di D. L. MOODY – “Egli mi invocherà e io gli risponderò; sarò con lui nell’avversità lo libererò e lo glorificherò”. (Salmo 91:15) – Per prima cosa , “lo libererò.” Quando Dio chiamò Mosè per mandarlo in Egitto e liberare i figli d’Israele dalla mano degli Egiziani, in tutto il mondo non esisteva un uomo, umanamente parlando, meno qualificato di Mosè. Aveva già, una volta, cercato di liberare i figli d’Israele, e aveva cominciato liberando un solo uomo. Egli fallì, uccise un egiziano per poi dover fuggire nel deserto e rimanere lì quarantanni. A modo suo aveva tentato di liberare gli ebrei, ma agiva con le proprie forze e con l’energia della carne.
Aveva tutta la sapienza degli Egiziani, ma questo non lo aiutò molto. Doveva tornare indietro ad Horeb e rimanere 40 anni alla scuola di Dio prima che Dio si potesse fidare di lui per liberare i figli d’Israele a modo Suo. Allora Dio venne a lui e gli disse: “sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani“, e quando operò per mezzo di Mosè, tre milioni di persone furono liberate così facilmente come io posso girare il palmo della mia mano. Dio poteva farlo. Tutto si risolse quando Dio comparve sulla scena.
Impariamo la lezione. Se vogliamo essere liberati da qualsiasi nemico, dall’interno o dall’esterno, dobbiamo rivolgerci a una sorgente superiore rispetto a noi stessi. Non possiamo farcela con la nostra forza.
da: Chiesadiroma.it
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