidarietà sta facendo prevalere uno “spirito settario” poiché gli “obiettivi” sono diversi da quelli che hanno caratterizzato il movimento e da luogo a vere e proprie schizofrenie. Diversi ambienti tendono a convergere le sue esigenze identitarie e riducono le sue caratteristiche basilari della fede per favorire orizzonti più larghi con un’ottica nebbiosa mentre i documenti di Losanna evocano la “fermezza” (1Cor. 15:1 “Ora, fratelli, vi dichiaro l’evangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto e nel quale state saldi”) legata alla conservazione (1Cor. 15:2 “E mediante il quale siete salvati, se ritenete fermamente quella parola che vi ho annunziato, a meno che non abbiate creduto invano”). Losanna insegna che non ci può essere una collocazione vera nella storia del popolo di Dio senza la coscienza di una sana tradizione, frutto di un evangelismo classico. Il suo impegno all’unità è un invito per uscire dal “ghetto” dalle forme molto diverse ma tutte ugualmente dannose perché soffocano la vita e comprimono la ricchezza della resurrezione, inoltre l’indipendenza tipica delle Chiese evangeliche deve essere accompagnata dall’interdipendenza che ha nutrito il popolo di Dio lungo i secoli. L’apostolo Paolo afferma con assoluta certezza che Dio è sul trono e sta regnando (1Cor. 15:25,28 “Bisogna infatti che egli regni, finché non abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico che sarà distrutto è la morte. Dio infatti ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi. Quando però dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che ne è eccettuato colui che gli ha sottoposto ogni cosa. E quando ogni cosa gli sarà sottoposta, allora il Figlio sarà anch’egli sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti”), questa è la giusta e corretta visione che ogni figlio di Dio deve avere.

Losanna ha mirato alla totalità, unendo Chiese e movimenti e facendo sì che essi imparassero a nutrirsi di elementi autenticamente unitari che vede la fede innescata sull’unicità della Scrittura, di Gesù Cristo, della salvezza e dell’annuncio. Fa collegamenti tra: creazione e redenzione, salvezza e cultura, sacro e secolare, annuncio e impegno sociale, crescita quantitativa e crescita qualitativa; dove si riconosce che il disegno di Dio è “onnicomprensivo” ma pienamente rispondente alle necessità di questo mondo. Losanna, inoltre, spinge a interrogarsi e a impegnarsi totalmente nel mondo di Dio e a guardarsi dalla presenza di tendenze teologiche liberali presenti in alcune Chiese che compromettono il messaggio evangelico.

Dopo Losanna ci sono stati numerosi incontri di approfondimento con l’obiettivo di far avanzare la riflessione sulla specificità dell’identità evangelica, essi evocano un impegno alla volontà di avanzare anziché rimanere imprigionati in visioni riduttive, sempre con epicentro il “potere del Risorto” e fino a quando “ogni cosa gli sarà sottoposta” (Tratto dalla rivista: Studi di Teologia N.52).

Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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