Da oggi in Danimarca bisogna pagare per essere accolti. Il Parlamento danese ha infatti approvato ieri, 26 gennaio, la norma che proponeva di sequestrare ai richiedenti asilo beni, oggetti di valore e denaro superiori a 10mila corone, circa 1300 euro (inizialmente il tetto massimo era stato fissato a 3mila corone). Motivazione: “contributo spese per mantenimento e alloggio”. Il testo della legge, presentato dal partito del primo ministro liberale Lars Lokke Rasmussen, è stato sostenuto dalla destra ma ha ricevuto anche i voti dei socialdemocratici, principale partito di opposizione, passando con 81 voti su 109, 27 no e un astenuto.
Sono esclusi dalla confisca i beni considerati “di valore affettivo speciale”. La nuova legge appena approvata dà così alle autorità danesi l’autorizzazione a perquisire i rifugiati in arrivo e i loro effetti personali.
La proposta aveva incontrato critiche dai partiti di sinistra a livello nazionale ma anche da Amnesty International e da altre organizzazioni umanitarie internazionali. In particolare, il commissario ai Diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muiznieks l’aveva definita «lesiva della dignità umana delle persone». Non dimentichiamo che la Danimarca è uno dei paesi europei che insieme ad Austria, Germania, Svezia, Norvegia e Francia ha reintrodotto i controlli alle frontiere per fermare i flussi di migranti provenienti dall’est. Nel 2015 ha accolto circa 20 mila richiedenti asilo, un terzo in più rispetto al 2014.
Foto “Migrants in Hungary 2015 Aug 010” by Photo: Gémes Sándor/SzomSzed – http://szegedma.hu/hir/szeged/2015/08/migransok-szazai-ozonlenek-roszkerol-szegedre.html. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.
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