Il declino della Chiesa

La chiesa è il luogo più felice della terra. Quando entri per le sue porte, puoi lasciare alle tue spalle le tue preoccupazioni e i tuoi affanni. I suoi membri si amano, gli uni gli altri, con immutato affetto e sono pronti a perdonare e a dimenticare immediatamente. Pensano sempre il meglio l’un dell’altro, parlano sempre bene degli altri, e rimangono strettamente uniti. Non esistono la solitudine, la mancanza d’amore o lo snobbismo. E’ come il cielo in terra.

Se quanto esposto fosse vero, folle assetate abbatterebbero le porte delle chiese per cercare di entrarvi, gente perduta, chiederebbe: “Che cosa devo fare per essere salvato?” e il Regno di Dio sarebbe presto stabilito sulla terra. Ai membri di chiesa piace illudersi che questa sia la vera realtà della loro chiesa, e sono riluttanti a guardare in faccia ai fatti scoraggianti. E’ perciò fastidioso quando un membro deve togliere la sua maschera sorridente per rivelare ferite, umiliazioni, solitudine o malcontento. Di certo questo non dà prova di spiritualità. Dobbiamo certamente vivere in accordo con i nostri ideali, perché altrimenti la gente ci potrebbe criticare.

Nella Chiesa del Nuovo Testamento un osservatore poteva affermare: “Guarda come si amano gli uni agli altri”. Perché la situazione non è più la stessa? Che cosa è avvenuto? Gesù stesso ci disse come avremmo potuto riconoscere i Suoi discepoli quando affermò: “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni agli altri” (Giovanni 13:35). Una volta Gesù pose questa domanda: “Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terrà?” (Luca 18:8). Avrebbe dovuto aggiungere “amore”. Non intendo generalizzare e dare l’impressione che tutte le chiese siano prive di amore e di compassione. Una tale affermazione sarebbe molto ingiusta e falsa. Ci sono certamente evidenti eccezioni, e il mondo, da questi esempi, riceve grandi benedizioni. In questi tempi, comunque, avverto un po’ ovunque, un crescente sentimento di malessere. E’ come un canto in cui cambiano solo i versi, ma la melodia rimane la stessa. Pastori, evangelisti e cristiani cantano tutti lo stesso canto in minore, e si chiedono come possono trovare amore sincero e vicendevole. Troppo spesso, le chiese sono lacerate da litigi, divisioni, competizioni e grettezze. L’ultimo appello di Gesù ai Suoi amati discepoli, prima di lasciare la terra per ritornare al Suo Padre Celeste: “Andate dunque e fate Miei discepoli gli uomini di tutte le nazioni …, comandate …” (Matteo 28:1819-20), è compromesso a causa degli enormi problemi interni delle varie chiese.

“La Chiesa è come il Corpo”. “Ma la famiglia dell’Iddio vivente si trasforma spesso in una serie di campi fortificati che si trincerano non contro il nemico di fuori, ma contro il fratello di dentro. Guerre fredde e silenziose e grandi offensive aperte
(non importa quali) – le ostilità sono in atto. Si dà via libera a bombardamenti di parole. Grandi confusioni sconvolgono riunioni di chiesa e di consiglio.
Spesso molti cristiani sono lasciati soli, a combattere contro una terribile solitudine. Per anni inciti le persone ad accettare Gesù come loro personale Salvatore, e a recarsi ai culti domenicali. Poi, i membri della chiesa invece di aiutare i simpatizzanti li spaventano e li lasciano scappare via. Molti membri credono di essere i “padroni della Chiesa di Gesù Cristo”, invece, non sono altro che anime che giocano a favore del nemico.

Non c’è quasi più amore per i fratelli, immaginiamoci come si può andare per le strade ad aiutare i bisognosi, i depressi, i senza tetto, gli affamati. Oggi, in quest’era triste, ahimè, la chiesa è venuta meno nell’amore e automaticamente nella fede. Ognuno pensa a se stesso, ai propri interessi, ai propri guadagni, alle proprie proprietà, ai soldi, alle comodità e agli agi della vita, alla vacanza più lussuosa, la macchina più bella, il vestito firmato da Armani o Valentino, mentre il mondo fuori muore perché non conosce il Salvatore. Signore perdonaci se non siamo capaci di aiutare il nostro prossimo, riempici il cuore di compassione, altrimenti quando ritornerai, rimaniamo qui a guardare quello che il nostro orgoglio e il nostro egoismo è stato capace di fare.

Conosco una chiesa evangelica, che vive nella disubbidienza a Dio, e non vuole ravvedersi. Un loro membro fu allontanato perché aveva scoperto che il pastore faceva delle truffe. La chiesa si mise a favore del pastore che, capovolse tutto a favore suo. La chiesa “ignorante” delle Scritture, non sapeva che doveva essere interpellata e dare il suo giudizio sul fratello cacciato via. Si lasciò convincere dal pastore che disse:
“Me lo vedo io e il consiglio di chiesa”, ignorando quello che è scritto in
Matteo 18:15-17:
“Se tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; ma, se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. Se rifiuta d’ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d’ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano”.

Il fratello fu isolato e lasciato solo, insieme alla sua famiglia.
Dopo alcuni anni, il pastore fu cacciato dalla chiesa (le truffe e gli imbrogli erano innumerevoli), per opera non della comunità che “è” cieca, ma da un’assemblea al di sopra della comunità. Adesso il “pastore” o “impostore”, predica in una
“chiesa- discoteca”, dove si balla e canta Gangnam sty (Sic!). L’attuale comunità, che allontanò il fratello è aperta ma è come morta, divisioni e orgoglio la dividono, e la Colomba dello Spirito Santo se né è volata via. C’è l’apparenza della pietà, ma ne hanno rinnegato la potenza. I fratelli sono ciechi e non vedono, e neppure hanno mai cercato scusa a quel fratello che prese le parti di Dio. Loro non si sentono responsabili, in quando, essi dicono che fu il pastore ad allontanarlo. Dicendo questo si auto-escludono, come non facendo parte della chiesa, sono come persone fuori dal corpo di Cristo. O non hanno capito niente, e forse quest’ultima è la verità.

Di chiese del genere in Europa e in America ne trovi in quantità. Molti pastori non sono mai entrati dalla porta dell’ovile, ma dalla finestra, come fanno i mercenari, i lupi, entrano solo per poter sbranare la Chiesa del Signore. E se Dio lo permette e lo ha permesso, e perché in queste comunità si è ascoltato più la voce della creatura, che del Creatore, c’è molto orgoglio che rende i credenti ciechi e fini a se stessi.

Cosa bisogna fare per andare avanti? Ravvedersi, chiedere perdono a Dio e sperare che ci sia ancora tempo. Perché quando si arrivano a queste conclusioni, la chiesa, le comunità sono già quasi abbandonate a se stesse. Ma Dio è oltremodo misericordioso e, se veramente torniamo a Lui, Egli ci accetterà ancora, anche se dobbiamo raccogliere quello che di male abbiamo seminato.

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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